PAPA FRANCESCO IN ASTI TRA VISITA PRIVATA E MISSIONE PASTORALE
Visita Pastorale di Papa Francesco ad Asti
Dalla Cattedrale di Asti, Santa Messa presieduta da Papa Francesco nella Festività di nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo
PAPA FRANCESCO
Francesco ad Asti: l’entusiasmo per la visita arriva fino alla Liguria
Eugenio Bonanata – Città del Vaticano
Nel piccolo santuario del Todocco, al confine tra Piemonte e Liguria, i pellegrini si domandano se Francesco si recherà anche in queste zone legatissime alla storia della sua famiglia. “A un chilometro e mezzo da qui è nata nonna Rosa”, spiega suor Lucia Giordano viceresponsabile della comunità Figlie della Madre di Gesù che anima il luogo di culto. Dal belvedere davanti si vede un piccolo tetto rosso immerso nel verde nella vallata sottostante, come mostra il documentario ‘Radici’ sull’incontro tanto atteso ad Asti realizzato da Telepace e Rete 7.
La casa della nonna
Questa era la casa della nonna del Papa, probabilmente la stalla. E tutti i fedeli restano stupiti quando le suore raccontano che certamente nonna Rosa veniva a pregare in questo santuario mariano molto amato. “Vediamo una certa contentezza nei volti della gente”, aggiunge suor Loredana de Paoli. Ed è fonte di grande soddisfazione per tutti. Secondo il vescovo di Alba, monsignor Marco Brunetti, è un elemento di speranza. “Andando pellegrini in questo santuario – afferma – potremmo anche riscoprire e recuperare alcuni tratti della vita di Papa Francesco, del suo magistero e dei suoi insegnamenti”.
Il fonte battesimale
Percorrendo un breve tratto di strada, tra noccioleti e boschi, si arriva a Piana Crixia in provincia di Savona dove si trova la chiesetta del Borgo di san Massimo. “È divenuta ormai famosa perché qui venne battezzata nonna Rosa”, dice il parroco don Taddeo Livero illustrando l’antico fonte battesimale collocato all’ingresso. La piccola comunità vive con emozione il legame con le origini di Papa Francesco, che riportano alla fine dell’Ottocento. “Le anziane parenti di Rosa Vassallo – sottolinea il sindaco Massimo Tappa – la descrivevano come una donna di Chiesa, semplice e buona”.
Il piemontese appreso da nonna Rosa
La nonna visse in questa zona per alcuni anni prima di trasferirsi a Torino. Ed è una zona molto significativa per la formazione del Papa, secondo Orsola Appendino che è una delle massime esperte della storia dei piemontesi emigrati in Argentina e della genealogia di papa Francesco. “Lui – piega – ha sempre detto di aver imparato il piemontese dalla nonna, la quale lo ha appreso nei suoi primi anni di vita in questo territorio dove, sebbene sia in Liguria, si parla da sempre il piemontese ‘langhetto’”.
Famiglia, anziani e accoglienza
Anche nella vicina Cortemilia ci sono luoghi significativi, come la Chiesa di san Pantaleo dove ricevettero il battesimo la mamma di nonna Rosa, Angela, e la zia che si chiamava anche lei Rosa e che la accudì amorevolmente a Torino. Anche per questo il Papa è amatissimo. “La grande umiltà e generosità sono anche nostre caratteristiche”, racconta il sindaco di Cortemila Roberto Bodrito: “Noi ci riconosciamo molto nel suo messaggio”. Parole che ricordano il valore della due giorni piemontese del Pontefice, all’insegna della famiglia, degli anziani, dell’accoglienza.
“Questa terra – precisa monsignor Brunetti – era molto povera e il fenomeno dell’emigrazione l’ha segnata per lungo tempo”. Il Santo Padre – prosegue – è portatore e frutto di questa cultura. “Una cultura silenziosa, molto laboriosa e seria. Tutto questo è stato l’humus dov’è cresciuto grazie all’educazione ricevuta da nonna Rosa che trasudava di questi valori tipici dell’Astigiano, dell’Albese, del Monferrato e delle Langhe”
Il Papa in Piemonte, Nella Bergoglio: qui custodiamo le sue radici
Alessandro De Carolis e Eugenio Bonanata – Città del Vaticano
Il Piemonte abbraccia il Papa, che per un giorno riserva tutto lo spazio agli affetti di famiglia, in particolare con la visita alla cugina Carla Rabezzana, da pochi giorni novantenne, residente a Portacomaro, e poi – dopo aver fatto tappa nella locale casa di riposo – alla cugina Delia Gai, che vive con altri parenti nella località di Tigliole.
L’arrivo a Portacomaro
Francesco è arrivato in elicottero al campo sportivo di Portacomaro Stazione, in provincia di Asti, poco prima di mezzogiorno, accolto dal parroco della frazione, don Luigino Trinchero, e dopo una breve sosta nella chiesa locale si è diretto in auto dai suoi familiari salutato da qualche centinaio di persone assiepate lungo la strada, che hanno fatto ala ai primi istanti di una visita dal carattere strettamente privato.
La visita a una casa di riposo e a Tigliole
Dopo il pranzo con la cugina, che lo ha accolto con un abbraccio, il Pontefice ha fatto visita, alle 15.30, ad una casa di riposo e ospitalità per anziani poco distante, rivolgendo agli ospiti un breve saluto nel salone e conversando individualmente con loro, prima di dare loro la sua benedizione. Il Papa si è poi recato a Tigliole, frazione San Carlo, per far visita a un’altra cugina. Domani, alle 11, si terrà il primo momento pubblico in terra piemontese, con la Messa presieduta nella cattedrale di Asti.
Una lunga storia di famiglia
L’intera visita è l’occasione per riandare con la mente al passato, a quelle che un’altra cugina di Francesco, Nella Bergoglio, sottolinea siano “le terre delle sue origini”. Nella Bergoglio condivide con il Papa il trisnonno Giuseppe e in una intervista nell’ambito del documentario ‘Radici’ – realizzato da Telepace e Rete 7 in occasione della visita del Papa ad Asti – precisa di essere nata proprio in quel casale chiamato Brico Marmorito che si trova nel territorio della città ai confini di Portacomaro. “Francesco – dice mostrando una foto – veniva qui a trovare gli altri parenti quando si recava a Torino dai cugini più stretti”.
L’emozione è grande per l’arrivo del Pontefice nella città piemontese. Sembra un po’ il clima che si respirava all’indomani del 13 marzo 2013, dicono dalla redazione della Gazzetta d’Asti. “All’inizio – afferma il giornalista Stefano Masino – erano in pochi a sapere delle origini piemontesi di Papa Francesco”. Giancarlo Libert, appassionato di storia dell’emigrazione piemontese in Argentina, fu il primo a parlarne attraverso i suoi libri. “Le notizie che avevo avuto – racconta – sono state pubblicate nel 2005 (titolo del libro Astigiani nella Pampa): intorno al 2003-2004 avevo già preso contatti con parenti in Piemonte proprio per avere delle informazioni”. Un filone di ricerca sviluppato negli anni successivi grazie al contributo di Orsola Appendino.
La telefonata di Natale
Anche Nella Bergoglio ha iniziato a livello epistolare il suo rapporto con il Santo Padre prima dell’elezione al soglio di Pietro. Poi, il giorno di Natale del 2021, ci fu una telefonata. Quando dall’altro capo sentì una voce che diceva “sono Papa Francesco”, lei rispose: “Eh! E magari io non ci credo”. Poi, soggiunge, “ho capito che era proprio lui: mi sono emozionata, ho pianto, sono andata in tilt e non ricordo cosa ci siamo detti”. La signora conserva ancora traccia di questa telefonata sul suo cellulare. Le lettere, invece, sono conservate all’interno di una scatola. Mentre nel suo cuore sono custoditi tutti gli incontri avvenuti dopo il 2013 a Santa Marta e a margine di qualche udienza in Vaticano. “Anche questo rapporto coi parenti che ha sempre mantenuto vivo – chiosa il direttore della Gazzetta d’Asti, don Dino Barberis – dimostra l’attaccamento del Papa a queste terre e alle sue origini piemontesi”
Archivi e certificati
La piccola Portacomaro che fa da cornice a questa giornata di affetti e ricordi è in trepidazione, la speranza è di poter anche solo intravedere il Papa. “Nella nostra Chiesa parrocchiale – ricorda il sindaco Alessandro Balliano – è stato battezzato il nonno del Papa, Giovanni, mentre al cimitero sono sepolti alcuni suoi avi”. Tanta gioia anche a Montechiaro d’Asti. La famiglia Bergoglio visse in questo territorio per alcuni anni presso la cascina “Pellerina” prima di trasferirsi a Portacomaro. Nella Chiesa del paesino dedicata a San Bartolomeo si trova il fonte battesimale dove nel 1857 venne battezzato il bisnonno del Papa che si chiamava Francesco. Il parroco Don Emanuele Baviera parla dell’entusiasmo e delle ricerche d’archivio che negli anni scorsi portarono al ritrovamento di questo certificato di battesimo, oggi custodito gelosamente presso il municipio dove il sindaco Paolo Luzi lo mostra con un certo orgoglio.
“Fa parte di noi e lo amiamo ancora di più”
C’è da tener presente che da queste parti tuttora ci sono famiglie con questo cognome. “Quando si presentano, a noi viene subito un sussulto”, confida don Emanuele che racconta di un incontro avuto nei giorni scorsi con una parente in una comunità nei dintorni: “Sono rimasto impressionato vedendo lo stile, lo slancio e la simpatia che si possono rinvenire anche nel Santo Padre”. Le origini sono importanti, dice ancora il sacerdote, “ma qui si tratta del Papa e io mi emoziono sempre tanto”. La gente del luogo considera il Papa uno di loro. “Il fatto di sapere che qui abbiamo un pezzo delle sue origini – conclude don Emanuele – ci spinge ad amarlo ancora di più”
Ultimo aggiornamento alle ore 16.30 del 19 novembre 2022
Il Papa: costruire fraternità in tempi di “carestia di pace”, dall’Ucraina a Gaza
Fausta Speranza – Città del Vaticano
Il nostro tempo sta vivendo una carestia di pace: così il Papa all’Angelus, recitato nella Cattedrale di Asti al termine della Messa, ha invitato tutti a farsi construttori di fraternità, con un pensiero in particolare ai giovani che nella Solennità odierna di Cristo Re celebrano, dal 2021, la Giornata Mondiale della Gioventù (Gmg), ed erano presenti alla celebrazione in più di un centinaio, dalle diverse zone della Diocesi.
Il pensiero all’Ucraina
Poi la sua preghiera per la martoriata Ucraina e per le vittime dell’incendio nel campo profughi a Gaza.
Stiamo vivendo una carestia di pace, pensiamo a tanti luoghi del mondo flagellati dalla guerra, in particolare alla martoriata Ucraina. Diamoci da fare e continuiamo a pregare per la pace!
Il dolore per le vittime a Gaza
Preghiamo anche per le famiglie delle vittime del grave incendio avvenuto nei giorni scorsi in un campo di rifugiati a Gaza, in Palestina, dove sono morti anche diversi bambini. Il Signore accolga in cielo quanti hanno perso la vita e consoli quella popolazione così provata da anni di conflitto.
Francesco ha richiamato alla mente il tema proposto oggi alla riflessione per questa giornata ma che sarà anche il tema della prossima Gmg che si terrà nel 2023 a Lisbona in Portogallo, rinnovando l’invito a partecipare. Il tema è: “Maria si alzò e andò in fretta” e il Papa ha spiegato:
La Madonna fece questo quand’era giovane, e ci dice che il segreto per rimanere giovani sta proprio in quei due verbi, alzarsi e andare. Alzarsi e andare: non restare fermi a pensare a sé stessi, sprecando la vita a inseguire le comodità o l’ultima moda, ma puntare verso l’Alto, mettersi in cammino, uscire dalle proprie paure per tendere la mano a chi ha bisogno.
La vera trasgressività
Dunque il forte invito ai giovani:
E oggi ci vogliono giovani veramente “trasgressivi”, non conformisti, che non siano schiavi di un cellulare, ma cambino il mondo come Maria, portando Gesù agli altri, prendendosi cura degli altri, costruendo comunità fraterne con gli altri, realizzando sogni di pace!
La preghiera a Maria Regina della Pace:
Invochiamo ora la Regina della pace, la Madonna, a cui è dedicata questa bella Cattedrale. A lei affido le vostre famiglie, i malati e ciascuno di voi, con le preoccupazioni e le buone intenzioni che portate nel cuore.Al termine di questa Celebrazione
Il ringraziamento alle autorità e alla comunità di Asti
Desidero esprimere la mia riconoscenza alla Diocesi, alla Provincia e alla Città di Asti: grazie per l’accoglienza calorosa che mi avete riservato! Sono tanto grato alle Autorità civili e religiose anche per i preparativi che hanno reso possibile questa desiderata visita. A tutti vorrei dire che a la fame propri piasi’ encuntreve! [mi ha fatto piacere incontrarvi]; e augurarvi: ch’a staga bin! [state bene!]
Un pensiero e un abbraccio speciale ai giovani:
Grazie di essere venuti numerosi oggi!
Il simpatico saluto in dialetto:
A la fame propri piasi’ encuntreve! [mi ha fatto piacere incontrarvi] ch’a staga bin! [state bene!]
Francesco ad Asti: Cristo, Re dalle braccia aperte, ci vuole coinvolti e non spettatori
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Il nostro Re “apre la braccia a tutti” dal trono della croce, e “non punta il dito contro nessuno”, e “a brasa aduerte” ti dice “che niente di te gli è estraneo, che vuole abbracciarti, rialzarti e salvarti così come sei, con la tua storia, le tue miserie, i tuoi peccati”. Ci chiede però di chiamarlo per nome, come ha fatto sul Calvario il buon ladrone, in confidenza con lui, non da spettatori ma da “coinvolti”, e intercedere per le sofferenze del mondo, sporcandoci le mani, insomma “di farci servi per regnare con Lui”. Questo il messaggio dell’omelia di Papa Francesco nella Messa per la solennità di Cristo Re dell’universo, celebrata nella cattedrale di Asti.
Il rito dell’accolitato per il giovane Stefano Accornero
Nel grande tempio gremito di più di 4 mila persone, il Papa fa il suo ingresso dopo il saluto alla città in papamobile, accompagnato dall’inno della Giornata Mondiale della Gioventù di Roma 2000 “Jesus Christ, you are my life”, e dai giovani dell’equipe di pastorale giovanile che portano la croce realizzata per la celebrazione. Poi istituisce accolito il seminarista astigiano Stefano Accornero, invitando tutti “a pregare per lui, perché vada avanti nella sua vocazione e sia fedele” all’inizio dell’omelia. Ma chiede anche di pregare “per questa Chiesa di Asti, perché il Signore invii vocazioni sacerdotali, perché come voi vedete la maggioranza sono vecchi, come me. ci vogliono preti giovani, come alcuni di qua che sono bravissimi. Preghiamo il Signore perché benedica questa terra”.
E da queste terre mio padre è partito per emigrare in Argentina; e in queste terre, rese preziose da buoni prodotti del suolo e soprattutto dalla genuina laboriosità della gente, sono venuto a ritrovare il sapore delle radici. Ma oggi è ancora una volta il Vangelo a riportarci alle radici della fede. Esse si trovano nell’arido terreno del Calvario, dove il seme di Gesù, morendo, ha fatto germogliare la speranza.
Gesù, un Re “appeso ad un patibolo”
Con la sua morte Gesù, ricorda Francesco, “ci ha dato la vita eterna”. E guardando a Lui, al Crocifisso, vediamo che è un “re dei Giudei” come scritto sulla croce, diverso da tutti gli altri. Non “un uomo forte seduto su un trono”, ma tutto il contrario, “appeso ad un patibolo”.
Il Dio che «rovescia i potenti dai troni» (Lc 1,52) opera come servo messo in croce dai potenti; ornato solo di chiodi e di spine, spogliato di tutto ma ricco di amore, dal trono della croce non ammaestra più le folle con la parola, non alza più la mano per insegnare. Fa di più: non punta il dito contro nessuno, ma apre le braccia a tutti. Così si manifesta il nostro Re: a braccia aperte, a brasa aduerte.
IL MESSAGGIO DEL VESCOVO MARCO A PAPA FRANCESCO: “CI PIACE PENSARE CHE ASTI, LA TERRA DELLE SUE RADICI FAMILIARI, POSSA ESSERE L’INIZIO DEL MONDO”
Al termine della celebrazione eucaristica il vescovo di Asti Marco Prastaro ha voluto salutare il Santo Padre con un messaggio di ringraziamento speciale.
Messaggio raccolto da Papa Francesco con la sua ironia.
Monsignor Prastaro in un passaggio ha fatto riferimento alle radici astigiane di Papa Bergoglio e al suo arrivare “quasi dalla fine del mondo”, auspicandosi quindi che Asti possa essere quindi l’inizio del mondo.
E il Santo Padre ha subito ribattuto:
“Coraggioso questo vescovo a dire che Asti è l’inizio del mondo”
strappando una risata anche ai fedeli che assiepavano la Cattedrale.
ECCO IL MESSAGGIO COMPLETO DEL VESCOVO MARCO PER IL SANTO PADRE
Santo Padre al termine di questa celebrazione eucaristica desidero ringraziarla a nome di tutta la comunità astigiana per questo incontro che abbiamo tanto atteso.
Quando venne eletto Papa lei disse di essere stato preso “quasi alla fine del mondo”
Oggi, ci piace pensare che Asti, la terra delle sue radici familiari, possa essere l’inizio del mondo
E lo è veramente, perché qui con Lei abbiamo rinnovato le radici della nostra fede.
L’Eucarestia, La Parola di Dio, il ministero petrino, la fraternità che ci fa essere comunità, la presenza dei poveri – carne di Cristo -, tutto ci parla della presenza di Gesù fra noi. Di quel Gesù con il quale sempre nasce e rinasce la gioia.
Qui, dall’inizio del mondo, oggi rinnoviamo il nostro impegno missionario a portare la gioia del Vangelo fino alla fine del mondo, in ogni periferia esistenziale che incontreremo.
Grazie con tutto il cuore della sua presenza fra noi e del tempo che ci ha dedicato, grazie di averci confermato nella fede e dell’affetto così particolare che ci ha riservato.
Grazie della sua visita, e torni quando vuole questa è casa sua!
Nel frattempo, noi continueremo a pregare per Lei