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DIMISSIONI, PIRO LE RITIRA

Oggi il Consiglio regionale post inchiesta Antimafia: Cupparo tentato dal ripensarci sulla revoca, ma in pochi ci credono. Cronache l’aveva fiutato, il capogruppo di Forza Italia conferma: la mail dell’ufficialità

Cupparo preannuncia di confermare le dimissioni, Piro comunica la sua intenzione di presenziare al Consiglio Regionale e di revocare le proprie dimissioni. Sarà il Consiglio a dover decidere se accettare le dimissioni del solo Cupparo. Una decisione non meramente tecnica ma squisitamente politica con la quale l’Assemblea Legislativa dovrà decidere se le motivazioni addotte dal consigliere sono compatibili con la piena libertà nello svolgimento del mandato.

IL CORAGGIO DI PIRO

Va detto che Francesco Piro ha deciso di onorare fino in fondo il mandato ricevuto dal Popolo e di non farsi condizionare dalle indagini in corso. Una scelta coraggiosa che ricorda da vicino quella che assunse Marcello Pittella che, colpito da misura cautelare, decise di insegnare al mondo cos’è la presunzione di non colpevolezza e la democrazia che si fonda sulla separazione dei poteri. Pittella, detenuto agli arresti domiciliari, rimase per molti mesi Presidente di Regione pur sospeso, continuando a chiedere la revoca della propria misura cautelare fino a quando, sollecitato anche dal suo stesso partito che aveva la fretta di liberarsi di quello che riteneva un problema, capitolò e si dimise da innocente. Oggi Francesco Piro, innocente fino a sentenza definitiva, privato della libertà prima della condanna, decide di inseguire la stessa strada di Pittella. È troppo chiedere al Consiglio Regionale di non lasciare solo in questa sua battaglia il Capogruppo di Forza Italia? È troppo chiedere al Consiglio di difendere il principio di non colpevolezza? Il detenuto innocente Marcello Pittella, vittima di persecuzione giudiziaria avrà il coraggio e la forza di dire che Francesco Piro fa bene a non dimettersi e di invitare lo stesso Cupparo a ritirare le dimissioni? Avrà la forza di chiedere al Consiglio Regionale di respingere le dimissioni di Cupparo come segnale chiaro della difesa del principio di non colpevolezza.

IL GIP NON LIBERA LEONE

Il GIP Amodeo che ha ridotto la misura cautelare di Piro ha deciso che Leone non merita una riduzione della misura cautelare. Una decisione di cui risulta difficile trovare la giustificazione. Cupparo e Leone sono indagati per la stessa fattispecie di reato e per le medesime condotte, il Riesame nel revocare la misura a Cupparo ha dichiarato non esserci i presupposti per l’adozione della misura. L’unica differenza tra Leone e Cupparo è la dimissione presentata dal secondo e non dal primo. Si potrebbe dedurre che il Gip abbia ritenuto o fatto capire che la libertà è condizionata alla rinuncia allo svolgimento del mandato elettorale. Se così fosse sarebbe un grave sconfinamento di campo da parte della magistratura lucana, uno sconfinamento che trova un suo precedente illustre proprio nella vicenda Pittella cui le misure cautelari, furono revocate, solo dopo le dimissioni e l’annuncio di non volersi ricandidare per la Presidenza. Una coincidenza che oggi collima esattamente con la differenza di trattamento tra Leone e Cupparo. Potrebbe essere una coincidenza ma, se il Consiglio Regionale deve volare alto, non può fingere di non vedere la situazione e interrogarsi sul rischio ingerenza dell’Autorità Giudiziaria nella scelta degli eletti.

I RAPPORTI TRA I POTERI

Al di là delle differenti decisioni di Piro, Leone e Cupparo, come già abbiamo detto e scritto, ci piacerebbe che il Consiglio Regionale all’unanimità respingesse le dimissioni di Franco Cupparo. Una dimissione con la quale interrogarsi sul rapporto tra politica e magistratura e sui poteri dello Stato. È libero nella scelta delle dimissioni il Consigliere Regionale che si dimetta temendo che il rimanere in Consiglio possa essere causa di limitazione della libertà personale? Il Consiglio Regionale può accettare che tutto ciò accada senza reagire? Pochi anni fa tutto ciò accadde a Marcello Pittella, oggi accade a Leone, Cupparo e Piro le cui dimissioni sembrano essenziali per tornare liberi.

UNA DISCUSSIONE BIPARTISAN?

Si parla spesso di necessità di confrontarsi seriamente e senza preconcetti personali sulle questioni politiche di alto livello. Ci piacerebbe che accadesse in Consiglio Regionale. Una discussione nella quale parlare di ciò che è accaduto agli ultimi due Presidenti Regionali, costretti alle dimissioni per indagini dalle quali nessuno dei due è stato condannato. Una vicenda che sembra ripetersi oggi. Se è vero che senza misura cautelare ed indagini Cupparo non avrebbe mai presentato le proprie dimissioni dal Consiglio Regionale, il Consiglio può accettare che tutto ciò accada? E se fossero innocenti così come era innocente Pittella che per quelle indagini e quelle misure cautelari, applicate per un reato mai commesso si è visto costretto alle dimissioni? Il Consiglio può decidere di voltare la testa, trasformarsi in un ufficio protocollo di provincia, o può decidere di volare alto e parlare di politica seriamente. Un appello alla centralità e all’autonomia della politica che ci sentiamo di rivolgere a tutti, destra e sinistra. Sarebbe bello se oggi all’unanimità il Consiglio Regionale respingesse le dimissioni dicendo che non può essere accettata la dimissione di un Consigliere Regionale presentata sotto l’impulso emotivo di un’indagine e di una misura cautelare. Sarebbe bello ma non confidiamo in questa altezza di analisi, il tutto si svolgerà pigramente come una pratica burocratica. Al massimo ci saranno i tatticismi sulla tenuta della maggioranza e la compattezza del- le opposizioni. Il tatticismo di Vizziello e Zullino di qualche settimana fa ha dato la possibilità al Consiglio Regionale di provare a volare alto oggi. Vogliamo augurarci che non vogliano sprecarla.

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