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UNITI DALLA GRANDE ESCLUSIONE

Nessun mea culpa sul teatrino regionale, ma dopo la batosta Meloni cdx chiamato a dimostrare la propria esistenza. Dalla promessa di Berlusconi alla profezia leghista di Zullino: il fallimento prevedibile

La Basilicata non avrà nessuna rappresentanza nel Governo Meloni, restano deluse sia le aspettative di Pasquale Pepe e Giuseppe Moles che confidavano in un ripescaggio sia quelle di Aldo Mattia, Gianni Rosa e Salvatore Caiata che speravano di fare un salto in avanti dopo l’elezione in Parlamento. Evidentemente, avranno pensato a Roma, una classe dirigente locale che non riesce ad affrontare le questioni di un Governo Regionale e per ogni questione deve venire a Roma in cerca di aiuto, non merita di governare la Nazione. Una classe dirigente per definizione dirige e, se per risolvere una crisi di Governo Regionale necessita della presenza degli esponenti nazionali e ci mette un mese per fare una surroga di consiglieri regionali, sicuramente non ci sono le condizioni affinché vengano promossi.

LA PROMESSA DI BERLUSCONI, LA PROFEZIA DI ZULLINO

La campagna elettorale si è aperta con la promessa di Berlusconi a Moles di nominarlo sottosegretario dopo la sua esclusione dalle liste elettorali. La promessa non è stata mantenuta, tutto ciò alimenta ancora di più il caos interno alla compagine di Forza Italia di fatto senza una leadership territoriale e con una rappresentanza istituzionale falcidiata dalle indagini. Si è, invece, realizzata la profezia di Zullino secondo cui Pepe è soltanto il sindaco di Tolve. Una caduta violenta quella dell’ex senatore leghista che da leader assoluto del centrodestra, potenziale candidato Presidente della Regione Basilicata, arbitro dei destini della Lega con la possibilità di scegliere il Sindaco di Potenza, il Vicepresidente della Giunta Regionale e il Presidente di Sel si è trovato all’improvviso proiettato nella dimensione provinciale del suo Comune. La politica è una grande fabbrica di delusione e di cadute, ora toccherà a Pepe risollevarsi e provare a dimostrare il suo valore politico senza cariche istituzionali rilevanti.

FRATELLI D’ITALIA

Più articolata l’analisi di FdI. Sicuramente non re- sta deluso Gianni Rosa, al suo primo mandato senatoriale non poteva aspirare ad un ruolo di Governo. Ci aveva sperato, invece, Caiata che è uno dei pochissimi parlamentari di Fdi al secondo mandato non insignito di nessuna medaglia. Una decisa bocciatura la sua sulla quale sicuramente pesa l’indagine della Procura della Repubblica di Siena per reati societari. Aldo Mattia, pur alla prima elezione come Rosa, sembrava il più quotato per una nomina di Governo. La nomina non è arrivata ma sicuramente è quello che maggiormente ha lasciato il segno politico del suo passaggio e ha prospettive di crescita migliori. Il Ministero della Sovranità Alimentare è un’idea che il Ministro Lollobrigida ha lanciato proprio a Potenza in una manifestazione insieme a Mattia e a Prandini a dimostrazione del rapporto stretto tra l’uomo forte del Partito e il deputato lucano. Ed è proprio sul rapporto solido con Lollobrigida che Mattia punta per poter svolgere al meglio la sua attività nell’interesse dei lucani. Un rapporto che oggi gli consente di essere l’uomo forte del Partito in Basilicata anche se fuori dal Governo e l’unico vero tramite tra il territorio e il Governo Meloni.

LA BATTAGLIA DI QUARTO

Il segretario regionale di FdI, Piergiorgio Quarto è uomo molto vicino ad Aldo Mattia e sta cercando di ricomporre il quadro lacerato che le gestioni precedenti e la segreteria provinciale hanno creato o favorito. A Potenza c’è ancora da chiarire la situazione dell’ex vicesindaco Vigilante e della sua Consigliera Comunale che, eletti in una lista civica, avevano più volte cercato di entrare in FdI ma erano stati stoppati dall’allora segretario provinciale Caiata che aveva l’esigenza di ottenere il vice sindaco per il fidato Michele Napoli. Allo stato attuale la loro situazione è ancora sospesa. Così come rischia di diventare un caso la questione del Comune di Avgliano, dove lo scontro tra Mecca e Coviello verte sulla contrarietà del Consigliere di Lagopesole per una candidatura alla Regione di Mecca. In questa confusione l’opera saggia e mediatrice di Quarto sta cercando di ricomporre i pezzi del puzzle che altri hanno distrutto. Un’opera complicata e difficile che necessita di pazienza e dedizione che al segretario regionale non mancano ma che troverà sicuramente sul suo cammino gli ostacoli posti dai vari esponenti del Partito più intenzionati ad una crescita personale che ad una politica. La coppia Mattia-Quarto del resto è stata l’unico ve- ro motore della cavalcata trionfante di Fdi in Basilicata, capace di coinvolgere la base e allargare il consenso.

IL CENTRODESTRA DIMOSTRI DI ESISTERE

Ora è il centrodestra lucano che deve dimostrare di esistere, deve essere capace di dare la prova di una crescita personale e politica a partire dalla capacità di affrontare seriamente il rapporto con Bardi e la gestione del Consiglio Regionale. L’immagine di una maggioranza prona ai diktat del Generale, scodinzolante ad ogni sua chiamata, capace di tollerare che a governare sia lo staff di Bardi sicuramente non lascia immaginare una crescita politica degna di una classe dirigente. Se la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla ai generali lo è anche la politica, a meno che non ci si accontenti del ruolo di attendenti.

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