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ALTRO CHE GARANTISMO IL PROBLEMA È POLITICO

Diario della crisi.

L’ immagine iniziale del Consiglio Regionale dava già l’idea della disfatta imminente. Il Generale Bardi si è presentato da solo, accanto a lui soltanto Latronico, dopo un po’ è arrivata la Merra che, però, si è tenuta in disparte. Il vicepresidente Fanelli non c’era, così come era assente l’assessore Galella. L’immagine plastica che il governo Regionale e la maggioranza offrivano era quella della solitudine, del resto, si sa che la vittoria ha tanti padri mentre la sconfitta è orfana.

IL DISCORSO DEL PRESIDENTE

Il Presidente Bardi ha cercato in tutti i modi di toccare le corde della retorica politica, ha fatto riferimento agli interessi preminenti dei lucani, ha parlato al Consiglio regionale di garantismo guardando direttamente negli occhi Pittella ammiccando alle sue vicende giudiziarie, ha chiesto a tutti di aiutarlo dando la disponibilità ad una condivisione con la minoranza delle prossime azioni di Governo. Alla fine non ha convinto nessuno.

IL PROBLEMA POLITICO

Il tecnicismo delle surroghe è chiaramente un pretesto, nessuno mette in discussione il diritto dei dimissionari di dimettersi e dei primi dei non eletti di subentrare, lo hanno ribadito tutti in Aula. Il problema è politico. Lo hanno detto chiaramente nel dibattito consiliare e lo hanno ribadito a “Oltre il Giardino” sia Luca Braia che Massimo Zullino. Proprio nella trasmissione condotta da Leporace il consigliere leghista ha ribadito chiaramente la propria distanza dal Governo Regionale e non è riuscita a nascondere la propria sfiducia nei confronti del Generale e la propria distanza da Pasquale Pepe, accusato da Zullino di essere l’autore della fuga di notizie su di lui come talpa della Giunta Regionale. Ed è proprio alla trasmissione di Cronache Tv che il consigliere venosino ha evidenziato tutta la sua distanza dalla maggioranza di governo e dalle linee politiche della Giunta Regionale. È preciso il j’accuse di Zullino che accusa Bardi di una gestione verticistica che ha esautorato gli assessori con la pieni poteri nella quale il consigliere non riesce a riconoscersi. Così come è lunga la sua lista dei problemi tra le quali spicca la gestione della sanità il cui assessore è proprio il leghista Fanelli. Un elenco di problemi amministrativi e di questioni politiche che denotano la sua siderale distanza dalla maggioranza e dal Governo Regionale. Una distanza che denota chiaramente la fine politica della maggioranza. Ed è proprio su questa distanza e sui relativi problemi politici che ha insistito l’opposizione e in particolar modo sulla mancanza di una visione politica che ha battuto Braia sia in Consiglio regionale che a “Oltre il Giardino”. In pratica l’opposizione dice: Bardi ci faccia sapere se esiste una maggioranza, in caso contrario ci dica come intende superare lo stallo. Una comunicazione politicamente semplice e lineare, se Bardi ha la maggioranza lo dimostri andando avanti nelle surroghe, se non ce l’ha o azzera la Giunta e apre ad una nuova maggioranza o si dimette. Una posizione politica chiara che non strizza l’occhio né all’inciucio né al giustizialismo ma che chiede la definizione chiara dei confini tra maggioranza e opposizione.

I FALCHI DI BARDI

Paradossalmente, in contrasto con le indiscrezioni politiche che vedono il suo partito in rottura netta con Bardi, a fare il falco in difesa del Generale è rimasto solo il capogruppo di Fratelli d’Italia Coviello. In aula, come un attendente va dal Generale a prendere ordini, in trasmissione difende l’azione del Presidente contro Braia e contro le legittime polemiche di Zullino. Un perfetto esecutore materiale agli ordini del Generale al quale sicuramente è grato per la destituzione dalla Giunta di Gianni Rosa.

ETICA ED ESTETICA DELLE DIMISSIONI

Nel suo discorso supplice, il Generale ha cercato di distinguere la differenza tra il suo stato d’animo turbato dalle indagini e il suo ruolo di Presidente della Regione. Ha fatto quasi intendere che “per il bene dei lucani” sia costretto a rimanere alla Presidenza della Regione malgrado la sua condizione emotiva. Una presidenza vissuta come sacrificio personale e dedizione totale da novello Cincinnato. Una descrizione di sé che, però, poco combacia con la realtà di chi sembra disposto a qualsiasi compromesso pur di mantenere la poltrona e sperare in un rilancio futuro. Etica ed estetica delle istituzioni in una situazione come questa in cui una maggioranza è incapace anche di far dimettere i dimissionari vorrebbero che si presentassero le proprie dimissioni. Un gesto di coraggio e di dignità che ridarebbe la parola ai cittadini. Nello stesso momento in cui il Generale continuava a chiedere e ottenere sospensioni della seduta consiliare, al Quirinale Giorgia Meloni presentava la lista dei Ministri a conclusione di una stagione nella quale FdI e il suo leader sono stati premiati dal Popolo per la coerenza e per il coraggio dimostrato. Coraggio e coerenza che né Bardi né la maggioranza in questo momento hanno. Del resto chi ha dato cattiva prova di sé ha sempre il terrore del Giudizio Popolare.

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