LE CENERI DEL PD LUCANO
TACCO&SPILLO
C’è da dire che non s’era mai visto un segretario nazionale annunciare in pompa magna e con tutta la solennità del caso le dimissioni e poi attaccarsi impunemente al suo posto con la balla di traghettare a congresso il PD che proprio lui con la sua guida pessima e scombinata ha reso minimo, ininfluente, fallimentare. Ora che da Enrico Letta non si potesse cavare nulla di buono e di serio per vincere la sfida di queste elezioni lo si poteva facilmente capire già dalla sua vita politica piena di ripieghi ed insuccessi, ma dargli ancora modo di far male al PD e scippargli anche quel poco di futuro che gli è pur rimasto significa davvero celebrare l’arte funeraria nel suo più alto valore politico. Eppure, come se non bastasse, dalle parti infelici della Basilicata anziché avere il coraggio di portare sul monte le proprie ceneri come invitava a fare lo Zarathustra di Nietzsche per rinascere meglio c’è ancora gente che sgomita per l’indifendibile La Regina o che peggio arriva ad affidarsi per un congresso e con un lapsus tutto freudiano proprio al suo carnefice politico che di cognome fa Letta e che di questa debacle lucana rimane il maggior responsabile. Scrive magnificamente e con spiccato senso d’attualità Hegel:“Nulla è più difficile che tener fermo ciò che è morto”.