«GLI CONSIGLIO DI RITIRARE LE DIMISSIONI»
Domani l’assise regionale post terremoto giudiziario, a cronache tv l’avvocato del capogruppo FI. Piro, Lapenna ad “Oltre il giardino”: «Giusto dare seguito al mandato politico ricevuto dagli elettori»
Domani l’atteso Consiglio regionale post terremoto giudiziario con 2 punti all’ordine del giorno: l’accettazione delle dimissioni di Francesco Piro e Francesco Cupparo, e surroghe, rispettivamente, di Gerardo Bellettieri e Antonino Capuano. Cupparo non può tornare indietro sulle dimissioni da assessore regionale, il giorno stesso dell’acquisita nota, il 17 ottobre, il presidente della Regione Vito Bardi, ne ha preso atto, ma può farlo, come sembra intenzionato a fare, per quelle da consigliere regionale. Anche il capogruppo consiliare di Forza Italia, Piro, potrebbe revocare le dimissioni, anzi. Con ogni probabilità è ciò che farà, o quantomeno, come emerso nel corso dell’ultima puntata di “Oltre il giardino”, tra gli ospiti l’ex sindaca di Lagonegro Maria Di Lascio, è ciò che gli consiglia il suo avvocato difensore, Sergio Lapenna. Cupparo e Piro sono coindagati nell’ambito dell’inchiesta dell’Antimafia di Potenza che spazia dal voto di scambio alle comunali di Lagonegro, svoltesi nel 2020, fino alle nomine, ai trasferimenti, alle promozioni in Sanità, nonchè sulle strategie di controllo clientelare in vista della realizzazione del nuovo ospedale di Lagonegro. Cupparo è in piena libertà, avendogli il Riesame revocato la misura cautelare, mentre Piro, che comunque può partecipare al Consiglio, come da autorizzazione acquisita dal Gip, ha l’obbligo di dimora a Lagonegro. Non ci sarà Rocco Leone, sottoposto al divieto di dimora a Potenza e, pertanto, in base alla Severino, sospeso temporaneamente dalla carica. Leone, però, non ha mai espresso la volontà di dimettersi, al contrario di Cupparo e Piro che sarebbero già fuori dall’Assise se il Consiglio di due settimane fa, invece che rivelarsi un buco nell’acqua per mancanza del numero legale, avesse votato le surroghe. Per questo, sia Cupparo che Piro, ancora in gioco. Come spiegato a “Oltre il giardino” dall’avvocato Lapenna, Piro sarà presente «per spiegare le motivazioni delle dimissioni». Il suo difensore ha fornito anche una ricostruzione completa dei fatti. «Il 7 ottobre – ha spiegato Lapenna – Piro è stato attinto da un provvedimento di custodia cautelare in carcere. Prima del trasferimento nell’istituto penitenziario del capoluogo, l’ho incontrato presso la Caserma dei Carabinieri di Potenza. Tra le altre cose, gli ho consigliato dimettersi dalla carica di consigliere regionale. Decisione che, ad onor del vero, lui aveva già maturato. Poi è accaduto che sulle dimissioni, il Consiglio, né sull’accettazione né sul rifiuto, ha dato una risposta poiché la relativa seduta sciolta per mancanza del numero legale». «Prima di giungere alla conclusione riguardante il prossimo Consiglio – ha rimarcato l’avvocato Sergio Lapenna – secondo me va specificato anche il fatto che mentre il Riesame è un giudice terzo rispetto al Gip e che di questi ne ha annullato i provvedimenti, per Piro è lo stesso giudice che ha disposto il suo arresto che ad oggi stabilisce, dopo aver già sostituito il carcere con i domiciliari, il solo obbligo di dimora a Lagonegro. In più, lo stesso Gip ha precisato di non avergli restituito la piena libertà perché non note ancora le motivazioni del Riesame». «La decisione spetta a Piro – ha evidenziato in trasmissione Lapenna -, ma a lui dico che per me dovrebbe proporre al Consiglio regionale di rigettare la sua richiesta di dimissioni proprio perché non sono note le motivazioni del Riesame. Perché se le motivazioni del Riesame fossero addirittura sui gravi indizi di colpevolezza, ci sarebbe una situazione per cui le migliaia di persone che lo hanno votato andrebbero a farsi benedire. Piro, quindi, pone un problema non solo tecnico. Se così fosse stato, avrebbe potuto ritirare le dimissioni appena decaduta la Severino. Va oltre, invece, perchè anche da un punto di vista politico andrebbero verificate le motivazioni del Riesame». «Per me – ha concluso Lapenna – Piro dovrebbe tornare a svolgere le sue funzioni in Consiglio chiedendo una pausa di riflessione rispetto alle motivazioni del Riesame ancora da conoscere. Ciò per dare seguito sia al mandato della magistratura che al mandato politico. Il mio consiglio è quello di ritirare le dimissioni».