«NON HO FATTO NULLA DI ILLECITO»
Inchiesta Sanità, a “Oltre il giardino” l’esclusiva intervista a Piro: «L’esperienza del carcere mi ha segnato»
«Una esperienza dura che ho affrontato con determinazione, e la consapevolezza di non aver fatto nulla di quello che mi viene ascritto». Sono queste le prime parole che Francesco Piro consigliere regionale di Forza Italia rilascia in esclusiva a Cronache Tv al giornalista Paride Leporace. Sono le prime parole dopo l’inchiesta che lo ha visto coinvolto sulla sanità lucana e che lo scorso 7 ottobre portò Piro in carcere. «Una esperienza dura che non mi sarei mai aspettato di dover provare -afferma Piro a Cronache Tv-. Una esperienza drammatica che mi ha fatto crescere, perchè ho preso contezza di una realtà che probabilmente vediamo solo per televisione. E che forse tante volte non consideriamo e non valutiamo per quella che realmente è. Una esperienza che mi ha portato a riflettere e che mi ha portato anche a valutare meglio quelle azioni che metteva in campo Pannella per i detenuti. Credo che al di là del ruolo politico che potrò rivestire in futuro certamente anche da cittadino ci sarà un mio impegno verso queste persone e le strutture carcerarie che hanno bisogno di attenzione e di nuovi piani». Ora, dopo il ricorso presentato al gip, Piro – passato il 14 ottobre dal carcere ai domiciliari – è sottoposto all’obbligo di dimora a Lagonegro. Cronache Tv è riuscita in esclusiva a raccogliere il sentiment del forzista giunto a Potenza per partecipare ai lavori del Consiglio regionale che vedeva nell’odg proprio la discussione delle sue dimissioni. Dimissioni che il forzista ha deciso di ritirare per proseguire la sua azione istituzionale. Ma al di là dell’aspetto politico, quello che in queste settimane ha tenuto maggiormente banco è stato il filone dell’inchiesta che ha visto Piro tra gli imputati. Le indagini in ambito sanitario riguardano sia le attività amministrative prodromiche e deliberative inerenti al progetto di costruzione del nuovo ospedale di Lagonegro (in ordine al quale sono previsti investimenti per circa 70 milioni di euro), che quelle relative alle nomine di personale medico e paramedico all’ospedale San Carlo di Potenza. Non solo. Oggetto dell’indagine anche la campagna elettorale delle scorse comunali a Lagonegro. Su questo Piro ha chiarito che «Lagonegro è una paese di 5mila abitanti dove ci conosciamo tutti. Non mi pare che dalle intercettazioni emerge che io abbia promesso qualcosa. Sono state invece diverse persone a venire da me e chiedere qualcosa. In questi anni da consigliere regionale io ho aperto le porte a tutti: ho ascoltato centinaia di persone. Ma il 99% di queste persone non ha mai ottenuto nulla. Perchè noi non siamo certo nelle condizioni di poter risolvere tutti i problemi. Io ho a volte indirizzato queste persone verso assessori o dirigenti generali, come quello del San Carlo che continuo a definire una persona seria e disponibile. Non credo che sia stata fatto qualcosa di illegittimo o illegale». Sull’aspetto di eventuali richieste di raccomandazioni per posti di lavoro Piro ci tiene a sottolineare che «Leggevo di una stabilizzazione di un’ostetrica che aveva svolto la professione per 10 anni, che aveva 3 anni e 5 mesi e mi chiese “scusa, io rientro in questa stabilizzazione?”. Io non lo sapevo e di tutta risposta le ho detto “vai a parlare con la struttura del San Carlo e vediamo”. Una sentenza del Consiglio di Stato prevedeva che – chi avesse fatto 3 anni, 5 mesi e 20 giorni – avrebbe potuto essere stabilizzato. Ed è stato fatto, forse, per 30-40 persone. Quindi, nulla di male è stato fatto. O almeno io non mi sono reso conto di averne fatto, se non aver ascoltato e aperto le porte del mio ufficio a tutti quelli che mi chiedevano qualcosa. Ma io non ho mai promesso nulla, assolutamente». Tra gli aspetti che hanno certamente penalizzato il forzista in questo periodo è stato il tono emerso dalle intercettazioni pubblicate subito dopo il suo arresto. Frasi che Piro giustifica come: «Sfido chiunque ad aver le microspie nel proprio ufficio e nella macchina. Essere controllato e ascoltato per circa 3 anni ed essere valutato per delle parole dette magari in un momento di nervosismo o di arrabbiatura. Io non penso di aver affermato chissà che cosa: in due momenti particolari, avrò detto “mamma mia” e mi sono arrabbiato. Avrò di certo anche un carattere molto fumantino, probabilmente sono molto impulsivo. Ma da dirle certe cose a poi farle ce ne passa tanto». E tra le tante cose dette dal consigliere regionale nelle intercettazioni ne emergerebbe una definita dagli inquirenti particolarmente grave. L’episodio collegato ad una presunta intimidazione effettuata dal suocero di Piro con un’arma ma che avrebbe riguardato un’operazione dei Carabinieri . «Mio suocero è un carabiniere, il fratello di mia moglie è un carabiniere. Mio suocero ha fatto servizio fino al 1994 ed è deceduto da 10 anni. Si è parlato di una persona che mi chiedeva di essere contattata e io di tutta riposta avrei affermato “io non la posso contattare perché mio suocero mi raccontava di un’operazione di polizia” ed io ho affermato quella parola (di cui mi si è accusato). Ma, da lì a dire poi tutt’altro, penso ci sia una notevole differenza». E sui suoi presunti rapporti con persone discutibili in ambito Calabrese Piro mette un punto una volta per tutte: «Mia suocera è nata a Rosarno e vive a Lagonegro dal 1976, circa 50 an- ni. Sono andato una sola volta a Rosarno al funerale del nonno di mia moglie nel 97- 98 e da allora non ci sono mai più stato. È morta anche la nonna un po’ di tempo fa e non ci siamo andati. Quindi, voglio dire… sono cose che sono facilmente verificabili». Non è mancato un passaggio sull’aspetto più politico della vicenda. Piro non ha nascosto la sua delusione «per chi, senza leggere le carte, stesso la mattina del 7 ottobre, ha preso le distanze senza nemmeno avere contezza di cosa si stesse parlando. Ovviamente, ripeto, sono molto rammaricato anche del mio partito perché nessuno ha preso posizione. Siccome ci conosciamo credevo che un passaggio almeno dal punto di vista umano potesse essere fatto da chi riveste un ruolo di rappresentanza regionale. Invece, mi pare, che questa cosa non sia avvenuta. Lo dico chiaramente: su questa cosa sono particolarmente arrabbiato e farà le mie dovute valutazioni. Mi pare, però, di aver capito, leggendolo proprio su Cronache, che il pensiero più importante era chi dovesse coprire la carica di assessore o chi doveva prendere il mio posto in Consiglio regionale. Quindi, sono stati interessati al posto che si era liberato e questo, dal punto di vista umano, mi ha fatto male. Devo dire, invece, dal punto di vista nazionale grazie al Senatore Franco Silvestro – che era al fianco al capogruppo Ronzulli, nello stesso banco al presidente Berlusconi – che è stato sempre in contatto con la mia famiglia, mi ha telefonato subito appena appresa la notizia, mi ha anche invogliato a riflettere sulle dimissioni e mi ha garantito il sostegno pieno del presidente Berlusconi e del gruppo di Forza Italia». E sulla sua posizione oggi tra i banchi del Consiglio regionale Piro non lascia dubbi: «Come ha detto il presidente Bardi, “ognuno risponde singolarmente”. Quindi, in maniera singola, valuterò ogni tipo di argomento».