MASSIMO D’ALEMA A TUTTO CAMPO
La legge elettorale e l’astensione ne hanno esaltato il risultato.
Nei fatti oggi con il 27% dei voti sul totale degli elettori si governa il Paese
Ieri sera D’alema a #inonda ha declinato, con una analisi puntuale, anche se necessariamente scarna, visti i tempi televisivi, vari temi.
Per flash:
Innanzitutto una analisi del voto
Guardando i dati risulta che la destra ha preso gli stessi voti del 2018, ovvero intorno ai 12 milioni. Ciò che è avvenuto è solo una redistribuzione del voto al suo interno, quindi non è un “successo travolgente” come si dice.
La legge elettorale e l’astensione ne hanno esaltato il risultato. Nei fatti oggi con il 27% dei voti sul totale degli elettori si governa il Paese.
La destra ha vinto perché si è unita anche se appena prima del voto era divisa.
La sinistra, ha fatto il contrario, ha perso perché si è divisa anche se appena prima era unita.
Ha poi elencato una serie di nodi e ragionato su alcuni errori della sinistra, anche in forma di autocritica.
Il primo errore:
è quello di aver costruito il centrosinistra, e quindi il PD, rinunciando alle radici storiche dei partiti che lo hanno fondato. Lui era contrario, ma ha “ceduto” e ha dichiarato di aver sbagliato. Nei fatti si doveva fare il contrario rafforzando il profilo di un Partito di sinistra e un Partito cattolico. Se lo avessimo fatto il centrosinistra oggi sarebbe più forte.
Il secondo errore :
Aver pensato che un partito sul modello “novecentesco” (sull’onda delle campagna di destrutturazione della politica) fosse un arnese da archiviare. Scelta sbagliata. Tanto sbagliata che, a dimostrazione, la Meloni vince proprio perché dirige un partito novecentesco, con i sui gruppi dirigenti, le sedi, la formazione dei quadri e una forte identita’. Quello che avremmo dovuto fare noi, lo ha fatto la Meloni.
Terzo errore :
Si è smarrito il senso dell’essere di sinistra, della sua capacità di essere riferimento del riscatto sociale e fonte di speranza. Ciò vuol dire che per la sinistra è urgente recuperare i suoi ideali e quindi il Partito deve avere un impianto ideologico forte, recuperando le radici dismesse e i suoi valori e principi.
Questi i tre errori di fondo, storici, potremmo dire, e che, già da soli, dovrebbero essere materia di analisi, riflessione, autocritica, per un congresso su cui costruire un partito di sinistra popolare e di massa oggi inesistente.
Poi ci sono gli errori più recenti :
l’aver interrotto l’alleanza con i 5 stelle su cui si dovrebbe produrre una qualche spiegazione nei confronti dell’elettorato.
Le battute non le cito fanno parte del “bassissimo livello” e delle “dietrologie” a cui l’informazione italiana è maestra.
Compresa la De Gregorio che si è autodefinita da sola.
Altro quindi non riporto, basterebbe questo, se ci fosse un Partito consapevole del momento politico che stiamo vivendo e sui rischi insiti ad esso, per sviluppare un Congresso Costituente e “ricostituente” .
Metodo e sostanza insieme :
Analisi, individuazione degli errori, autocritica, impianto valoriale e ideale, forma partito, organizzazione, formazione quadri.
Questo si dovrebbe fare.
Altro che gazebo
Grazie Presidente.
Pina Fasciani
FASCIANI Giuseppina
Nata a CAPISTRELLO (L’AQUILA) il 21 aprile 1953
Eletta nella circoscrizione XVII (ABRUZZO)
Lista di elezione: ULIVO
Proclamata il 21 aprile 2006
Iscritta al gruppo parlamentare:
- PARTITO DEMOCRATICO-L’ULIVO [già L’ULIVO fino al 6 novembre 2007]dal 3 maggio 2006 al 28 aprile 2008
Cessata dal mandato parlamentare il 28 aprile 2008