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I POTERI VERI NON ABITANO IN REGIONE

Chi muove e chi esegue

La Basilicata esiste. La domanda o l’affermazione girano da sempre. A sinistra o a destra della politica il decisivo è andare avanti. Verso dove? Non appare scontato in alcune fasi della storia per la nostra regione. La più potente delle conferme, per ora, ci è venuta da Rocco Papaleo: aedo un po’ malinconico, un po’ ironico, un po’ irriverente della nostra storia. Ma ora, come non mai, la questione é aperta. Geopolitica, pandemia e travolgimenti economici sembra possano perseverare solo sistemi economici ed istituzionali di grandi ed “armati” dimensioni. Ed a volte non basta. Guardiamo oggi la situazione con gli occhi scevri da qualsiasi pregiudizio.

PARTIAMO DA ROMA

Si è insediato legittimamente un nuovo governo delle destre. Francamente con tutte gli sforzi anche nazionalisti o della retorica sovranista non appare come un governo che avrà chiaro nelle strategie i grandi temi della disunità del nostro paese e quindi del Sud. Immagino che i Fratelli d’Italia non faranno mancare dichiarazioni a tratti solidaristiche o commoventi a favore del mezzogiorno. Qui o si fa la patria o si muore lo sentiremo cantare negli inni dei prossimi anni! Ma il divario fra Nord e Sud, pratica antica è difficilissima, si affronta con ben altri provvedimenti ed argomenti. Allo stesso modo si prevede che territori come la Puglia, la Campania o la stessa Calabria e la Sicilia sapranno, per relazioni per geografia e per altro (sic!) preservare un minimo di resistenza. Si è nel frattempo inoculato nel programma e nel governo un virus potente e pandemico della vita nazionale che abbiamo conosciuto in molte ondate negli ultimi venticinque anni: l’autonomia differenziata. Ed il medico chiamato a curarlo come nuovo e presentissimo virologo si chiama Roberto Calderoli, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Appunto! Ha sempre considerato, questo creativo e fantasmagorico ministro di Bergamo, l’autonomia fiscale come il mantra della sua vita politica. Per la Basilicata senza essere esperti di fisco significa la morte… si la morte non ci sono eufemismi possibili da utilizzare.

COME VA IN BASILICATA?

Da noi, in Basilicata le cose come stanno? Da sinistra a destra fino al terzo polo. Vediamo in sintesi. Il centro destra lucano si dimena da anni fra populismi senza senso, dal gas alla discontinuità, sospeso tra giustizia e personalità un po’ amanti del “pericolo” comunicativo a volte guasconi a volte decadenti. Alla Regione lasciano le poche carte in mano a Bardi e a Latronico, poca cosa, ed a Roma non mandano nessuno. Nel senso che nessuno dei riferimenti romani da Caiata a Mattia da Rosa a Maria Elisabetta Alberti Casellati sembrano della partita lucana. Quella vera. Nel Governo, ovviamente, come era prevedibile non troviamo nulla. Si intravede la mappa dei poteri veri che è alla base della scelta dei Ministri dei vice e dei Sottosegretari. A sinistra il groviglio non è da meno. Dal maggiore partito che si affida ad un raffinato ma non lucano dirigente come Amendola che avrà ben altro da “tessere” nei prossimi anni a livello nazionale più che pensare ad una regione crocevia di una storia complessa nel Sud. Un partito che si sta occupando di ribaltamenti, ghirigori e cose simili in questo tempo. I “vittoriosi” pentastellati Lomuti e Turco portano con rispetto parlando nei loro cognomi il senso di una inutilità e di una estraneità alle vicende lucane. I riferimenti del Terzo Polo da Renzi a Calenda non hanno mai avuto simpatie per il Sud ed al di là di ipotetici gladiatori, leggendarie e piccole partite provinciali mi pare che la pratica di una difesa del sud e della piccola ma antica Basilicata non sta nelle loro mani.

L’IMPORTANTE È VINCERE L’ULTIMA BATTAGLIA

Qualcun dice che quel che si trova negli effetti era già nella causa, oggi abbiamo la più bassa rappresentanza istituzionale nel più difficile dei tornanti della storia italiana. Ma la Basilicata esiste e quindi? La battaglia in mano a chi è? Alla società civile, alla libera stampa? Al mondo della cultura, alle Accademie? In tutte le guerre come sempre l’importante è vincere l’ultima battaglia. Così sembra questo tempo. Prepariamoci c’è molto da fare nei prossimi anni.

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