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PD E LEGA, SEDUTA D’AUTOCOSCIENZA

Tra cambiamento dubbio e rischio scomparsa politica: Modrone, Locantore e Pietrantuono

È andata in onda ieri ad Oltre il Giardino, condotto da Paride Leporace su Cronache Tv, l’ennesima puntata della duplice seduta di autocoscienza collettiva del Partito democratico e della Lega che da troppo tempo sta paralizzando le due forze politiche e segnando i tempi morti della politica italiana e locale. Se ne sono fatti protagonisti, interpreti e soggetti Maura Locantore e Luigi Modrone con Pietrantuono che, almeno nel finale, ha provato a descrivere uno scenario reale e non solo in negazione.

IL FRONTE ANTIDESTRA

Se la quantità di volte in cui viene ripetuto un concetto determina la centralità di quel concetto nel pensiero, è evidente che nella testa della Locantore la questione cardine è la costruzione di un “fronte antidestra”. Non si accorgono la Locantore e il Partito Democratico che il voler definire la propria identità non su ciò che si è ma su ciò che si contrasta delinea già in questa scelta una subalternità culturale. Una forza politica e sociale ma anche un individuo ha la necessità di identificare se stessa nelle proprie posizione, se lo fa nella critica delle posizioni altrui e nella contrapposizione ad esse, costruisce se stessa come antitesi e il proprio interlocutore come tesi. Un posizionamento dialogico nel quale non si identifica un essere ma un non essere che costringe ad inseguire e non a proporre. La crisi ideale e valoriale del Pd da cui scaturisce la disfatta elettorale e politica non poteva essere descritta meglio nelle sue cause e nella sua incapacità di uscire dal pantano in cui si è cacciato.

IL FRONTE REPUBBLICANO

Preconizza la costituzione di un fronte repubblicano sul modello francese Maura Locantore, sorvolando sul fatto che proprio la Francia è il luogo dove la tradizione socialista ha mostrato per la prima volta il passo rispetto alla collocazione politica e al consenso. Schiacciato tra Mélenchon e Macron, il Partito Socialista Francese, che per anni è stata la colonna portante della sinistra non comunista in Europa, è praticamente scomparso, sopravvive nella politica “spoliticata” e nella struttura senza più nessuna capacità di includere nella realtà né di interpretarla. Il rischio che corre il Partito Democratico è esattamente lo stesso, schiacciato tra Conte e Renzi-Calenda non trova una sua collocazione politica e la stessa Maura Locantore, nel trovare una ragion d’essere del Pd, deve richiamare la comunità di uomini e di donne che in quel Partito stanno bene. Non un richiamo ideale ma un appello strutturale quello di Locantore, un’identità che si ritrova soltanto nelle persone che ci sono e non nel progetto da costruire.

LA LEGA NON SA DOVE ANDARE

Non meno difficile la posizione di Luigi Modrone della Lega, fondatore del Partito di Salvini in Basilicata con un passato da dirigente del Fronte della Gioventù, di Alleanza Nazionale, della destra di Storace è sicuramente il simbolo di questa crisi identitaria dalla quale è difficile uscire. Una crisi identitaria che non riguarda Modrone, la cui identità di destra è ben chiara, ma la Lega stessa. Le identità dei fondatori della Lega in Basilicata ne sono causa e specchio, tranne Guarente che proviene dalla segreteria di Mollica, Pepe, Fanelli, Modrone sono tutti esponenti della destra lucana. Hanno trovato nella Lega una collocazione nel momento in cui la diaspora di An aveva lasciato immaginare nel Partito di Salvini lo spazio politico della destra. La ripresa elettorale di FdI, il suo radicamento territoriale, la sua rappresentanza politica ha chiuso alla Lega questo spazio. Se la destra in Italia è al 30% ed è rappresentata da FdI con tanto di fiamma tricolore nel simbolo, la Lega sarà costretta a trovarsi un nuovo spazio almeno al Sud. La crisi della Lega è tutta qui, le risse locali tra il gruppo Vizziello-Zullino e gli altri ne sono soltanto l’epifenomeno e l’imbarazzo che trapela dalle parole di Modrone nel descrivere il silenzio del Partito sulla questione ne rivela tutta la portata. Senza una visione comune la politica si riduce a posizionamento personale e oggi questo visione manca. Il capogruppo leghista in Regione Cariello organizza il tour sul Gas insieme a Mario Polese e tutto ciò rivela, più di ogni altra cosa, la sopravvivenza personale come orizzonte unico dell’azione. Modrone, che è persona seria e responsabile, su tutto ciò sorvola ma nel sorvolare ne ammette a contrariis il problema.

L’UTOPIA O LA REALTÀ VERDE?

I contenuti ce li mette Pietrantuono, parla di transizione ecologica, immagina il superamento del fossile, trasferisce questa realtà nella necessità di accompagnare Stellantis e l’area industriale di San Nicola verso questi nuovi modelli, preconizza e disegna una Basilicata verde che punta sull’ambiente. Costruisce una visione e una narrazione che non fugge dalla realtà e affonda nelle idee proprie per costruire un progetto. Si possono condividere o meno queste letture, queste idee e questo progetto ma è evidente che costruiscono una visione propria e autentica che non copre vuoti né si edifica sul l’inseguimento e la negazione dell’altro. Sono stati il perno delle rispettive coalizioni il Partito Democratico e la Lega e oggi trovano difficoltà a collocarsi e ritrovarsi. Ha ragione Margiotta nella sua intervista quando trova il coraggio di criticare il proprio Partito nella pervicace volontà auto assolutoria che scarica sugli altri le colpe della divisione. Un coraggio non da poco che delinea almeno una tattica anche omettendo il particolare strategico della disomogeneità degli elettorati e dei corpi sociali di Cinque Stelle e Italia Viva che imporrà prima o poi al Pd di dover fare una scelta tra le due opzioni in campo. Una scelta non semplice anche perché, come ricorda lo stesso Margiotta, le elezioni europee incidenti aumenteranno le differenze e non i punti di sintesi. Il vero problema è che le elezioni regionali e comunali in Basilicata si terranno prima delle europee nel momento di massima frizione tra le forze del defunto campo largo. Un problema che, ovviamente, Margiotta non può risolvere e che rischia di essere la vera tomba del centro-sinistra in Basilicata.

Di Massimo Dellapenna

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