BARDI E IL MIGLIORAMENTO SISMICO DEL CDX
Martedì consiglio regionale, la scossa Zullino-Vizziello non fa tremare il presidente. Per il Gen buona la 1a anche sul tema minato dell’autonomia differenziata
ELOGIO NON IMMOTIVATO AL GENERALE BARDI
Il Generale Bardi non ne sta sbagliando tante. Appare sereno, nonostante tutto e tutti. La tempra si manifesta buona. Vediamo i fatti di questi ultimi giorni. Vizziello e Zullino continuano a fare gli zuzzurelloni della politica. Così appaiono. Zullino ha un’altalena di posizioni nella sua breve ed ingloriosa attività politica nota anche agli studiosi minori di biografie politiche. A Venosa lo “stigma” della varietà di idea del “nostro” e’ ben conosciuto. In questi giorni è ritornato di moda una delle figure retoriche più in uso nella vecchissima politica. Si chiama “litote” vorrei dire a Massimo e Giovanni. Intrepidi conferenzieri. Cioè per essere semplici la “non sfiducia” annunciata. Ohime’, verrebbe da dire. Il Generale Bardi risponde: «Non inseguo nessuno, le mie porte sono aperte, non replico alle offese personali». Direi che è un mix di buona educazione, di stile istituzionale ed anche di naturale ed apprezzabile freddezza in una fase caldissima di vita istituzionale. Diciamo che tra il duo e Bardi si apre un varco ampio dentro al quale cadono “precipitevolissimevolmente” una confusa conferenza stampa di due incerti rappresentanti del popolo, diciamo senza arti nè parti in politica fra qualche mese, è una quantità incalcolabile di dichiarazioni in questi anni un po’ dentro un po’ fuori prive di senso e di consenso. Non meritano commenti politologici particolari diciamo.
BUONA LA PRIMA DEL PRESIDENTE SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA
Ma Bardi, senza fare inutili adulazioni, indovina la posizione anche sulla grande, incendiaria questione che è quella dell’autonomia differenziata. Dopo l’incontro con il mefistofelico Ministro di Bergamo, Calderoli, Bardi centra in pieno il dilemma della sua regione e del sud. La spesa storica ci penalizza, i Lep (livelli essenziali di prestazioni) sono fondamentali e propedeutici, la proposta di riforma è solo all’inizio ed ha bisogno di un lungo approfondimento. Che dire? Meglio di tanti altri a partire dai dirigenti più tenaci (si fa per dire) del quasi disciolto Pd lucano. Amendola da napoletano fa qualche carezza affettuosa ai tanti lucani che lo hanno scelto con una card sui social che annuncia battaglie sull’autonomia, Santarsiero scrive un lungo spiegone, diciamo, illeggibile un po’ confuso a tratti sgrammaticato. Usato per colpire prima di Calderoli ben altri e più vicini (a lui medesimo) politici. Sussurra quasi in silenzio qualcosa De Filippo ma da dove e dove comincera’ a combattere non sappiamo. Ci affidiamo, senza tentennamenti, al Generale non ci sono dubbi. Ha incastonato con furbizia nel comunicato anche i temi dell’energia. Opportunamente.
BARDI E LE OPPOSIZIONI SU STELLANTIS
Nell’angolo difficilissimo nel quale si trova Bardi svetta chiaramente. Provate ad investigare tra social e comunicati il di- battito nelle opposizioni. Difficile fare il censimento delle diatribe, degli scontri. Lacorazza tutti i giorni contro Cifarelli. Un martello. Accanimento terapeutico, direi. Santarsiero star del conflitto permanente. Rinnova tutti e tutto. A quando se stesso? Ci dirà. Ma voglio dire anche il silenzio e’ un ingrediente del rinnovamento. O no? Poi annoveriamo: Margiotta, Muscaridola (parlerà?), e poi tanti minori pronti alle guerre interne. Sono più appassionanti di quelle esterne o di quelle per i grandi problemi di questa terra. Il paragone tra questo mondo e Bardi con tutti gli sforzi non regge. Basta leggere in aggiunta un comunicato del capogruppo dei Cinquestelle in regione su Stellantis. Leggeri sa di cosa parla? Dubitiamo grandemente! Un frutto misto di parole e di commenti che non danno la dimensione della gravità della situazione dello stabilimento di Melfi.
LA PREVEDIBILE VITTORIA DI BARDI?
Insomma il momento è turbolento ma vediamo una scena che si ripete nella storia. Le opposizioni al Generale, quelle esterne e quelle interne alla sua ex maggioranza, sembrano ripetere la più nota delle frasi di Napoleone Bonaparte prima della tragica sconfitta di Waterloo: Wellington (come Bardi?) è un pessimo generale, prevedo la vittoria, aggiunse Napoleone, entro l’ora di pranzo! Sappiamo come andò a finire.
Di Fausti Devoti