MURO COMMEMORA LE VITTIME DEL SISMA DELL’80
Zamberletti scelse il paese per celebrare il 1°anniversario, restano però aperte ferite anche urbanistiche
Muro Lucano ha celebrato le vittime del terremoto del 1980.
«È doveroso ricordare il nostro passato -asserisce il Sindaco Giovanni Setaro- una ferita lunga oltre 40 anni che ha stravolto la storia e la vita di un popolo. Fu una grande tragedia che segnò anche la forza di un popolo, capace di rinascere dalle macerie. Quest’anno il simbolo della rinascita è il campo sportivo, area base di emergenza di quei giorni terribili».
È stata così celebrata la Santa Messa presso la Chiesa S. Andrea Apostolo, con Padre Thomas, ed il successivo lancio delle lanterne in memoria delle vittime.
Muro Lucano fu tra i Paesi dichiarati disastrati. Il paese fu scosso violentemente, 21 furono le persone che persero la vita.
Immani anche i danni al patrimonio storico, artistico e urbanistico: «crolli, impianti dell’illuminazione pubblica divelti con fili elettrici penzolanti. Lo strazio maggiore lo comunicava la disperazione delle persone che, sconvolte e traumatizzate, correvano in cerca di familiari che al momento della scossa erano in giro per il paese» ha raccontato a Cronache Mario Melucci, all’epoca Assessore e stretto collaboratore del Sindaco in carica Iasilli – Ai cittadini fu immediatamente impartito l’ordine di allontanarsi dal centro abitato, indirizzandoli in aree esterne al paese che gravitavano nelle vicinanze delle loro abitazioni. Furono decisi i primi raggruppamenti: Campo sportivo, Cappuccini, San Vito, Capodigiano. Singoli gruppi si organizzarono autonomamente. Già verso mezzanotte avevano preso forma embrioni di comunità.
Molti furono i gruppi organizzati di giovani che accorsero da Puglia e Calabria. Poco dopo arrivarono volontari, tecnici e amministratori inviati dal Comune e dalla Provincia di Reggio Emilia con i quali Zamberletti fece gemellare Muro. Tra tutti i Comuni terremotati, della Campania e della Basilicata, scelse Muro per commemorare il primo anniversario del terremoto. In quei giorni prese forma quell’organizzazione che sarebbe diventata la Protezione Civile.
Si era riusciti a rimediare alla situazione di emergenza ma il paese era uscito sconvolto e smembrato. Le aree dei prefabbricati costituivano satelliti a sé stanti con nuclei abitativi non comunicanti e ognuno ripiegato e gravato dagli enormi problemi individuali».
A distanza di decenni, resta ancora una ferita aperta che continua ad incombere nelle vite ed inevitabilmente sul territorio. «È doveroso ricordare – sottolinea oggi il Sindaco Setaro– che se pur la ricostruzione è avvenuta per la gran parte, molte risorse destinate al territorio del cratere giacciono dimenticate dal Governo Centrale. Dispiace notare che, a differenza di altri luoghi dove, a seguito di tragedie analoghe, gli aiuti economici sono stati più sostanziosi e la ricostruzione più rapida, camminando per i nostri borghi vediamo ancora case cadute e mai ricostruite.
Sarà necessario far giungere al nuovo Governo le istanze inattese della Basilicata e della Campania, che aspettano ancora una parte delle economie della ricostruzione che giacciono in Banca d’Italia in un capitolo dedicato di circa 200.000.000,00 di euro».