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MENSE, L’OPPOSIZIONE: «NEL BILANCIO CI SONO DEI SURPLUS CHE POTREBBERO ESSERE UTILIZZATI»

Dopo l’ipotesi dello sgravio per il 2° e 3° figlio una nuova stoccata: «Si trincerano dietro la mancanza di risorse, ma i soldi ci sono. È solo una questione politica». Smaldone: «Tutto questo è indice di approssimazione nonché di improvvisazione, sia a livello fiscale che normativo»

Ad un mese esatto dall’inizio dell’anno scolastico nel capoluogo di regione si continua a fare i conti con le difficoltà in cui si dibatte la macchina comunale nell’organizzazione corretta dell’attività scolastica. E sono letteralmente i conti che non si riesce a far quadrare: quelli della mensa, a cui ogni bambino dovrebbe aver diritto, unitamente a quelli dell’Istruzione.

IL DIRITTO ALLA MENSA

L’istruzione pubblica inferiore è obbligatoria e gratuita e comprende il diritto di fruire delle attività scolastiche che si svolgono nel pomeriggio, nel caso in cui sia attivato il cosiddetto “tempo pieno” o che dir si voglia “prolungato”, costituendo per l’infante un momento importante di condivisione e socializzazione. Il discorso diviene però più complicato allorché subentra la questione dei pasti delle mense scolastiche del capoluogo lucano e degli evidenti rincari che questi hanno subito: da 4,70 a 6,24 euro, una cifra davvero troppo alta e proibitiva soprattutto per quei nuclei familiari in cui sono presenti due o più figli iscritti al servizio, al punto da poterne comportare un notevole calo degli iscritti alla fruizione del servizio. Senza tralasciare affatto la questione degli aventi diritto o meno all’esenzione: quest’anno, infatti, non solo non vi sono disponibili nuovi fondi ma, in più, sono stati applicati anche rimodulazioni delle fasce Isee secondo la cui regolamentazione chi ha dichiarato fino a 7 mila euro potrebbe usufruire del servizio gratuitamente, mentre quelle famiglie rientranti nelle “fasce medie” – con una soglia, cioè, superiore a 18.000 euro Isee – sarebbero esenti da agevolazioni.

LE “BUONE” NUOVE DALL’ULTIMO INCONTRO IN COMUNE TRA IL SINDACO E I GENITORI POTENTINI

Per far fronte alla questione, i genitori potentini hanno fatto di necessità virtù creando un Comitato spontaneo che si interfacciasse direttamente con l’Amministrazione comunale per trovare un accordo fattivo sull’annosa questione. Mercoledì si è svolto l’ultimo incontro, presso gli uffici di via Nazario Sauro, in cui il primo cittadino Guarente ha convenuto la possibilità di applicare uno sgravio per il secondo figlio del 50% e sul terzo del 50, forse 70%. Niente di fatto, però, per il problema riguardante l’impiccio dell’utilità o meno di presentare l’Isee per quelle famiglie con reddito superiore ai 18.000 euro, oltre la cui soglia resta ancora invariata la non concessione di alcuna agevolazione sul costo del pasto. Seppure, ha detta del primo cittadino, tornerebbe comunque utile presentarla fosse solo per avere contezza da parte dell’Amministrazione del quadro effettivo delle spese ulteriori necessarie per provare a reperire le possibili risorse.

I COMMENTI DELL’OPPOSIZIONE

«Partiamo dal fatto che tutte queste opzioni vagliate durante l’incontro da Guarente dovranno passare prima all’analisi della Commissione, sicché concretamente non ha ancora fatto nulla – evidenzia la consigliera di opposizione Angela Blasi, all’indomani dell’ennesimo incontro tra il sindaco di Potenza ed il Comitato dei genitori – continuando in tal modo a paventare soluzioni che di fatto non si trovano, proclamando solo annunci di incontri inconsistenti costantemente da aggiornare». «Eppure – prosegue Blasi – stiamo denunciando tutto questo da tempo, presentando già nel mese di febbraio una serie di emendamenti e soluzioni che avrebbero evitato oggi di ritrovarsi in queste condizioni, non da ultimo quello ripresentato un paio di giorni fa», alludendo alla rimodulazione dell’Emendamento che in queste ore è al vaglio dell’Ufficio tecnico-contabile della IV Commissione formulato e sottoscritto dai consiglieri comunali dell’intera opposizione di centrosinistra in cui suggeriscono una possibile rimodulazione della quota di compartecipazione dell’utenza in base al reddito Isee considerando fino a 7.000,00 euro l’esonero, da 7.000,01 a 8.000,00 euro il 10% di versamento dei costi; da 8.000,01 a 9.000,00 euro il 20%; da 9.00,01 a € 10.000,00 euro il 30%; da 10.00,01 a 13.000,00 il 50%; da 13.00,01 a 16.000,00 il 70%; da 16.00,01 a 18.000,00 il 90% e così a scorrere, fino al raggiungimento della soglia degli oltre 18.000,00 in cui è prevista la quota di compartecipazione massima da versare pari al 100%. I consiglieri comunali impegnano, inoltre, la Giunta a «distinguere le tariffe da applicare a ciascuna fascia Isee per tipologia di menù»: menù grande per gli alunni delle Scuole Secondarie di 1° grado, menù medio per gli alunni delle Scuole Primarie, menù piccolo per gli alunni delle Scuole dell’Infanzia; nonché avviare al più presto, anche per il tramite dell’Anci Basilicata o della Regione Basilicata, «un confronto con gli amministratori dei comuni limitrofi, i cui bambini residenti frequentano le scuole della città di Potenza, al fine di prevedere una compartecipazione dei predetti comuni al costo del pasto degli alunni non residenti a Potenza. «Si tratta di un Emendamento non troppo diverso da quello già presentato – evidenzia Blasi – che la stessa maggioranza aveva approvato in Commissione e che poi ha bocciato in Assise comunale «trincerandosi dietro la mancanza di risorse, ma credo sia una mera questione politica che sceglie implicitamente di investire i soldi in qualcosa anziché in altro». «Sono convinta che – incalza la consigliera Blasi – nelle pieghe del bilancio ci siano le risorse o dei surplus che potrebbero essere utilizzati, altrimenti non si spiega come mai oggi la possibilità di coprire lo sgravio per il secondo figlio del 50% e sul terzo del 50, forse 70% è stato messo in considerazione rispetto a qualche settimana addietro. I soldi o ci sono o non ci sono». «Si rimandano gli incontri con i diretti interessati e, soprattutto, la Commissione competente non viene aggiornata come sarebbe opportuno avvenisse. Non resta – conclude Blasi – che aspettare la gara di appalto per la convenzione del servizio mensa – che verrà espletata probabilmente non prima di dicembre – al fine di avere concretamente contezza della situazione e comprendere il reale costo del pasto». A fare da eco alle dichiarazioni di Blasi, giungono quelle del consigliere di Pierluigi Smaldone, anch’egli proponente nonché firmatario dell’Emendamento – sia di quello già presentato a febbraio e bocciato in seguito dalla maggioranza, che di quello protocollato un paio di giorni fa e ora al vaglio dei pareri favorevoli di regolarità tecnica e contabile – che evidenzia come «tutto questo sia indice di approssimazione nonché di improvvisazione, sia a livello fiscale che normativo», alludendo – ad esempio – allo sgravio considerato per il secondo e terzo figlio. «E per quelle famiglie che ne hanno più di tre di figli che regolamentazione bisognerebbe applicare? Gli si fa una norma ad oc?». «L’unica cosa che è evidente – afferma Smaldone – è che il sindaco continua a prendere ancora tempo ma, continuando di questo passo, l’anno scolastico finisce. Bisogna, quindi, valutare per tempo la rimodulazione delle fasce Isee identificando in modo oggettivo, concreto e chiaro lo sgravio fiscale per i figli ulteriori rispetto al primo. A noi non resta che aspettare il Parere della Commissione e dei Dirigenti del settore in merito all’Emendamento che abbiamo modificato e riproposto anche per dare una chance di risoluzione a questa criticità e che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni», conclude Smaldone.

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