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PD LUCANO IN PROFONDA CRISI ANCORA “TUTTI CONTRO TUTTI”

Liquidato La Regina, si litiga sul congresso regionale

Grande è la confusione sotto il cielo del Partito democratico lucano in attesa di procedere ad un Congresso regionale che provi a mettere un pò di ordine partendo dalla rielezione di un nuovo segretario che vada a sostituire lo sfiduciato Raffaele La Regina. La teoria con cui si è usciti dall’ultima Assemblea è sempre la stessa: bisogna parlare di temi e contenuti, ma soprattutto non far volare stracci e “lavorare” all’unità del partito. Ma anche la pratica, puntualmente, è sempre la stessa: invettive al vetriolo e strali pronti a ricoprire intere pagine di giornali. Il Congresso regionale del Partito democratico non è ancora iniziato, anzi i dem hanno appena subito la sconfitta per mano del centrodestra, ma le fazioni già spuntano come funghi. Questa volta a far dividere il Pd, come se non bastassero già le guerre sollevate per le scelte effettuate in questi mesi, ci ha pensato una lettera firmata dai segretari Provinciali di Potenza e Matera, Arduino Lospinoso e Claudio Scarnato, unitamente ai segretari delle Città di Potenza e Matera – Carmine Lombardi e Luigi Gravela- rivolta al Segretario Enrico Letta, per chiedere tempi certi per la celebrazione del Congresso regionale. La richiesta che almeno all’esterno appare plausibile, considerato che il partito deve necessariamente scrollarsi di dosso le macerie da cui è sotterrato, a quanto pare non è stata una scelta condivisa. E così ecco partire dissociazioni, precisazioni, rammarico e chi più ne ha ne metta. Come se il Pd, già di suo non stesse mostrando all’esterno uno spettacolo degno di quell’ormai antico ricordo del “partito regione” dei tempi che furono, avesse bisogno di altra carne sul fuoco. Se queste sono le premesse di un Congresso che questa volta doveva essere franco e costruttivo è difficile da pensare che il Pd possa realmente rigenerare.

LA LETTERA INCRIMINATA

L’ira di alcuni membri del Pd è scaturita dalla lettera firmata da dai segretari della provincia di Potenza e Matera e dai rispettivi segretari cittadini. I 4 esponenti dem nella lettera inviata sia a Letta che per conoscenza alla Presidente Valentina Cuppi, al Coordinatore della Segreteria Marco Meloni, ed al Dirigente Organizzativo Stefano Vaccari, era finalizzata a chiedere un incontro per «approfondire la situazione del partito in Basilicata, e proponendo la celebrazione del Congresso regionale contestualmente a quello nazionale, secondo quanto già indicato nel documento approvato a larga maggioranza dell’’Assemblea Regionale dello scorso 24 ottobre». I segretari del Pd nella loro lettera sono abbastanza franchi, quando evidenziano a Letta la situazione lucana: «il dibattito che, nelle ultime settimane, ha caratterizzato il nostro partito è stato duro e avrà riverberi importanti per aprire seriamente una nuova fase politica. In Basilicata, tante e tanti democratici hanno dovuto compiere una scelta fra le più complicate della storia del Pd lucano: la maggioranza-una grande maggioranza- ha espresso con 63 voti favorevoli, 7 astenuti e nessun contrario la sfiducia al proprio segretario, peraltro eletto dopo una lunga fase di commissariamento». «Nello stesso dispositivo – continua la nota sottoscritta dai quattro- con cui veniva approvata la mozione di sfiducia, con grande senso di responsabilità e, avendo come unico interesse la tutela della nostra comunità politica, i 63 componenti dell’Assemblea Regionale hanno indicato un percorso, ispirato dalla condivisione e rispettoso della pluralità, finalizzato ad un ordinato iter congressuale, contestuale a quello nazionale, ed altrettanto aperto, che restituisca forza e credibilità al PD Basilicata».

LA SPACCATURA PIU’ PROFONDA NEL POTENTINO

Se, come abbiamo riportato nell’edizione di ieri di Cronache Lucane, il Pd materano sta tentando in tutti i modi di andare avanti e pensare alle sfide imminenti (come al rielezione del Presidente della Provincia di Matera) nel potentino le spaccature tra le diverse fazioni restano il vero perno dell’attività politica. Se infatti da Matera nessuno ha contestato la lettera inviata a Letta dai due segretari Scarnato e Gravela, da Potenza si è sollevato un coro di sdegno per la scelta di Lospinoso e Lombardi. La prima a mettere i cosiddetti puntini sulle i è stata la Presidente dell’Assemblea provinciale Pd Potenza, Emanuela Di Palma, che senza troppi giri di parole si è detta stupita e rammaricata «per un’iniziativa che non rappresenta la volontà dell’Assemblea provinciale non essendosi tenuto, all’indomani dell’insediamento e della mia elezione a Presidente, né tantomeno dopo l’atto di sfiducia nei confronti di Raffaele La Regina, alcuna Assemblea o altro momento di confronto sui temi oggetto dell’incontro richiesto». «Peraltro evidenzio che il PD provinciale di Potenza è ancora privo degli organismi di direzione politica (a partire dalla Segreteria) senza tener conto che, per effetto di scelte e fatti rilevanti, verificatisi nelle elezioni dello scorso 25 settembre 2022, andrebbe verificata la reale rappresentanza e consistenza della stessa Assemblea provinciale». Oltre al segretario provinciale di Potenza Lospinoso ad essere redarguito è stato anche quello cittadino di Potenza Lombardi. A fare eco a Emanuela Di Palma ci hanno pensato, Carmine Croce, Presidente Assemblea Pd Potenza, Lucia Sileo Vice Segretario Pd Potenza e Emanuele Desina Vice Segretario Pd Potenza: «Si evidenzia che la posizione di Lombardi è assolutamente a titolo personale non essendo stata convocata alcuna Assemblea, Direzione o Segreteria nella quale si è discusso di tale argomento e nella quale è stato dato mandato al Segretario in proposito. Vogliamo ricordare inoltre che l’Assemblea regionale ha votato solo ed unicamente la mozione di sfiducia e nessun percorso dell’iter congressuale perché, una volta decaduta l’Assemblea, dopo la mozione di sfiducia, non era possibile votare più nulla». «Si ritiene pertanto gravissimo quanto successo dal momento che la direzione di un partito non è qualcosa di privato e personale e tale si configura questo atto non essendo stata coinvolta l’intera Assise cittadina» concludono i tre.

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