EVVIVA CHI NON CONTA NIENTE IN TERRA DI BASILICATA OLTRE PAZZANO
Evviva chi si oppone
con la sua storia di sempre
con le sue parole nuove
viva chi non conta niente
#perfortunanonmioccupodipolitica ma una cosa è certa, adesso mi domando e chiedo nel GOVERNO MELONI quanto realmente contano i 2 senatori SILVIO & MATTEO❓
Senatore Silvio Berlusconi, che in Potenza aveva promesso, sarebbe stato sottosegretario, si rimangia la parola con Giuseppe Moles
Senatore Matteo Salvini lascia a bocca asciutta anche il leghista responsabile del Mezzogiorno Pasquale Pepe
Governo, Silvio Berlusconi spunta solo 2 viceministri e perde Giuseppe Mangialavori
Esclusi anche Ugo Cappellacci e Paolo Barelli, 6 i sottosegretari di Forza Italia
TACCO&SPILLO
Evviva chi non conta niente
e che continua a non contare
con la sua musica di sempre
che è sempre musica che non vale
E viva chi bacia la terra
da cui è costretto ad andare via
ed anche se non conta niente
evviva la sua nostalgia
Evviva l’arte che si ribella,
e se no l’arte che ci sta a fare,
e non ammette nessun padrone,
e non la smette di navigare
Evviva la canzone
che attraversa ogni frontiera
perché la sua umanità
non può essere straniera
Evviva la sua vela
che si muove lentamente
ma può andare dove vuole
perché va controcorrente
Evviva chi non conta niente
col suo deserto da attraversare
con il suo viaggio della speranza
che può anche andare a finire male
Evviva l’ingenuità che avanza
nel sogno di un lasciapassare
verso la piccola grande Europa
che ne ha sentito tanto parlare
Evviva il senso della bellezza
che va nel mondo e lo può cambiare
e non può ammettere che una razza
sia meno libera e meno eguale
Evviva la canzone
che continua a navigare
e che essendo melodia
niente la potrà fermare
Evviva la sua anarchia
anche se non conta niente
ma può dire cose nuove
perché va controcorrente
Evviva gli ultimi della terra
migranti verso chissà dove
evviva il viaggio della speranza
evviva la disperazione
Evviva chi non muore
per poterci raccontare
il coraggio che ci vuole
lì da soli in mezzo al mare
Evviva la canzone
che raggiunge il continente
con le sue parole nuove
viva chi non conta niente
Evviva chi si oppone
con la sua storia di sempre
con le sue parole nuove
viva chi non conta niente
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W chi non conta niente
Frontiere, migranti e un’umanità da raccontare.
Nel mezzo mari, deserti, montagne e tutto il carico della musica del Sud.
È la storia vera dell’uomo e del suo ambiente a prendere vita nel nuovo videoclip “W chi non conta niente”, in cui Eugenio Bennato e le vite narrate si fondono in un racconto corale.
“W chi non conta niente parla di emigrazione – racconta Eugenio Bennato – e nasce da una scintilla inconscia che vuole evidenziare la capacità degli ultimi di farsi sentire. E proprio a chi non conta niente, a chi non sale sul carrozzone dei vincitori, del business, dell’universo nord-occidentale, a chi sta dall’altra parte è dedicata la canzone che continua a navigare perché essendo melodia niente la potrà fermare”
W chi non conta niente affronta il viaggio, il rifiuto, l’ostilità.
“La storia – continua Eugenio Bennato – ci insegna che un ménage di esperienze diverse è sempre propositivo per l’umanità. Un esempio ci arriva dalla nostra migrazione in America; penso anche agli schiavi africani che hanno prodotto negli Stati Uniti la grande musica come il jazz, il blues, il gospel. In questo caso gli Stati Uniti nel loro bilancio dovrebbero ringraziare quei poveri uomini in catene per aver rivitalizzato la loro cultura”
conclude Eugenio Bennato :
“La marea reazionaria in atto deriva da conclusioni semplicistiche e, soprattutto, da mancanza di esperienze.
Perché solo chi viaggia da turista e non da essere umano può non accorgersi che l’umanità è presente ovunque e va rispettata ovunque”
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ALLA FIERA DELL’EST…
Alla fine della fiera Silvio Berlusconi spunta sei sottosegretari e due vice ministri.
Ma perde per strada tre nomi, dati per favoriti fino all’ultimo:
1️⃣ il coordinatore regionale in Calabria Giuseppe Mangialavori, considerato vicino a Licia Ronzulli,
2️⃣ l’ex governatore Ugo Cappellacci, suo uomo in Sardegna
3️⃣ e Paolo Barelli, capogruppo uscente alla Camera e fedelissimo di Antonio Tajani, in pole come “vice” di Matteo Piantedosi al Viminale.
I primi due sarebbero rimasti fuori a causa delle resistenze di Giorgia Meloni legate a vicende processuali: dalle carte di alcuni procedimenti giudiziari calabresi sarebbe emersa una vicinanza di Mangialavori (mai indagato) a un clan ‘ndranghetista, mentre Cappellacci sarebbe a processo per corruzione e peculato.
Anche su Barelli, secondo alcune fonti parlamentari di centrodestra, sarebbero state espresse perplessità di questo tipo.
Caduti i tre big azzurri, il Cav, raccontano, è corso ai ripari per sostituirli, cercando nello stesso tempo di assicurare caselle all’ala sudista del partito sul piede di guerra perchè considerata sotto rappresentata a palazzo Chigi e di garantire una quota rosa, come chiesto da via della Scrofa.
Da qui la scelta dell’ex premier di puntare soprattutto su berlusconiani della prima ora, come il suo avvocato e responsabile giustizia di Fi, Francesco Paolo Sisto, diventato vice del Guardasigilli Carlo Nordio, e un fedelissimo rimasto escluso dal Parlamento e ora risarcito come Valentino Valentini, interprete personale del Cavaliere e consigliere di politica estera, specialmente per i rapporti con Mosca, promosso al nuovo Mise (non si sa se con la delega alle Tlc, che ha sempre fatto gola agli azzurri)
Senza contare l’ex presidente della Vigilanza Rai, Alberto Barachini, promosso sottosegretario all’Editoria.
Tre posti chiave per il leader forzista, che compenserebbero ampiamente la mancata conquista del ministero di via Arenula.
Come previsto, è entrato in squadra anche il quarantenne Matteo Perego di Cremnago, considerato vicino alla famiglia di Berlusconi, non rieletto il 25 settembre scorso
C’è anche una new entry in quota Fascina: l’avvocato campano (nativo di San Giorgio a Cremano) e neo deputato Tullio Ferrante (alle Infrastrutture), considerato amico della quasi moglie dell’ex presidente del Consiglio.
Tre le donne piazzate da Fi, due sudiste
la siciliana Matilde Siracusano (ai Rapporti con il Parlamento)
e la calabrese Maria Tripodi (agli Esteri), che ha preso il posto di Mangialavori in zona Cesarini.
Oltre a Sandra Savino, attuale coordinatrice del Friuli Venezia Giulia (al Mef)
Chiusa la squadra (decisiva una telefonata nella tarda serata di ieri tra il presidente di Fi e il premier Meloni) resterebbero, però, ancora forti malumori in Calabria e tra i tajaniani per l’esclusione di Mangialavori e di Barelli, uomo di fiducia del vicepremier e numero due di Fi.
Maldipancia, raccontano, anche in Campania, legati alla sorpresa Ferrante.
Matteo Salvini chiede «pugno duro» contro i rave, ma quando era ministro ce ne sono stati 50
🔹Nel settembre del 21 l’ex titolare del Viminale e Giorgia Meloni misero sotto accusa l’allora ministra Luciana Lamorgese per non aver usato il pugno duro in un teknival nel viterbese.
🔹Ma è una scelta che spesso i prefetti privilegiano per evitare ulteriori problemi. Ed è la stessa scelta che la polizia ha fatto a Modena.
🔹«Finalmente torniamo a far rispettare le regole», tuona Salvini. Ma se fosse così, sarebbe stato lui stesso, da ministro, a non farle rispettare.
Rave di Modena, Matteo Salvini trasmette in diretta lo sgombero nel giorno del Cdm: «È finita la pacchia»
BUONA DEGUSTAZIONE DI CAFFÈ OFFERTO
Matteo Party
di Massimo Gramellini
C’è un rave che ancora nessuno è riuscito a far chiudere ed è quello che quotidianamente viene inscenato sui media da Matteo Salvini, plenipotenziario leghista con delega al recupero dei voti smarriti.
Mentre la Meloni se ne resta per lo più in ufficio a studiare, lui svolazza dai contanti ai migranti e dai vaccini alle mascherine, facendo ovunque un rumore del diavolo. Spedendolo alle Infrastrutture, la premier sperava di averlo distratto con ponti e cantieri: come regalare la scatola dei Lego a un bambino.
Forse ne ha sottovalutato le motivazioni. Salvini sta combattendo per la sopravvivenza: se non si inventa di continuo qualcosa, al prossimo giro lo sgomberano dalle urne.
Deve assolutamente indurre gli italiani a credere che il vero premier sia lui.
Per impedirglielo bastava non renderglielo troppo facile.
Invece è proprio quel che è successo ieri con la nomina del leghista Rixi a viceministro delle Infrastrutture.
Con l’amico a occuparsi di ponti e cantieri, Salvini avrà tutto il tempo di organizzare il suo rave, occupando notizie abbandonate e paure in disuso.
La stessa strategia che usò quando stava con Conte: mettere una persona di fiducia al ministero, così da liberarsi dalla noia del governare, e andarsene in giro e sui social a fare quel che gli piace, cioè baccano intorno a qualsiasi argomento capace di restituirgli il consenso perduto.
La Meloni si è messa i tappi, per ora.
Ma il giorno in cui sarà costretta a toglierseli, le verrà voglia di fargliela lei, la festa.
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