PEPPE PROVENZANO CRITICA DURAMENTE STEFANO FOLLI PER L’EDITORIALE SU “LA REPUBBLICA” SULLA VITTORIA DI LUIZ INÁCIO LULA DA SILVA
Lo segnalo perché si tenga a mente che la crisi del mondo progressista, in Italia, riguarda certo le forze politiche, ma anche certi mondi intellettuali, certe agenzie che formano l’opinione pubblica
PEPPE PROVENZANO :
“La Repubblica di oggi affida all’editoriale di Stefano Folli, con richiamo in prima, un commento sulla vittoria di Lula, dal titolo
“il sogno brasiliano della sinistra”
E nel sogno o nel sonno di Folli Lula diventa una specie di fiancheggiatore di Putin e un critico dell’Europa.
In pratica, gli attribuisce le posizioni di Trump e, soprattutto, di Bolsonaro: è lui infatti in Brasile l’amico di Putin, che aveva intimato all’Ucraina di arrendersi nei giorni successivi all’invasione.
Lula, invece, ha condannato immediatamente l’aggressione russa, riservando poi frasi infelici su Zelensky.
Aggiungo che Lula considera l’integrazione democratica europea, malgrado la comprensibile delusione per le mancate promesse sull’America Latina,
“il fatto storico più importante del secolo scorso”
e nutre ancora la speranza di un protagonismo dell’Ue nelle relazioni multipolari.
E in questa relazione concepisce il difficile cammino di integrazione latinoamericana.
Ma non è questo il punto, né tanto meno il programma politico di Lula e dell’alleanza costruita intorno al PT.
Il commento di Folli prosegue sulle nostre vicende politiche, ciò che davvero gli preme.
E qui si lancia in suggestioni ardite sui riflessi di questa vittoria nella sinistra europea: accostamenti surreali alle velleità di Conte, richiami tanto espliciti quanto impropri al “modello” Mélenchon.
Frasi buttate lì, un momento dopo smentite in parte dallo stesso autore, in una grande confusione, in cui non manca un rifermento polemico alla sinistra del Pd (e, in particolare, a me)
Ciò che mi colpisce è l’indifferenza rispetto a cosa significhi la vittoria di Lula per un grande paese come il Brasile, per il continente sudamericano e per il mondo intero: una vicenda politica internazionale di straordinaria rilevanza anche per noi, certo, perché segna una vittoria della democrazia sull’autocrazia, in controtendenza rispetto a quello che avviene altrove.
Il fatto che per Folli (e per Repubblica che lo richiama in prima?) non si debba gioire poi tanto per Lula, mi sembra il segno di una grande confusione politico-culturale.
Lo segnalo perché si tenga a mente che la crisi del mondo progressista, in Italia, riguarda certo le forze politiche, ma anche certi mondi intellettuali, certe agenzie che formano l’opinione pubblica.
Un problema a lungo trascurato, tra i molti errori della sinistra, ma di cui è indispensabile avere piena coscienza, anche per maturare la necessaria e profonda autonomia culturale, prima che politica, da quei mondi.
Non bisogna generalizzare, certo, su Repubblica si leggono molte opinioni.
Ci sono tante firme che fanno, con competenza, il proprio lavoro.
In questi giorni, ad esempio, i giornalisti e le giornaliste non firmano il giornale protesta, dopo aver scioperato contro scelte che incidono sul loro lavoro e sulla loro vita, apprese dalla direzione a mezzo stampa. Vorrei esprimere loro piena solidarietà.
Oggi, però, mi permetto di aggiungere un po’ di solidarietà anche a qualche affezionato lettore come me.”