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SEMPRE E COMUNQUE BONUS GAS

Lunedì Consiglio regionale per le modifiche chieste dal Governo che non impugnò la legge regionale. Pittella ammonisce Bardi: «Su BankItalia esultanza offensiva, tante le criticità lucane»

«Rectius vives, Licini, neque altum / semper urgendo, neque, dum procellas / cautus horrescis, nimium premendo / litus iniquum / Auream quisquis mediocritatem / diligit, tutus caret obsoleti / sordibus tecti, caret invidenda / sobrius aula», qualsiasi studente passato o presente del liceo riconoscerà immediatamente questi versi, sono l’incipit di un’ode di Quinto Orazio Flacco. Il più grande intellettuale della storia della Basilicata, uno dei pochi uomini di lettere che ha caratterizzato la sua epoca (al tempo insieme a Virgilio) nella storia della cultura mondiale in quest’ode invita Licinio a non andare né troppo lontano né troppo vicino alla costa, né troppo in alto né troppo in bassi ma di mantenersi sempre nell’“aurea mediocritas”. Qualunque studente liceale sa che la mediocritas di cui parla Orazio non è la mediocrità, è la via mediana da percorrere perché il pino alto è più facilmente scosso dal vento e sui monti più alti si abbattono più fortemente i fulmini.

LA MALEDIZIONE DELL’AUREA MEDIOCRITAS

Le parole nel tempo si sviliscono, cambiano di significato e quel “mediocritas” si è trasformato in mediocrità, lo stare senza infamia e senza lode che sembra essere una maledizione per la Basilicata e, soprattutto, per la politica lucana. Un affresco che si mostra in tutta la sua debolezza nel tempo che viviamo nel quale servirebbero idee forti e uomini autorevoli, capaci anche di sfidare il vento alto e i fulmini che cadono sulle montagne anche con il rischio di cadere. Tutto ciò nella nostra regione non esiste.

IL RITORNELLO DEL GAS E TUTTO IL RESTO NON ESISTE

È così, mentre BankItalia descrive la morte economica della nostra Regione con tutto il comparto produttivo in ginocchio. Mentre è sotto gli occhi di tutti anni di mala amministrazione che hanno fatto finta di non vedere che anche l’accesso dell’area di servizio sull’autostrada, il Motel Park è costruito con un accesso irregolare, mentre le scelte scellerate delle moltiplicazioni delle aree industriali fantasma e di uno sviluppo economico che si impone per dominazioni successive, con un cuore ed un cervello extraregionali senza che nessuno favorisse la nascita di un’imprenditoria locale oggi causano il deserto industriale ed economico di cui parla Bankitalia e che tutti noi vediamo sotto gli occhi quotidianamente, la politica gioca il rimpiattino degli slogan e delle responsabilità. A destra, il governatore Bardi di una relazione di molte pagine prende solo il passaggio in cui si dice che la misura per il metano gratis sarà un rimedio contro l’inflazione. I cittadini pagheranno meno il metano e questo sicuramente è un bene ma non è la panacea di tutti i mali, qualcuno dovrebbe spiegare al Generale che l’inflazione cala anche nei luoghi sottosviluppati, è che la gratuità delle bollette non fermerà l’emigrazione né sarà foriero di sviluppo economico. Con questi ritmi di distruzione economica e questi livelli di emigrazione, le bollette del gas saranno gratuite ma non ci sarà nessuno a pagarle, forse qualche vecchio pensionato e qualche impiegato negli enti pubblici sopravvissuti alla voglia di inseguire i figli che hanno trovato lavoro altrove.

L’OPPOSIZIONE SI AMMIRA DI NOSTALGIA

Dall’altro lato non brilla certo l’opposizione. Luigi Scaglione ha deciso di farci notare che dalla Basilicata continua l’emigrazione, un gioco che serve a scaricare le colpe sull’attuale maggioranza. Come se fosse colpa soltanto di chi governa da quattro anni il deserto produttivo della nostra Regione, come se non dovesse la sinistra fare i conti con i propri fallimenti. Chi ha voluto il proliferare di aree industriali anche senza industrie? Chi ha consentito che le poche infrastrutture esistenti cadessero a pezzi? Chi ha voluto che l’assistenzialismo pietoso non consentisse di affrontare seriamente le riforme economiche che si dovevano fare? Per anni abbiamo inseguito la difesa dei piccoli ospedali, dei piccoli tribunali, delle piccole scuole rurali di paesi senza più giovani non accorgendoci che ci facevamo del male in una Regione dove ci sono stadi e palazzetti in posti dove non c’è più nessuno a giocare perché i giovani sono andati via. Si poteva approfittare delle opportunità di cambiamento ma non è accaduto. La destra di Governo ha la colpa di non aver avuto la forza di agire, di essersi seduta ad ammirarsi come Narciso sulla riva del lago senza mettere il coltello nella carne viva di una Regione che aveva bisogno di una scossa che non può essere data confermando i vecchi assetti di potere o modificandoli senza modificarne le prassi, la sinistra che questa regione ha governato per anni non può fingere di non fare i conti con tutto ciò che è successo. La destra ebbe fortuna, purtroppo mancò il valore e il coraggio di cambiare tutto.

L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Come il cane di Pavlov, se governa la destra, se al governo c’è la Lega immediatamente tutti gli altri insorgono contro l’autonomia differenziata. Una parola che, come il mammone per i bambini, incute timore senza che nessuno sappia né se esista né cosa sia. Lo dicono De Filippo, Summa e tanti altri che l’autonomia differenziata va fermata, chiedono a Bardi di schierarsi chiaramente contro. Lo dicono dall’alto del loro nulla facendo in un passato non troppo lontano quando al Governo accettavano e subivano lo spostamento al Nord di ogni interesse economico, il non rispetto del principio dell’equiparazione dell’investimento pro capite tra le varie aree del paese, lo dicono dopo averci preso in giro utilizzando i fondi strutturali come finanza sostitutiva e non come finanza aggiuntiva. È così, mentre nelle altre parti d’Italia si ragiona per ottimizzare il beneficio che ogni riforma possa portare al territorio e l’asse trasversale tra Emilia, Toscana, Lombardia e Veneto trascina le decisioni della Nazione, i nostri eroi giocano ai capponi di Renzo. Dell’autonomia differenziata non gliene frega niente, vogliono solo seminare zizzania, provare a lucrare qualche voto. Se avessero avuto a cuore gli interessi della Basilicata li avrebbero difesi mentre governavano ad ogni livello.

USCIRE DALLA MEDIOCRITÀ

Uscire dalla mediocrità dovrebbe essere la grande sfida per una classe dirigente locale. La sinistra lucana ad ogni livello ci ha sguazzato, la destra regionale non ha voluto, non ha saputo e non ha avuto la forza di uscire dal pantano. In questo sicuramente ha fallito. La speranza ora è riposta nei nostri rappresentanti in Parlamento. Ieri abbiamo festeggiato le loro nomine, siamo contenti per loro. Speriamo che sappiano farsi valere e che sappiano difendere il territorio anche al di là degli interessi di partito e degli equilibrismi della politica. I vostri predecessori non lo hanno fatto, ora tocca a voi provarci a svettare come pini senza temere il vento e portare una terra che merita di più, fuori da quella mediocrità cui i vostri predecessori ci hanno condannato.

Di Massimo Dellapenna

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