PEPE, TROMBATO QUASI FELICE
TACCO&SPILLO
Deve essere stata sofferta e particolarmente assillante la supplica indirizzata al cuore immacolato di Matteo Salvini se alla fine Pasquale Pepe, uscito con le ossa rotte alle elezioni politiche, ha acchiappato uno strapuntino che salvasse almeno un po’ del suo onore dopo tutte le figuracce rimediate, compresi i proclami della rivoluzione che non c’è mai stata. Così ci ha pensato Roberto Marti, piazzato alla presidenza della commissione cultura, a dare notizia dell’incarico al sindaco di Tolve come consigliere del vice premier leghista e contestualmente della nomina a commissario regionale. Ora però l’effetto dell’implorazione ci pare davvero poca cosa rispetto alle mire rivendicative d’intascare un sottosegretariato che pure il suo sacrificio avrebbe potuto far raggiungere nonostante la sua insopportabile boria di sbandierare sempre trionfalismo quando invece s’è perso di brutto. Eppure se una volta per tutte la smettesse d’indossare le vesti del capetto di corrente e fosse invece capace di merito e cultura di risultato cambierebbero molte cose che non ci piacciono del centrodestra ed anche della Lega, ormai ridotta ad un cenacolo di spartonze, chiacchiere e dispetti. Scrive Stanisław Jerzy Lec:“A volte qualcuno stanco di rivoluzione si riposa nella poltrona del potere”.