VERTENZA TROTTA, SINDACATI IN PRESIDIO PER CHIEDERE A GUARENTE LE SPETTANZE
Sebbene il Comune stia valutando se farsi carico dell’onere degli stipendi arretrati, nulla è stato ancora risolto: 141 i lavoratori che avanzano le mensilità di agosto e settembre
Continuano le beghe sulla questione dei mancati pagamenti da parte della Trotta Bus Service, l’azienda romana che dal 2016 e fino al 30 settembre ha gestito il servizio di Trasporto pubblico potentino. Alla conta mancano le spettanze per i suoi oramai 141 ex dipendenti delle mensilità di agosto e settembre, per un ammontare complessivo che – sommate alle quote di 10 mesi di tredicesima e 4 di quattordicesima accumulate negli ultimi sette anni di gestione Trotta – arriva a circa 2milioni e 400 mila euro che spetterebbero ai dipendenti del trasporto pubblico di Potenza, ora tutti impiegati con il nuovo gestore Miccolis Spa che, pe- rò – subentrato dal 1° ottobre – verserà il primo stipendio non prima di metà novembre. Un’attesa davvero critica e, comunque, non risolutoria per delle spettanze a cui gli ex lavoratori Trotta hanno tutto il diritto di percepire per il lavoro reso. Alla luce di tali considerazioni le organizzazioni sindacali di categoria Uiltrasporti, Faisa cisal e Ugl – per il tramite dei rispettivi segretari regionali Antonio Cefola, Donato Colangelo e Donato Cappiello – si sono rivolte più di due settimane fa al sindaco di Potenza, Mario Guarente, per fargli espressa richiesta di «sostituirsi alla Trotta Bus Service e intervenire direttamente al pagamento delle spettanze maturate» affinché «si metta fine all’assurda situazione e si dia ai lavoratori quanto di spettanza senza ulteriori rinvii». Ma pare che la soluzione, ad oggi, non sia stata validata. Da qui la scelta delle organizzazioni sindacali – Filt Cgil, Cisl Fit, Uil Trasporti, Faisa Cisal e Ugl – di montare nel pomeriggio di ieri alle porte del Palazzo di Città, presso piazza Matteotti, un presidio ad oltranza fino a quando non venissero presi fattivi provvedimenti. «Siamo qui – spiega il segretario generale Uil Trasporti Antonio Cefola – perché nell’ultima riunione che abbiamo fatto con il Prefetto Campanaro, nonostante l’azienda Trotta si fosse presa l’impegno di pagare le spettanze di agosto e settembre nei tempi prestabiliti, ad oggi, non ha ottemperato in nulla. Di conseguenza, abbiamo invogliato il sindaco e la sua Amministrazione comunale ad intervenire attraverso la legge degli “Appalti Pubblici”», alludendo alla possibilità da parte del Comune di farsi carico direttamente del pagamento ai lavoratori degli stipendi arretrati avvalendosi della regolamentazione in materia di Codice degli appalti pubblici secondo cui “la stazione appaltante paga anche in corso d’opera direttamente ai lavoratori le retribuzioni arretrate, detraendo il relativo importo dalle somme dovute all’affidatario del contratto ovvero dalle somme dovute al subappaltatore inadempiente nel caso in cui sia previsto il pagamento diretto”. «Ma, ad oggi, neanche il Comune di Potenza ha ottemperato al suo impegno», evidenzia Cefola che – come tutti i delegati sindacali lì in presidio – non è a conoscenza se ci sia o meno la disponibilità economica da par- te del Comune del capoluogo lucano per poter intervenire una volta e per tutte nella risoluzione della criticità. Trotta, infatti, non è estraneo a questo genere di ritardi. Già in precedenza nel suo settennato di gestione del Tpl le organizzazioni sindacali di categoria sono dovute ricorrere al pugno duro, con vertenze e tavoli anche in Prefettura, per tentare di risolvere quella che il segretario regionale Filt Cgil Basilicata, Rocco Pace, continua a definire «una vicenda annosa». «Abbiamo avuto delle interlocuzioni – spiega Pace – con l’assessore comunale con delega al Bilancio, Gianmarco Blasi , col quale abbiamo valutato diverse possibili soluzioni al problema che attanaglia i lavoratori, però, ad oggi nulla di concreto è stato definito». Da quanto emerso nelle ultime ore, dunque, pare che il sindaco Guarente chiederà all’Agenzia dell’Entrate di utilizzare parte delle risorse pignorate e bloccate nelle casse comunali per corrispondere quanto dovuto ai 141 lavoratori in attesa della risoluzione del contenzioso tra l’Agenzia e l’azienda. In caso contrario, bisognerà attendere l’intervento di altri organi per autorizzare il pagamento definito di un’annosa questione che potrà, così, finalmente giungere al capolinea.