BASILICATA PATRIMONIO UNESCO
L’appello-proposta del Gal “La Cittadella del Sapere” e del giornalista Maimone.
Il GAL “La Cittadella del Sapere”, organizzazione costituita da un partenariato pubblico e privato, al cui interno vi sono 27 Comuni dell’area sud della Basilicata ed, inoltre, il parco del Pollino e il parco nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri – Lagonegrese, la quale aderisce al partenariato europeo Elard, in rappresentanza dell’Italia, con il suo Presidente Franco Muscolino e con tutto il Consiglio di Amministrazione, insieme al Direttore Generale Nicola Timpone e al giornalista Biagio Maimone, originario di Maratea, chiede alla direttrice dell’Unesco Audrey Azoulay di riconoscere l’intera Regione Basilicata Patrimonio Mondiale dell’Umanità, considerata l’esistenza di tutte le condizioni per esserne destinataria. Solo pochi mesi orsono, il giornalista Maimone, con un appello accorato e vibrante di tenerezza e poesia, ha chiesto alla Direttrice dell’Unesco di destinare alla Città di Maratea, che egli definisce “La Cittadella verde”, il titolo di Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Maimone ritiene doveroso, insieme all’organizzazione Gal “La Cittadella del Sapere”, estendere la richiesta di Patrimonio Mondiale dell’Umanità all’intera Regione Basilicata, in quanto ricca di petrolio, gas naturale, acqua e, allo stesso tempo, di natura, di tradizione, cultura e bellezza paesaggistica. Abbandonata, trascurata, sconosciuta, tuttavia possiede un suo fascino particolare, che si manifesta nei suoi paesaggi, nelle infinite chiese, nei piccoli borghi, nelle meravigliose vallate incontaminate, in cui abitano contadini dediti al pascolo, da cui traggono sostegno ed economia. La storia e la tradizione della Basilicata sono poco note, per essere una regione in cui regna il silenzio, che la rende una terra che tace la propria ricchezza. Canterina ed allegra per quanto attiene le sue vallate percorse da ruscelli veloci e borbottanti la melodia della natu- ra, che mai sembra appassire, ma sempre rifulgere di luce e verde, non sfiorato dal passare delle stagioni. Potrebbe rendere molto sul piano turistico ed anche economico per le sue energie inutilizzate e potrebbe diventare il motore trainante dell’intero Sud Italia ed anche dell’intera nazione italiana. Occorre tenere in considerazione anche il patrimonio costituito dalle sue acque abbondanti, che sicuramente non saranno soggette a siccità proprio in quanto incastonate dentro vallate rigogliose e tali da proteggere il loro fluire veloce e fulgido. Potrebbe tale patrimonio acquatico costituire un ottimo serbatoio per quelle zone, sia del Sud, sia del Nord, che incominciano a conoscere la siccità per la loro conformazione naturalistica. La conformazione naturalistica della regione Basilicata, invece, è tale da rendere ottimizzabile il patrimonio delle acque e del verde. La cultura green della regione deve essere valorizzata per porla a disposizione di altre regioni che possono subire i danni causati dal deterioramento dell’ecosistema. E che dire del turismo? Città come Matera, Maratea definita perla del Tirreno, Melfi, Venosa, Potenza, Rionero in Vulture e tutta l’area sud sono mete turistiche, così come lo sono Metaponto e tutta la costa ionica. Parte dei fondi del Recovery Fund, in Basilicata, dovrebbero essere utilizzati per creare strade, infrastrutture, collegamenti, al fine di renderla facilmente accessibile e poter incentivare quel turismo che apprezza la natura ed i paesaggi incontaminati, che appartengono alla Basilicata, la cui bellezza è sconosciuta agli amanti della natura. Bisogna investire per far vivere una nuova forma di turismo, tale in quanto meta che consente di godere della purezza delle acque, della natura, delle vallate, degli alberi sempre verdi, che sono mezzi green per rigenerare il corpo e lo spirito in un universo sempre più inquinato e, perciò, ammalato. Occorre far scoprire agli italiani e ai turisti del mondo intero la Basilicata, che, per le sue doti naturali ed ambientali, si distingue da ogni altra regione italiana. La Basilicata rappresenta, secondo il Gal e secondo Maimone, una regione su cui investire per far vivere il bello, il buono, il salutare, il verde della natura bucolica, al fine di creare un turismo alternativo ad altre forme di turismo, più caotiche e frenetiche, meno attente alla salute dei turisti.