UNITRE DI MURO LUCANO PRESENTA “IN PIEDI”
L’evento con lo scrittore Di Capua che racconta la vera storia di Telesca, “campione di sport e di vita”
È stato presentato a Muro Lucano il libro dello scrittore Donato Di Capua, “In piedi” che racconta la vera storia di un altro lucano, Donato Telesca, “campione di sport e di vita”.
A cura di Unitre Muro Lucano, presieduta da Milena Nigro, l’evento è stato calorosamente accolto dal pubblico. A dialogare con l’autore la giornalista Gherarda Cerone mentre la le musiche sono state affidate alle abili doti del professor Salvatore Cella.
Il romanzo vide la luce la prima volta in una data non casuale, il 28 agosto dello scorso anno, giorno in cui l’atleta originario di Pietragalla, campione di pesistica, gareggiò a Tokyo per le Paralimpiadi.
In copertina lo scatto di Oliviero Toscani immortala l’attimo, fatto di passioni ed emozioni. Una fotografia potente, proprio come la storia di Telesca e la penna di Di Capua.
Edito da Kimerik, il libro nasce dall’incontro quotidiano con il giovane sportivo, “una quotidianità che poi si è trasformata in familiarità, in amicizia, fino a raccontarsi senza veli– spiega Di Capua – apprezzandone l’umanità, la sensibilità, la storia della sua vita. Le pagine di “In piedi” raccontano difatti il percorso di vita del giovane atleta, segnato in tenerissima età da un grave incidente che causa l’amputazione degli arti inferiori. Un libro frutto di due anni di dialogo. La sua avventura come atleta paralimpico inizia quasi per caso, ma l’entusiasmo e la grinta sono il motore che consente al ragazzo di inaugurare una carriera costellata di traguardi eccezionali, benché non priva di momenti difficili.
“La sua famiglia è protettiva e ricca di calore umano, ma sempre attenta a trasmettergli l’importanza della forza di volontà e del duro lavoro nel conseguimento di qualsiasi obiettivo. Diventato ormai un ragazzo, è ansioso di nuove esperienze, di conoscere il mondo e di misurarsi con la vita, anche al di fuori dell’ambiente protetto in cui è vissuto. Sebbene Donato sia un ragazzo forte, che rifugge la commiserazione e cerca sempre di non demordere, non è al riparo da insicurezze e momenti di fragilità. Il suo punto di forza, perfino nei momenti di rabbia o delusione, è la capacità di far prevalere sempre la sua natura luminosa e volitiva, la sua fiducia in un Bene che in qualche modo accompagna e sostiene la sua esistenza, che si tratti della fede religiosa o degli affetti terreni”.