CONSIGLIO, MEGALE RINUNCIA
Martedì (o sabato) la surroga, Assise permettendo: l’incognita numeri, rimane una costante. Resta Au di Sviluppo Basilicata per non abbandonare i progetti avviati, subentra Capuano.
Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, spinge il piede sull’acceleratore per permettere alla macchina amministrativa di tornare il più prestante possibile quanto prima. Oltre alle consultazioni con i gruppi dell’opposizione per provare a garantirsi qualche sostegno extra almeno sui progetti più importanti, il governatore ha messo “ordine” anche nella sua maggioranza. Incassato il sostegno dei capigruppo negli scorsi giorni è riuscito anche a far procedere nella definizione, anche se al momento ancora non approvata in Consiglio regionale (atto necessario che dovrebbe avvenire martedì), della sostituzione del dimissionario consigliere forzista Franco Cupparo. Come anticipato ieri da queste colonne a subentrare al forzista, dimessosi per via dell’inchiesta giudiziaria che lo ha travolto, sarà Antonino Capuano. In realtà la prima dei non eletti nella lista di Forza Italia che avrebbe dovuto sedere tra i banchi del parlamentino lucano era Gabriella Megale. Megale ha, però, deciso di rinunciare a sedere in Consiglio e continuare la sua missione come amministratore unico di Sviluppo Basilicata. Ieri mattina, infatti, Megale ha firmato negli uffici regionali la sua ufficiale rinuncia per permettere al secondo dei non eletti, Antonino Capuano, di poter già nell’Assise che dovrebbe essere convocata per martedì di sedere tra la maggioranza e permettere così al governatore di avere i numeri per andare avanti. Se Capuano a quanto sembra non ci abbia pensato più di tanto a lasciare la presidenza della Farbas per sedere in Consiglio, dall’altro lato la Megale in modo chiaro avrebbe detto al governatore di non voler lasciare Sviluppo Basilicata. Secondo i ben informati, la Megale pur continuando a sostenere il partito azzurro avrebbe deciso di accantonare, almeno momentaneamente, l’aspetto più politico per portare a termini il progetto di rinnovamento, avviato al suo insediamento, di Sviluppo Basilicata. La scelta dell’Au in realtà non avrebbe sorpreso soprattutto i dirigenti regionali, considerato che la sua impronta nella società finanziaria in house della Regione Basilicata, ha cambiato volto al mondo dell’impresa lucana. Un progetto però che a quanto pare l’amministratrice vuole perseguire soprattutto in un momento storico come questo, profondamente segnato dalla pandemia covid e dalla guerra in Ucraina. Nonostante per la prima volta il Consiglio regionale lucano avrebbe avuto l’onore di avere ben 4 donne a rappresentare il parlamentino lucano (un numero che sarebbe certamente rimasto nella storia) può essere comprensibile la scelta di Megale. L’Au, secondo rumors, avrebbe fatto presenta a Bardi di voler raccogliere i frutti dei diversi progetti avviati come quello a favore delle imprese giovani, femminili, o quello dedicato all’innovazione tecnologica e il famoso “IncHUBatori”. D’altronde individuare un’altra figura professionale al posto della Megale per Sviluppo Basilicata, sarebbe stata una “bella gatta da pelare” per il governatore. Bardi avrebbe dovuto trovare un alterego della Megale capace di portare avanti questi progetti e far lievitare ulteriormente il numero delle imprese che ad oggi si sostengo grazie al supporto di Sviluppo Basilicata. Se per la Farbas, considerati anche gli aspetti non pretta- mente favorevoli dell’Ente, potrebbe essere più facile trovare un sostituto di Capuano forse per Sviluppo Basilicata non sarebbe stato lo stesso. E vista la situazione politica in cui verte la Basilicata in questo momento per il governo Bardi potrebbe essere stata una delle scelte più azzeccata degli ultimi tre anni. Senza considerare che accettando di entrare in Consiglio regionale, la Basilicata avrebbe perso l’unica persona, e soprattutto dona, che per la prima volta nella storia è stata nominata membro del direttivo nazionale ANFIR e quindi in grado di portare a livello nazionale le istanze del mondo produttivo lucano.