GIOVANNI PASCOLI: UN VIAGGIO LUNGO 140 ANNI
Matera, il poeta romagnolo insegnò latino e greco al liceo classico di palazzo Lanfranchi dal 1882 al 1884
Era il lontano 1882 quando un giovane professore romagnolo dopo un travagliato e lungo viaggio nell’intemperie di una notte tempestosa arrivò per la prima volta nei Sassi di Matera con una carrozza sobbalzante per tratturi pieni di buche e allora questo scenario all’epoca paurosamente buio e scarno fatto di casupole scavate nelle grotte, apparve spettrale ai suoi occhi ed egli si sentì più solo e perduto che mai. Quel professore venuto da lontano ad insegnare latino e greco nel liceo classico di Matera, hanno raccontato i suoi alunni, aveva uno sguardo talvolta malinconico pensando alla sua famiglia, talvolta trasognato quand’era rapito dai suoi ricordi, ma sempre acceso dal sacro fuoco della sua poesia. Il suo nome è Giovanni Pascoli, uno dei più grandi poeti italiani di tutti i tempi. E questo è il percorso che ogni giorno dalla frugale e umida casupola dei Sassi nella quale soggiornava, il professor Giovanni Pascoli faceva per raggiungere palazzo Lanfranchi, l’antico seminario di studi che all’epoca era il liceo classico di Matera. Pascoli entrava nel piccolo atrio e di lì andava nelle sue classi dove ad attenderlo c’erano quegli studenti che non avrebbero mai più dimenticato gli insegnamenti ricevuti da quell’uomo unico e geniale che per tutti loro era un docente ma soprattutto un fratello comprensivo e premuroso. Di anni di supplenza scolastica, Giovanni Pascoli ne trascorse ben due a Matera dal 1882 al 1884 e questo è pressappoco lo scenario che gli si presentava dopo le lunghe ore di insegnamento, terminate le quali il poeta tornava a fare i conti con la realtà di questa città fatta di Sassi allora paurosamente povera ma della cui anima Pascoli a un tratto si rese conto di non poterne più fare a meno. Ed ecco palazzo Lanfranchi oggi fresco di restauro e in tutta la sua bellezza barocca, non così splendente doveva apparire 140 anni fa al poeta romagnolo che però al suo interno riuscì a forgiare più di una generazione di studenti materani che da lui appresero i segreti della poetica e di quell’umanità della quale oggi spesso non rimane più traccia.
Un professore Giovanni Pascoli che per primo seppe dare fiducia ai suoi giovani studenti che divenuti eccellenti uomini di cultura lo hanno ricordato soprattutto come un professore che prima ancora di interrogarli era in grado di ascoltarli, loro che non erano benestanti ma che venivano anch’essi dal profondo dei sassi dove la drammaticità della vita spesso strideva con l’incanto dei classici greci e latini. Ma malgrado l’entusiasmo che Giovanni Pascoli metteva nell’insegnare, il clima malsano della casupola nella quale il poeta soggiornava, aveva ulteriormente fiaccato le sue condizioni di salute e allora generosamente la municipalità materana pensò per il poeta a una nuova residenza che non fosse più nelle grotte ma fosse sul piano gentilizio della città. Fu così che all’interno di quello che oggi è il palazzo della prefettura di Matera, un piccolo appartamento asciutto e illuminato dal sole venne destinato al poeta che potè vivere da allora in un ambiente più consono alle sue condizioni di salute. Un posto dove ancora oggi qualche solitario passante lascia uno sguardo fugace alla piccola stele apposta proprio all’esterno della prefettura e che ricorda uno dei luoghi dove 140 anni fa Giovanni Pascoli compì il suo viaggio. Certo è anche vero che Pascoli fu molto critico nei confronti dei suoi colleghi e di Matera, ma tutto questo egli fece non per offenderci bensì per ispirare in noi una risurrezione alla cultura che sebbene allora sembrasse impossibile, oggi grazie a uomini come Giovanni Pascoli è stata realizzata.