MILANO : IL GIARDINO DELLE VERGINI
Il giardino delle vergini è caratterizzato da numerose tipologie di piante ed alberi disposte lungo un disegno di linee ortogonali. Questo luogo segreto è “un frammento del Viridario Magno, ossia di un tipico giardino tardo medievale diffuso soprattutto nell’Italia settentrionale”, si legge sul sito dell’Università che riconosce al giardino un ruolo simbolico trovandosi vicino al luogo dove avvenne la conversione di Sant’Agostino
L’Università Cattolica del Sacro Cuore è un’università privata italiana di ispirazione cattolica fondata nel 1921, con sede centrale a Milano e altre sedi a Brescia, Cremona, Piacenza e Roma
Ente fondatore e promotore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore è l’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori.
Giardino di Santa Caterina d’Alessandria / Garden of St. Catherine of Alexandria
Tolle lege. Prendi e leggi.
Agostino, Confessioni
Il Giardino vanta diverse tipologie di piante e alberi riccamente disposte in una struttura ben ordinata e recintata.
Nel verde notiamo il ritrovamento disseminato di capitelli e blocchi di pietra.
Il Giardino nella sua configurazione attuale si presenta come frammento del Viridario Magno, ossia di un tipico giardino tardo medievale diffuso soprattutto nell’Italia settentrionale.
Il disegno, piuttosto semplice, era scandito da linee ortogonali, intervallato da cambi di superficie, cordoli e recinzioni.
I sentieri erano realizzati utilizzando differenti materiali fra cui pietra, mattone e piastrelle policrome; il giardino, invece, era reso in terra battuta, ghiaia fine e prato dove si sostava. Nonostante il centro geometrico fosse assente, negli spazi verdi e fioriti del Viridario Magno si respirava una crescente atmosfera intima ed esclusiva.
La sua posizione si presume fosse adiacente al luogo dove avvenne la conversione di Sant’Agostino e vicina a quella che era la Sostra di Sant’Agostino, ossia il punto di arrivo via Naviglio da dove provenivano gran parte dei blocchi da scolpire per il Duomo.
La Sostra del Giardino era un grande deposito con tettoia per la lavorazione delle pietre, che rappresentava una sorta di rimessa per i blocchi in arrivo.
Pertanto, non è da escludere che nel Giardino la disposizione di questi blocchi corrisponda alla loro collocazione originaria.
Nel Giardino di Santa Caterina d’Alessandria, oltre a una lastra marmorea decorata a mascheroni, proveniente dal Duomo, e due sarcofagi medievali appartenenti al III-IV secolo, scorgiamo numerosi resti probabilmente risalenti al XV secolo, periodo coevo alla costruzione dell’Ateneo, edificato nel 1497.
Fra questi resti più recenti, meritano particolare attenzione tre colonne con capitelli che per tipologia, dimensione e materiale sono simili a quelli delle colonne poste nella “Cripta dei Monaci”, sotto il Refettorio cinquecentesco (odierna Aula Magna).
Altri frammenti di capitelli presenti nel Giardino, si avvicinano ai capitelli delle fabbriche lombarde della Canonica di Sant’Ambrogio, di Santa Maria presso San Satiro a Milano e del Duomo di Pavia; frammenti qualificati bramanteschi per il modello decorativo a fogliame con volute ioniche, particolarmente diffuso nella cultura lombarda intorno negli anni ’80 del Quattrocento.
Sono invece successivi alla costruzione del monastero i ventuno blocchi e due basi di colonne in granito di Montorfano risalenti al XVI-XVII secolo.
Curiosità
Dal 1928 il Giardino, dedicato a Santa Caterina d’Alessandria, vergine e martire, protettrice degli studi e di alcune categorie sociali dell’insegnamento, diventa uno spazio prettamente condiviso da giovani studentesse e per questo soprannominato Giardino delle Vergini.
Approfondimento
Tra il 1934-1935, Giacomo Manzù realizza quattro tondi bronzei per la cappella dei collegi maschili (Augustinianum e Ludovicianum); le opere vennero collocate nel cancello della balaustra che separa il presbiterio della cappella dalla zona dei fedeli.
Nel 2005 la cappella diventerà aula di lettura e i tondi saranno trasferiti nella veranda dell’Aula Magna.
I bassorilievi raffigurano i simboli dei quattro evangelisti: Il Bue di San Luca, l’Aquila di San Giovanni (simile a quella del pulpito della chiesa di Sant’Ambrogio), il Leone di San Marco e l’Angelo di San Matteo.