MAXI SEQUESTRO DA 5 MILIONI DI €
Bancarotta e debiti erariali, il gip emette 5 ordinanze cautelari reali: i nomi delle aziende coinvolte. Bancarotta e debiti erariali, Procura di Potenza e GdF: indagini a raffica
Eseguite dalla Guardia di Finanza di Potenza 5 ordinanze di applicazione di misura cautelare reale, riferite ad altrettanti contesti investigativi, che complessivamente hanno consentito di sottoporre a vincolo oltre 4 milioni e 900 mila euro. Il Gip, sulla base degli elementi di prova raccolti, ha ritenuto raggiunta la soglia indiziaria richiesta dalla legge per l’adozione dei provvedimenti ablativi, a testimonianza dell’efficacia dell’azione investigati- va svolta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo e dalla Guardia di Finanza nel contesto dell’azione investigativa riguardante diffuse e insidiose forme di criminalità economico-finanziaria. I relativi provvedimenti sono stati emessi nella fase delle indagini preliminari, allo stato delle attuali acquisizioni probatorie e, in attesa di giudizio definitivo, per tutti i soggetti indagati vale la presunzione di non colpevolezza.
IL TRIANGOLO TEILE
Il primo provvedimento nasce da tre verifiche fiscali eseguite dal Nucleo Pef di Potenza nei confronti di 3 società: Teile Communications Srls, con sede a Potenza, Teile Motor Sports Srls, con sede a Potenza, Teile Srl, già SpA, ora con sede ad Avellino, facenti capo agli imprenditori veneti Carlo Maschera e Nicola Fascina. Durante le verifiche fiscali è stato ricostruito a livello indiziario «un complesso e fraudolento schema di fatturazione tra le suddette imprese, finalizzato alla creazione di crediti tributari non spettanti e all’evasione dell’Iva, accumulando importanti debiti erariali». In merito, il Gip ha previsto il sequestro, diretto e per equivalente, della somma complessiva di oltre 2,2 milioni di euro.
RAMO D’AZIENDA: LA CESSIONE SOSPETTA
Il secondo provvedimento è relativo all’ipotesi di una indebita cessione di ramo d’azienda, che a livello indiziario si è ritenuto da parte del Gip, integrasse la fattispecie delittuosa della bancarotta fraudolenta contestata dalla Procura. In sostanza, sulla base delle investigazioni svolte, emergeva a livello indiziario che Rocco Ciaglia, amministratore pro tempore della Ciaglia costruzioni Srl, con sede a Bella, in vista dell’imminente fallimento della società, con l’esclusivo fine di distrarre i beni societari, avrebbe ceduto, a favore della Geoset Geo-Solutions for the environment and territory Srl con sede a Potenza, rappresentata da Maria Colangelo, ma riconducibile, di fatto, al medesimo amministratore, l’intero compendio aziendale ad un prezzo notevolmente inferiore al valore reale, facendo venir meno, altresì, l’autonomia funzionale della società e, quindi, la possibilità di fronteggiare le ordinarie obbligazioni sociali, cagionando uno stallo operativo che ne ha provocato il fallimento, con pregiudizio ai creditori. Il Gip ha disposto il sequestro del ramo d’azienda ceduto, valorizzato in circa 700 mila euro.
IL CASO DELLA MERIDIONALE COSTRUZIONI SRL
Il terzo provvedimento è frutto di un’attività di indagine condotta dal Gruppo di Potenza che ha portato alla denuncia di Vincenzo Rocco Spera e Emilio Nicola Spera, originari di Brindisi di Montagna, rispettivamente rappresentante legale e amministratore di fatto della fallita Meridionale costruzioni Srl (già Petrucco inerti Srl), con sede a Potenza, in concorso con Sonia Ceglie, rappresentante legale della Grava Srl, con sede a Pignola, per le ipotesi delittuose di bancarotta documentale e fraudolenta aggravata emerse a livello indiziario. Nel dettaglio, risultava dalle indagini svolte dalla Procura, a livello indiziario, che gli Spera distraevano il patrimonio della Meridionale costruzioni Srl, mediante la cessione di un ramo d’azienda, comprensivo di beni materiali e immateriali e del marchio registrato “Petrucco inerti”) alla Grava S.r.l. e la vendita, notevolmente sottostimata, di un suolo con locale-deposito siti in Tito ad altra società di Emilio Spera, che cagionavano un danno patrimoniale alla fallita di almeno 750 mila euro circa. Inoltre, risultava, sempre a livello indiziario, che prima del fallimento sottraevano e non consegnavano agli Organi di controllo i libri e le altre scritture contabili così da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio o del reale movimento degli affari della società. Il Gip ha disposto il sequestro dei beni ceduti, valorizzato in circa 750 mila euro. Gli altri due provvedimenti, invece, costituiscono il frutto della stretta sinergia tra Procura della Repubblica, Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza, finalizzata a rafforzare il coordinamento investigativo nel settore dei reati tributari. Le due ordinanze di applicazione di misure cautelari reali, sono state emesse dal Gip nei confronti di Giuseppe Musco, nella sua qualità di rappresentante legale e liquidatore della Aspi service Srl, in liquidazione, con sede in Venosa e Salvatore Cortese, nella sua qualità di rappresentante legale pro tempore della General solution service Società Cooperativa, con sede a Lavello, poiché hanno omesso di versare l’Iva dovuta per un importo rispettivamente di circa 350 mila euro e circa 962 mila euro. In questo caso il provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Gip ha ad oggetto le disponibilità finanziarie, beni mobili e immobili, per un importo corrispondente al profitto dei reati ipotizzati come innanzi indicato.