REGIONE, BYE BYE NAPOLETANI
Dopo Calenda e Grauso non rimarrà più nulla del terzetto che tanto male ha fatto alla Basilicata: Ferrara si dimette
Così come già fatto da Fabrizio Grauso, ex capo di Gabinetto della Regione Basilicata, anche per l’altro elemento del copia e incolla che il presidente Bardi fece dall’ex governatore campano Caldoro, fine anticipata del mandato. Ultimi giorni a via Verrastro per il dirigente regionale del settore Amministrativo, nonchè, con una commistione impropria o quantomeno non naturale tra funzioni di indirizzo politico e funzioni di controllo e legittimità, segretario generale della Giunta, Antonio Ferrara. L’incarico di responsabile del settore legislativo e di consulenza giuri- dica del Gabinetto del Presidente Bardi, gli fu conferito con decreto presidenziale nel giugno del 2019, previo nulla osta nullaosta del Direttore dell’Istituto di provenienza del napoletano classe ‘61, l’Istituto di studi sui sistemi regionali, federali e sulle autonomie “Massimo Severo Giannini”. Il mandato sarebbe dovuto durare tanto quanto quello di Bardi, ma effettiva del mandato del Presidente a patto che in uguale misura nel tempo avesse retto il rapporto fiduciario tra i due. Rapporto fiduciario, però, irrimediabilmente incrinato. Rispetto alla revoca dell’incarico, che ha un suo peso specifico, l’opzione scelta per l’addio parrebbe essere quella delle dimissioni che già oggi potrebbero essere comunicate ufficialmente. Poi, come da cronoprogramma preventivato, circa una settimana ancora di lavoro, per il passaggio di consegne. Se ne andrà dalla Basilicata, rimanendo indagato, insieme ad altri 39, nell’ambito dell’inchiesta dell’Antimafia di Potenza sulla Sanità lucana e il contestato voto di scambio alle comunali di Lagonegro del 2020. Ferrara sarà anche un ricercatore, ma sul campo non uomo di azione. Da segretario di Giunta regionale, per esempio, non di rado, fuori binario. Circa due settimane fa, a riscontro, la relazione della Corte dei Conti di Basilicata, che già aveva nel mirino Ferrara per il lauto stipendio, sull’analisi della normativa regionale del 2021. Riportate criticità afferenti a profili sostanziali che di carattere addirittura formale. Il segretario napoletano, colpito e affondato nel ruolo che Bardi gli aveva affidato scegliendolo anche per l’ipotizzata «adeguata capacità ed esperienza nel campo della progettazione e produzione normativa». Sia per Grauso che per Ferrara, come anche, si potrebbe aggiungere, per l’ex capo Ufficio stampa della Giunta, Massimo Calenda, anche lui via con largo anticipato rispetto alla fine della legislatura, la Regione Basilicata non si è rivelata il “buen retiro” che aveva immaginato. A breve del trittico campano presidenziale dei dirigenti apicali, frutto delle primissime scelte del governatore Bardi, alla prima esperienza politica, non rimarrà più traccia: neanche un sopravvissuto tra i 3. Legislatura andando, il presidente Bardi un passo alla volta continua a correggere via via il tiro su alcune importanti scelte che quasi nell’immediato della proclamazione degli eletti aveva deciso di fare.
A. CAPPONI