UNITÀ DI CRISI: «LA MALABUROCRAZIA COLPISCE ANCORA, SITUAZIONE GRAVE»
Con una lettera indirizzata ai consiglieri regionali si chiede un confronto costruttivo e trasparente
«La parola “urgenza”, evidentemente, ha un significato diverso in alcuni uffici regionali e delle aziende sanitarie locali. Così come è altrettanto evidente l’esistenza di un serio problema a livello burocratico che, puntualmente, inficia l’operato svolto dalle istituzioni, in questo caso del Consiglio Regionale, mortificandone la volontà e l’autorità. Questo tipo di inefficienza, la cui genesi non ci è dato sapere se sia dovute a mera imperizia o a malafede, sta di fatto che creano situazioni drammatiche le cui conseguenze sono pesantemente pagate da cittadini e lavoratori». Comincia così il comunicato dell’Unità di Crisi della Basilicata. «Una situazione – si legge – grave ed umiliante, non solo per le strutture sanitarie accreditate in crisi e che aderiscono al nostro comitato, ma per l’intero Consiglio Regionale della Basilicata e della sua Giunta. Nonostante il Consiglio abbia emanato (ormai un mese e mezzo fa!) una chiara legge con carattere di urgenza, per tamponare la grave crisi finanziaria e lavorativa, le cui conseguenze avrebbero impattato pesantemente sulla salute dei cittadini, mettendone a rischio la vita, la (mala)burocrazia ad oggi ancora non ha dato seguito, senza fornire nessuna motivazione, a quanto stabilito dal Consiglio Regionale». Questa la lettera ai consiglieri regionali: «Egregi consiglieri, vi scriviamo con profonda angustia, rabbia e sconforto, ma è oltremodo necessario informarvi ufficialmente riguardo alla situazione ormai non più sostenibile, offensiva ed umiliante, sia per le aziende che fanno parte dell’Unità di Crisi e per i loro lavoratori e pazienti, sia per tutto il Consiglio Regionale di Basilicata, il cui lavoro è mortificato».« Questa lettera – si legge – è un ulteriore passo dovuto, segno del nostro rispetto per il lavoro fin qui da Voi svolto, che si aggiunge all’audizione in IV Commissione di giovedì 9 novembre. Disperazione e rabbia che, nostro malgrado, ci ha portati lunedì scorso a porre in atto una drammatica protesta, pur di avere l’attenzione necessaria ed emergere dalle mortali sabbie mobili in cui eravamo stati cacciati a forza di ritardi continui e mancate risposte alle nostre comunicazioni ufficiali. La questione è da affrontare alla luce del sole, con un dibattito pubblico, con un confronto leale ed operoso, abbandonando il rifiuto delle interlocuzioni e delle mancate risposte perfino alle PEC che le hanno richieste. Il non applicare puntualmente e tempestivamente una legge approvata all’unanimità in via d’urgenza, manca profondamente di rispetto all’istituzione del Consiglio regionale. È ormai evidente come questa vicenda abbia messo in luce un’altra preoccupante questione, ovvero il sistematico tentativo da parte di certa (mala)burocrazia di inficiare il lavoro del Consiglio Regionale e della Giunta». «La stessa malaburocrazia – conclude – in cui va ricercata la genesi dello stato di crisi in cui sono piombate le strutture raccolte nel nostro comitato. Benché la legge n. 29 da Voi approvata all’unanimità oltre un mese fa ”misure urgenti in materia sanitaria” Per questo ci auguriamo che l’incontro di domani sia una volta per tutte risolutivo, all’insegna della trasparenza».