ALTROCHÉ SERVIZIO PER LA COMUNITÀ
Anziani e gente in difficoltà costretti a pagare per andare al cimitero: vergogna Guarente
«Le navette a pagamento per percorrere, oltretutto, un tratto di strada tanto breve, è un servizio che a mia memoria risulta essere per la prima volta a pagamento». Commenta così – la consigliera di opposizione al Comune di Potenza, Angela Blasi – l’iniziativa intrapresa dal- l’Amministrazione potentina in concomitanza della festività di Ognissanti – così come da anni accade in occasione della commemorazione dei defunti – di predisporre il servizo navetta che conducesse i visitatori dal piazzale antistante la chiesa di San Rocco al Cimitero Monumentale (250 mt.), che si trova al culmine di un’irta salita che, soprattutto, per gli anziani raggiungerlo è faticoso. Nei giorni scorsi era stato annunciato dal Comune che il servizio, che tra l’altro evita che la gente parcheggi l’auto nella zona congestionando il traffico, sarebbe stato disponibile – dal 31 ottobre al 2 novembre, a partire dalle ore 9.00 fino alle 17.15 – con due corse, attivate dall’azienda Miccolis per conto del Comune di Potenza, con una regolarità di ogni 15 minuti. Nessuna indicazione chiara, però, in merito al fatto che fosse a pagamento. Sono stati in tanti, infatti, a segnalare che solo una volta saliti sulla navetta, hanno scoperto che il costo del trasporto fosse stato reso a pagamento (1.50€) dall’Amministrazione del Comune di Potenza. Sono perciò avanzate le critiche – tanto dai comuni cittadini che da alcuni consiglieri d’opposizione. «La ditta Miccolis che ha eseguito il trasporto delle persone al cimitero, per consentirgli di far visita ai defunti – è il commento della consigliera comunale Blasi – ha svolto un servizio essenziale, a cui siamo abituati ogni anno. Ma nessuna comunicazione in merito al pagamento da parte dei cittadini era pervenuta – spiega – anche nella comunicazione istituzionale inviataci dall’ufficio stampa del Comune in cui non vi era alcuna traccia del pagamento richiesto». Insomma, chiunque avesse dato per scontato la gratuiticità di un servizio, a cui da anni la cittadinanza è abituata a ricevere in modo gratuito, è rimasto sorpreso nonchè spiazzato. «Spero che dall’Amministrazione comunale – evidenzia Blasi – quanto prima vogliano darci spiegazioni in merito. Ragione per cui – annuncia – con l’opposizione protocolleremo una interrogazione per portare la questione in Consiglio comunale». Un vero e proprio scivolone – tanto da parte dell’Amministrazione potentina quanto da parte della nuova azienda Miccolis S.p.a. subentrata alla precedente gestione Trotta e che si preannunciava essere rivoluzionaria e risolutrice di vecchie criticità il merito al Trasporto pubblico locale del capoluogo lucano. Dopo il passaggio di consegne, infatti, da Trotta Bus Service a Miccolis S.p.a. nella gestione del Trasporto pubblico urbano di Potenza – avvenuto ufficialmente il 1° ottobre – la ditta pugliese – concessionaria del Servizio che durerà per 24 mesi a fronte di un corrispettivo massimo di 6 milioni di euro all’anno – aveva avviato una sorta di campagna promozionale con un mese di corse gratuite sui mezzi su gomma e impianti meccanizzati. Ma dal 1 novembre, il servizio di trasporto pubblico di Potenza pare essere tornato a tutti gli effetti regolarmente a pagamento, senza alcuna eccezione. Le criticità emergono già per quel che riguarda l’acquisto del biglietto, ossia esclusivamente nei punti adibiti alla vendita: nella biglietteria d’accesso alle scale mobili in via Tammone; nella biglietteria d’accesso alle scale mobili in viale Marconi e nella biglietteria d’accesso agli ascensori in via del Popolo. Oppure esclusivamente a bordo degli autobus, ma al prezzo maggiorato di 1,50 euro rispetto al normale costo di 1 euro, che non vale a tempo ma a singola corsa «non è infatti prevista la validità del biglietto per i canonici 60/90 minuti», spiega Blasi. Altra criticità emersa, pare essere la questione degli abbonamenti già attivati in precedenza e per nulla rimborsabili o sostituibili con la nuova ditta subentrante, ad eccezione di chi abbia usufruito del “Bonus trasporti”. Insomma, oltre il danno anche la beffa.