LETTA: «IL PROBLEMA ESISTE»
Pd lucano, l’affondo del segretario nazionale. A “Oltre il giardino”, Santarsiero: «Stagione complessa»
«Oggi inizia il percorso costituente del nuovo Pd. Oggi ricominciamo dall’opposizione». Enrico Letta inaugura la Direzione dem fissando i paletti di un congresso di vera rifondazione – aperto agli esterni che potranno iscriversi «fino all’ultimo minuto utile» – e le battaglie parlamentari che la principale forza di centrosinistra si appresta ad affrontare dopo la sconfitta elettorale alle Politiche. Un doppio fronte che parte da una premessa: la «situazione complessa e complicata in cui ci troviamo, più delle altre fasi della vita del nostro partito, quando perdemmo le elezioni nel 2008, nel 2001 e anche nel 2018». Crisi che, con tutta evidenza, non può essere risolta solo con l’elezione di un nuovo segretario alle primarie. Serve di più, sostiene l’inquilino del Nazareno. «Apertura, rinnovamento, partecipazione: per costruire un partito moderno. E una leadership che esca da questo percorso con una legittimazione forte per affrontare questa traversata del deserto». Percorso che, nelle intenzioni del segretario, dovrà procedere di pari passo e intrecciarsi con il lavoro delle varie segreterie regionali dem che oggi come quella nazionale puntano a un rinnovamento. La Basilicata non è immune a dover effettuare questo nuovo percorso, soprattutto dopo che nell’Assembla regionale è stato sfiduciato il segretario regionale Raffaelle La Regina. Una situazione ribadita durante i lavori della direzione stessa dalla componente lucana Lucia Sileo che ha denunciato «come La Regina sia stato sfiduciato con un vero e proprio blitz del vecchio gruppo dirigente». Una denuncia a cui Letta ha prontamente risposto sottolineando che «esiste il tema del partito a Sud, un problema che esiste e con il quale bisogna fare i conti in questi congressi». Le parole di Letta sono state riprese anche dall’esponente dem Vito Santarsiero che continua a chiedere un cambio di passo del partito lucano: «Ancora un segnale , da Roma chiaro il messaggio che ci sarà futuro per il Pd lucano solo se si cambiano metodi e si aprirà una nuova stagione. Qualche giorno fa l’europarlamentare Picierno parlava di “cattivi vizi” con riferimento alla mozione approvata ed ai suoi esiti. Oggi è la volta del Segretario Nazionale Letta che, sollecitato in direzione sulla vicenda lucana, dice esplicitamente che il partito del sud rappresenta “un problema che esiste” con cui “dover fare i conti”». La questione lucana è stata ripresa anche da Salvatore Margiotta, a lungo parlamentare, ex sottosegretario alle infrastrutture e dirigente del Pd lucano, che in modo più propositivo ha chiesto una rapida soluzione per il partito: «Senza paure, senza ipocrisie, senza infingimenti, senza dilazioni, senza trucchi: ora si convochi anche il Congresso regionale della Basilicata, lo si abbini a quello nazionale. Un Congresso vero, di profondo e trasparente dibattito. Come non avvenne l’ultima volta». «Sono certo che questa soluzione di buonsenso, l’unica percorribile, non troverà alcuna opposizione tra i dirigenti locali e nazionali. Dare la parola agli iscritti è la scelta migliore, l’unica possibile. Sarebbe imperdonabile perseverare e ripetere errori del passato che hanno concorso in maniera forte a determinare l’esito delle ultime elezioni» ha concluso Margiotta. Ma se c’è chi come Margiotta pensa già a mettere le basi per un nuovo futuro ribadendo la necessità di un confronto franco e costruttivo per permettere al Pd lucano di ridare vita ad un percorso politico ormai sotterrato dalle macerie c’è chi ancora si interroga sulla mozione di sfiducia a Raffaele La Regina. Nonostante non sia più segretario e si sia chiesto a gran voce di pro- cedere quanto prima a convocare un nuovo congresso c’è chi prova a interrogarsi se vi erano altri metodi per andare avanti. È il commento giunto da Alessandro Di Sario (segretario del circolo di Castronuovo di Sant’Andrea, consigliere comunale e componente dell’assemblea provinciale del PD di Basilicata) che in una nota sostiene come «Dietro questa accelerazione nello sfiduciare il giovane segreta- rio, secondo me, ci sono già i preparativi e le strategie di posizionamento in vista di possibili elezioni regionali anticipate, ma c’è anche la frustrazione e la rabbia di chi nel Partito Democratico, con ottusa ostinazione non ha compreso, che la sconfitta elettorale sarebbe stata la logica conseguenza dell’essere ormai da troppi anni identificati co- me il partito del sistema e della gestione distorta del potere. L’ormai ex segretario ha sbagliato nel non capire che avrebbe potuto veramente investire in quel ruolo, ma mettetevi anche nei panni di un giovane che a 29 anni si vedeva in parlamento con la possibilità di iniziare ad avere peso in Basilicata, inaugurando una nuova stagione politica. Ribadisco che questa non è una difesa dei suoi errori, è la contestazione dei modi e dei metodi degli attacchi, con la consapevolezza che il dossieraggio nei suoi confronti è partito dall’interno del partito e non solo. Una colpa di certo non può essere accollata al giovane La Regina, e cioè il fatto che gli elettori lucani hanno decretato il definitivo fallimento, di quella missione politica che da molti anni avevano affidato agli eletti del Partito Democratico nei livelli istituzionali più importanti». La mozione di sfiducia nei confronti di La Regina certamente ci comprenderà con il tempo che valore porterà nella ricostruzione del partito democratico. Quello che però al momento è certo, è che non si può continuare a puntare il dito su vecchia classe dirigente o nuove leve, gli errori sono stati certamente commessi da tutti indistintamente a partire da chi ha proposto a chi ha accettato tutto (compresi incarichi da un partito che oggi demonizza). Il futuro del Pd non può continua- re ad essere appeso solo ad atti di accusa, senza esami di coscienza e soluzioni la svolta è molto più che lontana.