SALVATE IL SOLDATO PEPE
TACCO&SPILLO
C’è un grande spettacolo che in questi giorni, come una specie di suk arabo, sta andando in scena a Palazzo Chigi e che vede in fila i trombati della Lega di tutta Italia avvicendarsi a turno per perorare la causa della loro stessa sopravvivenza politica ormai a rischio di veloce estinzione. Ora, tanto per stare in Basilicata e dirla tutta, anche Pasquale Pepe nonostante gli spavaldi proclami elettivi di cui ci ha riempito le orecchie durante le elezioni, è finito a pieno titolo e con tutto il demerito possibile in quella fila di suppliche e bisogni da indirizzare al cuore immacolato di Matteo Salvini e strappargli così lo strapuntino per una seggiola ministeriale da sottosegretario come segno provvidenziale del suo affetto leghista. Eppure non bisognava certo essere Alessandra Ghisleri per capire che i sondaggi non promettevano nulla di buono e che possibilità di giocarsela il sindaco di Tolve ne aveva davvero poche, peraltro già aggravate dal suo carattere spigoloso e tremendamente supponente e dalla scia elettorale di disastri e flop che il tandem leghista Fanelli-Guarente aveva ormai fatalmente disseminato in tutta la Regione, scontentando con anni di mal governo ed approssimazione istituzionale perfino i più affezionati. Canta Fabri Fibra: “Sono un soldato. Sono un solda-da-da-dato”.