PROVINCE ITALIANE, SEGNO MENO NEL 2023 PER POTENZA E MATERA
Dallo studio della Cgia di Mestre sugli andamenti del Pil, allarmanti i dati per il Potentino: 96° posizione su 107 realtà territoriali monitorate
Non solo è in arrivo «uno degli inverni più difficili degli ultimi 50 anni», ma anche il fatto che il 2023, dal punto di vista economico, «sarà molto difficile». Se, come riportato nello studio dell’associazione Artigiani e Piccole imprese Cgia Mestre, a livello nazionale il Pil, o meglio il valore aggiunto reale, sarà pari a zero, delle 107 province monitorate da Prometeia 67, pari al 62 per cento del totale, l’anno prossimo registreranno una crescita negativa. Tra queste, anche quelle di Potenza e Matera. A livello provinciale, in generale, le differenze appaino abbastanza contenute, anche se si potrebbero verificarsi alcune sorprese positive: come le performance di alcune realtà del Mezzogiorno, tra cui, al momento, non rientra quella lucana. Anche se dello zero virgola, tra le province che l’anno prossimo registreranno una crescita positiva, segnalate, in particolar modo, Salerno e Savona (per entrambe +0,6%) Roma, Belluno, Viterbo, Fermo e Bari (tutte con il +0,3%), Venezia, Foggia e Modena (con il +0,4%), Cremona, Verona e Bologna (con il +0,5%), A guidare la graduatoria a livello nazionale, infine, sarà il capoluogo di regione della Lombardia. Nella provincia di Milano, infatti, l’aumento del valore aggiunto toccherà il +0,8%. Le situazioni più critiche, invece, riguarderanno Pisa, Cagliari, Ragusa, Messina e Macerata (tutte con una diminuzione della crescita dello 0,8%), Enna e Rovigo (entrambe con il -0,9%) e Vibo Valentia, ultima in classifica, con il -1%).
MEGLIO MATERA DI POTENZA, MA PER ENTRAMBE NIENTE CRESCITA
La provincia di Potenza dista soltanto 11 posizione da Vibo Valentia: 96esima posizione. Rispetto al 2022, nel 2023 l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, ha stimato per il Potentino una decremento del tasso di crescita pari allo 0,7%. Non buono, soprattutto se si considera che la provincia di Potenza alla fine dell’anno in corso dovrebbe ritrovarsi in pari rispetto ai livelli pre-Covid, 2019 (+0,0%). Quanto recuperato, andrebbe, l’anno prossimo perso e peggiorato. Secondo le stime della Cgia, sono molte le province che non hanno ancora recuperato il livello di ricchezza che avevamo nel periodo pre-Covid. Le situazioni di maggiore ritardo sono state riscontrate a Siena (-1,9%), Prato (2%), Belluno (-2,2&) e Pisa (-2,3%). Maglia nera, infine, per le province di Campobasso e Vibo Valentia (-2,4%). Matera, che al termine del 2022 dovrebbe aver più che recuperato i livelli di valore aggiunto rispetto a quelli pre-Covid, (+2,3%), nel 2023 potrebbe far registrare una perdita dello 0,3%: 66esima posizione. Quelli citati, per Potenza, Matera e le altre province, sono le stime del Pil al netto delle imposte indirette (Iva). Per salvare i bilanci delle famiglie e delle imprese, secondo la Ciga di Mestre, «sarà necessario impiegare entro la fine dell’anno almeno 70 miliardi di euro». Di questi, 35 per dimezzare il caro bollette e altrettanti, con la legge di Bilancio 2023, per non far decadere dal prossimo gennaio alcune misure introdotte dal Governo uscente, come i quasi 15 miliardi di euro per rinnovare nel primo trimestre le misure contro il caro energia previste dal decreto Aiuti ter;, gli almeno 8,5 miliardi di euro per indicizzare le pensioni, i 4,5 miliardi di euro per lo sconto contributivo del 2 per cento a carico dei lavoratori dipendenti con reddito fino a 35 mila euro e i 2 miliardi di euro di spese indifferibili. Ma, conclude l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, il “tesoretto”, che il nuovo governo “erediterà” dal premier uscente Draghi, potrebbe essere di 20 miliardi di euro: 10 da usare subito e altri 10 da impiegare nella manovra