DEFUNTI E CADUTI IN GUERRA, LE COMMEMORAZIONI
Matera, le istituzioni civili religiose e militari partecipano alle celebrazioni rituali del 2 novembre
La commemorazione dei defunti si è svolta a Matera in due diversi momenti celebrativi. Il primo, dedicato ai caduti di tutte le guerre, è iniziato con la parata delle autorità che precedute dalla corona di alloro hanno sfilato nel viale del cimitero nuovo. Il corteo, ha visto dunque sfilare il gonfalone della città dei Sassi seguito da quello della Provincia di Matera, quindi le prime cariche istituzionali religiose, politiche e militari, seguiti poi dai rappresentati del volontariato religioso e laico e dai veterani dei gruppi combattentistici e d’arma tutti quanti orgogliosi di mostrare le loro decorazioni e i gonfaloni dei rispettivi corpi d’armata come i valorosi ‘Bersaglieri’ che hanno chiuso il corteo. Dopo l’attenti del picchetto armato ai caduti, il prefetto Sante Copponi, il sindaco Domenico Bennardi e il comandante dei Carabinieri Nicola Lerario hanno reso omaggio alla corona di alloro posta davanti al sacrario in ricordo dei tanti eroi materani caduti valorosamente in guerra. Di fronte al sacrario la coccarda tricolore appuntata sulla corona e il grande libro di pietra con la dedica scolpita ‘Ai caduti di tutte le guerre’ ricordano ai presenti il dramma e la tragedia che ogni guerra porta con sè e il silenzio dei morti che restano esanimi sul campo di battaglia Il momento della celebrazione eucaristica e della commemorazione vera e propria di tutti i defunti, ha visto invece Monsignor Pino Caiazzo arcivescovo della diocesi di Matera-Irsina procedere con il pastorale e accompagnato da sacerdoti e diaconi dirigersi all’altare per officiare la funzione in onore di tutti i defunti. Durante la liturgia, una grande commozione ha pervaso i fedeli raccolti in preghiera, allorché al doloroso ricordo per la perdita di chi ha lasciato la vita terrena, si aggiunge la pena per i continui morti falciati dalle nuove guerre e dalla povertà, ma Mons. Pino Caiazzo, leggendo la ‘parola’ dei Vangeli, rincuora tutti ricordando che proprio in un cimitero, in luogo dove ci sono i morti e dove sembra che la vita sia finita, è proprio lì che invece -È possibile riscoprire, come detto da Mons. Caiazzo, il senso della vita piena che per noi cristiani significa vita eterna. In questo giorno ci ritroviamo insieme in questo luogo che viene chiamato Santo, campo Santo perché ci abitano i figli e i figli sono coloro che sono stati battezzati-