GIRO DEL MONDO SENZA LIMITI
“Loro mi assicurano che non ci saranno problemi ed invece i problemi ci saranno eccome perché quel povero asino a cui legheranno l’Africa non riuscirà a far altro che ragliare per lo sforzo e l’Africa si muoverà appena di pochi centimetri”
sempre senza ipocrisia da DAKAR sul LAGO ROSA
La tradizione vuole che l’ultima tappa della Parigi – Dakar si corra lungo la lunghissima spiaggia che dalla città di Dakar conduce al famoso Lago Rosa, mentre io siccome arrivavo da Nord l’ho percorsa al contrario.
Normalmente i piloti che riescono ad arrivare sin qui’ lo fanno indossando la tuta, con i loro sponsor ben in mostra e ricevendo una calorosa accoglienza dai loro team….mentre io l’ultima tappa l’ho dovuta percorrere così: da solo, con slip comprati al mercato 😅 e la t-shirt di Zooart Ortona (1000 volte più figa di qualsiasi marchio ❤️)
Ma perché sono finito in mutande?
Bhe’ è una lunga storia…e come sempre ci sono dei cuggini di mezzo 😅
Ripartito dal Lago Rosa chiedo alle persone del posto se sia fattibile percorrere la spiaggia in moto fino a Dakar.
Mi dicono che non ci sono problemi ma devo farlo quando c’è la bassa marea, che di mattina inizia alle 7.
Percorro le sponde del Lago Rosa e dopo la foto di rito inizio a dirigermi verso il mare, il quale in linea d’aria è a soli 2-3 km quindi credevo si metterci pochi minuti per arrivare sulla battigia.
Sbagliato, mi ci vorranno un paio d’ore, una fatica enorme, un asino e 3 cuggini 😅
Perché?
Semplicemente perché mi sono fidato di un cuggino del posto il quale mi ha assicurato che la sabbia nel famoso tratto delle “grandi dune” non fosse troppo morbida.
Morale della favola, le “grandi dune” si sono rivelate micidiali e dopo aver faticato non poco per non rimanere insabbiato, vedo quella che sembrava una stradina lungo il fiume e mi vado a ficcare in un posto talmente impervio che complice la pendenza e sabbia morbidissima, nonostante tutti i miei sforzi mi sono dovuto arrendere: da solo non l’avrai mai tolta da lì.
Vedo in lontananza delle persone che lavoravano i campi e ancora più lontano alcuni turisti su una Jeep.
Chiedo ai contadini se pagando sia possibile fare venire la Jeep per rimorchiare la moto fuori da lì.
Mi dicono tutti che il fuoristrada è impegnato a portare in giro i turisti però se ne escono con un’alternativa davvero ammiocuggino: usare un asino 😅
Conoscendo bene il peso dell’Africa e la pendenza di dove era rimasta bloccata la moto gli dico che non funzionerà mai.
Loro mi assicurano che non ci saranno problemi ed invece i problemi ci saranno eccome perché quel povero asino a cui legheranno l’Africa non riuscirà a far altro che ragliare per lo sforzo e l’Africa si muoverà appena di pochi centimetri.
A quel punto gli dico di fare a mano e reclutiamo altri 2 contadini, in totale: io che da terra accellero, 2 persone che spingono ed una che tira….ci abbiamo messo mezz’ora per tirarla fuori e riuscire dopo mille fatiche a portarla per l’ultimo km fino alla spiaggia.
A quel punto sotto un sol cocente ci siamo tuffati nell’Oceano per rinfrescarci un po’.
Dopo aver ripreso fiato stesi all’ombra di una palma sono stato costretto a ripartire perché la marea si stava alzando.
Ringrazio i contadini con un offerta a testa e faccio per rimettermi la tuta ma la combo “sudore+sale+sabbia” rende l’operazione poco piacevole ed allora senza pensarci troppo salto in sella ed io e l’Africa percorriamo gli ultimi 38 km sulla battigia così…con le persone del posto che si vedevano arrivare una grande moto ed uno in mutande che li salutava 🤣
Immaginavo che l’entrata a Dakar sarebbe stata una scena epica ma mai mi sarei immaginato di doverlo fare così 😅❤️✌️