IL GUARDASIGILLI CARLO NORDIO IN COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL SENATO ANNUNCIA PROFONDA REVISIONE DELLE “INTERCETTAZIONI”
Il ministro CARLO NORDIO al Senato annuncia: riforma del processo civile per giugno
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🔹IL GUARDASIGILLI CARLO NORDIO IN COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL SENATO ANNUNCIA PROFONDA REVISIONE DELLE “INTERCETTAZIONI”
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio:
“Non è ammissibile che le intercettazioni finiscano sui giornali”
In Commissione al Senato ha elencato le linee guida del dicastero: ci sono le riforme di codice penale, custodia cautelare, norme sull’insolvenza.
ANM: le intercettazioni sono uno strumento importantissimo
Il ministro Carlo Nordio ha presentato le linee guida del suo mandato in via Arenula intervenendo in audizione alla Commissione giustizia del Senato:
“L’omogeneità di questo Governo e la solidità della maggioranza consentono di approvare” una serie di misure “di vasta prospettiva che consentano di risolvere le criticità” della giustizia, che sono “infinite” e “costituiscono un elemento di freno della nostra economia e di disincentivo agli investimenti, comportando, secondo la Banca Mondiale e altri studi qualificati una perdita pari a quasi il 2 per cento del Pil”
Sul tema della disciplina delle intercettazioni, ha annunciato che ne verrà fatta
“una profonda revisione, vigileremo in modo rigoroso su ogni diffusione che sia arbitraria e impropria”
Secondo Nordio le intercettazioni attraverso la “diffusione selezionata e pilotata” sono diventate “strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica. Non si è mai vista una condanna sulla base delle sole intercettazioni“
Soprattutto:
“non è più ammissibile che le conversazioni finiscano sui giornali. Non sarà più tollerata la fuga di notizie in merito alle intercettazioni. Verranno avviate subito le ispezioni. Vigileremo in modo molto rigoroso su ogni diffusione che sia arbitraria e impropria”
L’uso delle intercettazioni in Italia è “di gran lunga superiore alla media europea e alla media dei paesi anglosassoni con costi elevati” ed esiti che
“spesso non concludono nulla”
Tra le priorità, ha poi fissato
“la modernizzazione del sistema carcerario”
poiché “è irrazionale che le stesse strutture debbano ospitare detenuti condannati in via definitiva e quelli in attesa di giudizio. In merito alla carcerazione preventiva, il paradosso più lacerante è che, tanto è facile oggi entrare in prigione prima del processo, da presunti innocenti, quanto è facile uscirne dopo la condanna, da colpevoli conclamati. Orbene, la custodia cautelare, proprio perché teoricamente confligge con la presunzione di innocenza, non può essere demandata al vaglio di un giudice singolo“
Intanto, entro il 2025 saranno fatte 2800 assunzioni per rinfoltire le fila della Polizia Penitenziaria
Diverse le riforme messe in cantiere, a partire dalle carriere:
“Non ha senso l’appartenenza dei pm allo stesso ordine dei giudici: svolgono un ruolo completamente diverso”
Sarà inoltre avviata una riforma del codice penale, che
“è del 1930 e, nella sua relazione di accompagnamento, viene indicato come la più significativa espressione dell’ideologia fascista. Esso, tuttavia, è stato modificato solo in pochi elementi, sopprimendo i reati più odiosi e introducendone altri, principalmente attraverso leggi speciali, non sempre coordinate con la sua struttura. Al contrario, il codice di procedura penale, che disciplina le indagini e il processo, è relativamente recente. Questa contraddizione va risolta: occorre, quindi, una riforma del codice penale, adeguandolo nei suoi principi al dettato costituzionale. Proporremo una profonda revisione di quei reati che intimoriscono gli amministratori senza tutelare i cittadini, rallentando o impedendo quella collaborazione tra gli uni e gli altri, con effetti perniciosi per la certezza dei rapporti giuridici e più in generale sullo sviluppo del paese. In un secondo momento, saranno elaborate le proposte che incideranno più radicalmente nel sistema complessivo. Il lavoro preliminare è già iniziato, con il progetto di istituire le opportune commissioni e gruppi di lavoro.
Ma poiché alcune riforme richiederanno una revisione costituzionale, i tempi saranno meno brevi”
Entro il 30 giugno 2023, ha proseguito Nordio
“saranno adottati i decreti attuativi della riforma del processo civile. Verrà data, inoltre, piena attuazione alla riforma costitutiva dell’Ufficio per il Processo attraverso la definizione della relativa disciplina organica e il completamento del piano di assunzione degli addetti assegnati ai vari distretti e alla Corte di Cassazione”
Il guardasigilli ha spiegato che la giustizia civile
“oltre a costituire un fattore essenziale di tutela dei diritti e delle persone, soprattutto quelle più deboli, ha un rilevantissimo impatto sull’economia”
Insomma “una giustizia efficiente garantisce la protezione dei diritti di proprietà e dei crediti, e favorisce dunque l’accumulazione di capitale, il finanziamento delle imprese, l’efficiente allocazione delle risorse, la competitività e il potenziale di crescita di un territorio.
L’eccessiva durata dei processi civili in Italia agisce ancora come un freno per la nostra economia.
Cruciale è dunque la riduzione dei tempi di definizione, perchè a ogni 10% in meno di durata dei processi corrisponde un aumento della dimensione delle imprese. L’Amministrazione della giustizia profonderà, dunque, il suo massimo impegno nell’attuazione degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza”
“Nella medesima prospettiva di tutela del tessuto economico nazionale – aggiunge il ministro – si inserisce la riforma delle norme sull’insolvenza, che persegue l’obiettivo di offrire nuovi e più efficaci strumenti agli imprenditori per sanare quelle situazioni di squilibrio economico-patrimoniale che appaiono reversibili, grazie al ricorso alla “composizione negoziata della crisi”, vero cuore della nuova normativa dell’insolvenza.
Va in proposito segnalato che è in corso di istituzione l’Osservatorio permanente sull’efficacia delle misure di composizione negoziata della crisi e delle misure di allerta, prevista dall’articolo 353 del Codice. A breve, sarà operativo l’albo dei soggetti incaricati dall’autorità giudiziaria delle funzioni di gestione e di controllo nelle procedure di cui abbiamo detto, come da Convenzione siglata da questo ministro con Equitalia Giustizia s.p.a. in data 2 dicembre 2022″
In cantiere anche misure per la trasformazione digitale:
“verrà realizzata nell’ambito della giurisdizione e in quello dell’attività amministrativa, al fine di innalzare il livello dei servizi garantiti ai cittadini, ai professionisti e alle imprese attraverso le piattaforme telematiche, nonché allo scopo di migliorare le condizioni di lavoro degli operatori della giustizia”
A.N.M. : le intercettazioni sono uno strumento importantissimo
Lo sottolinea il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, interpellato dall’Ansa :
“Le intercettazioni sono uno strumento importantissimo soprattutto nel contrasto alla la criminalità mafiosa e terroristica”
Proprio la presenza radicata delle organizzazioni mafiose in Italia spiega “l’uso superiore a quello di altri Paesi” che si fa delle intercettazioni in Italia.
“Siamo assolutamente d’accordo che non debbano causare lesioni al diritto di riservatezza. Una legge è stata fatta qualche anno fa per questo. Vorremmo sapere dal ministro, prima dell’annuncio della riforma, se quella legge ha funzionato o meno“, aggiunge.
La stretta di Nordio sulle intercettazioni:
“Micidiale violazione dei diritti”
Il ministro della Giustizia promette una “profonda revisione” del sistema e afferma che le trascrizioni sono “spesso pilotate”
“Vigileremo in modo rigoroso su ogni diffusione che sia arbitraria e impropria” di intercettazioni. Lo dice il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante l’audizione in commissione Giustizia del Senato, sulle linee programmatiche del suo Dicastero. La diffusione degli ascolti nel corso di procedimenti “è uno strumento micidiale di violazione” dei diritti, “di delegittimazione personale e spesso politica”, aggiunge il Guardasigilli, con trascrizioni “spesso pilotate”.
Nordio sottolinea: “Non si è mai vista una condanna inflitta sulla sola base delle intercettazioni, che dovrebbero essere un mezzo di ricerca della prova e non uno strumento di prova”. Il ministro della Giustizia promette: “Proporremo una profonda revisione” del sistema delle intercettazioni. “La presunzione di innocenza è stata e continua a essere vulnerata in molti modi: l’uso eccessivo e strumentale delle intercettazioni, la loro oculata selezione con la diffusione pilotata, l’azione penale diventata arbitraria e quasi capricciosa, l’adozione della custodia cautelare come strumento di pressione investigativa, lo snaturamento dell’informazione di garanzia diventata condanna mediatica anticipata e persino strumento di estromissione degli avversari politici”.
I NUMERI (E I COSTI) DELLE INTERCETTAZIONI
Il Guardasigilli continua: “Per quanto riguarda l’onore e la libertà di comunicazione del cittadino, in Italia il numero di intercettazioni telefoniche, ambientali, direzionali, telematiche, fino al trojan e un domani chissà quali altri strumenti, è di gran lunga superiore alla media europea, e ancor più rispetto a quello dei paesi anglosassoni. Il loro costo è elevatissimo, con centinaia di milioni di euro l’anno. Gran parte di queste si fanno sulla base di semplici sospetti, e non concludono nulla. Non si è mai vista, e parlo per 40 anni della procura della Repubblica – nota Nordio, ex magistrato -, una condanna inflitta sulla sola base delle intercettazioni, che dovrebbero esser un mezzo di ricerca della prova, mentre sono diventate uno strumento di prova, come tale assai fragile, che si dissolve davanti al contradditorio dibattimentale, in un contesto processuale dove possono addirittura emergere omissioni ed errori di trascrizione delle stesse intercettazioni”.
Le intercettazioni, osserva ancora il Guardasigilli, “costituiscono, inoltre, un pericolo per la riservatezza e l’onore delle persone coinvolte, che spesso non sono nemmeno indagate. La loro diffusione, talvolta selezionata e magari pilotata, costituisce uno strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica. Si tratta di sostanziali violazioni, quasi blasfeme, dell’articolo 15 della Costituzione, che fissa la segretezza delle comunicazioni come interfaccia della libertà. Pascal diceva che se tutti sapessero quello che noi diciamo degli altri, non avremmo un amico. Il voto è segreto perché è libero, senza segretezza non esiste libertà. Quindi, ne proporremo una profonda revisione, e comunque vigileremo in modo molto rigoroso su ogni diffusione che sia arbitraria o impropria“.
CARLO NORDIO: “NECESSARIO SEPARARE CARRIERE GIUDICI E PM”
Per il Guardasigilli, c’è
“l’esigenza di una separazione vera tra pm e giudice”
che “non sussisteva 40 anni fa perché l’ordinamento e i codici di procedura penale erano differenti: la polizia giudiziaria svolgeva le indagini con un margine di autonomia e a conclusione ne consegnava gli esiti al pm che era il coordinatore delle indagini, colui che garantiva un filtro di giuridicità e legittimità nella trasmissione al giudice di ciò che meritava di essere sottoposto a giudizio. Così si giustificava l’appartenenza del giudice e del pm allo stesso ordine giudiziario – continua Nordio – con il codice di procedura penale il cambiamento è stato sostanziale“. Ora, secondo il ministro, il
“pm svolge un ruolo completamente diverso dal giudice e quindi non ha senso che stia nello stesso ordine”
CARLO NORDIO: “INTOLLERABILE ARBITRIO DEI PM SU GESTIONE INDAGINI”
Nel corso dell’audizione in commissione Giustizia del Senato, Nordio afferma poi che in Italia c’è “un intollerabile arbitrio” nella gestione delle indagini e nella priorità da dare ai fascicoli giudiziari. Nell’elenco dei punti programmatici del suo dicastero, c’è una parte dedicata alla “discrezionalità dell’azione penale, ruolo del pubblico ministero e separazione delle carriere“. E il ministro osserva: “Con il novellato articolo 111 della Costituzione, il legislatore ha inteso consacrare almeno parzialmente i principi del rito anglosassone, caratterizzato dalla pubblicità, oralità e immediatezza che avevano ispirato alla fine degli anni ’80 il Codice Vassalli, ma questo recepimento è stato così parziale che rischia ancora di essere minato da alcune contraddizioni insanabili”.
“Nell’ordinamento anglosassone – aggiunge il Guardasigilli – la discrezionalità dell’azione penale è vincolata a criteri oggettivi” e i magistrati sono tenuti a rispettare “il concreto allarme sociale suscitato dai diversi reati e alle probabilità di successo dell’indagine, la sequenza, la priorità di queste indagini”. In Italia, continua Nordio, “al contrario la obbligatorietà è stata mantenuta ed esprime il dovere del magistrato di procedere ogni qual volta venga a conoscenza di un reato garantendo l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, di fatto si è convertita in un intollerabile arbitrio“.
E ancora: “Nella gestione di migliaia di fascicoli il pubblico ministero non è in grado per carenza di risorse di occuparsene integralmente e quindi è costretto a una scelta. Non solo, ma può trovare spunti per indagare nei confronti di tutti senza rispondere a nessuno”
CARLO NORDIO: “PM SENZA RESPONSABILITÀ PER MALAGESTIONE”
Per Nordio, la gestione dei fascicoli giudiziari da parte dei pm “talvolta conferisce alle ambizioni di alcuni magistrati, per fortuna pochi, un’egemonia resa più incisiva dall’assenza di responsabilità in caso di malagestione”. “Come capo della polizia giudiziaria infatti – continua il ministro della Giustizia in Commissione al Senato – il pm ha infatti una reale autorità esecutiva, ma come magistrato gode della garanzia dei giudici e quindi è svincolato da quei controlli che in ogni democrazia accompagnano e limitano l’esercizio di un potere“
L’APPELLO AL PARLAMENTO: “SI CONVOCHI, IL CSM NON PUÒ RESTARE SOSPESO”
Infine, Carlo Nordio lancia un appello al Parlamento: “Auspico una veloce convocazione delle Camere” per l’elezione di membri laici del Consiglio superiore della magistratura. “Un organo così delicato non può restare sospeso”, conclude il ministro della Giustizia.
Intercettazioni, Nordio attacca i pm: strumento micidiale, stop diffusioni pilotate
Il ministro al Senato annuncia: riforma del processo civile per giugno
Roma, 6 dicembre 2022
Intercettazioni: per il ministro della Giustizia Carlo Nordio “ogniqualvolta usciranno violazioni del segreto istruttorio l’ispezione sarà immediata e rigorosa”. Così il Guardiasigilli durante la sua audizione in Commissione al Senato.
La riforma del codice penale
Per il ministro è necessaria una “riforma del Codice penale adeguandolo nei suoi principi al dettato costituzionale”, anche con una “modifica costituzionale”
“Le criticità della nostra giustizia penale – spiega – derivano da tre contraddizioni insanabili. Il nostro codice penale che disciplina le strutture e le fattispecie dei reati è del 1930 e nella sua relazione di accompagnamento viene indicato come la più significativa espressione dell’ideologia fascista. Esso tuttavia è stato modificato solo in pochi elementi sopprimendo i reati più odiosi, integrità della stirpe ed altro, e introducendone altri, principalmente attraverso leggi speciali non sempre coordinati con la sua struttura. Al contrario il codice di procedura penale, che disciplina le indagini e il processo è relativamente recente ed è stato elaborato da un pluridecorato della Resistenza, il professor Vassalli”
La conclusione: “Occorre quindi una riforma del codice penale adeguandolo nel sui principi al dettato costituzionale e una completa attuazione del Codice Vassalli: una riforma garantista e liberale che può essere attuata in parte con leggi ordinarie e negli aspetti più sensibili con una revisione della Costituzione”
Tra i principi “più significativi di valori primari” Nordio cita per primo
“la presunzione di innocenza che continua a essere vulnerata in molto modi”
“Entro giugno la riforma del processo civile”
Ha quindi annunciato Nordio: entro il 30 giugno 2023, “ma stiamo lavorando per anticipare i tempi, verranno infatti adottati i decreti attuativi della riforma del processo civile”
“Verrà data, inoltre, piena attuazione alla riforma costitutiva dell’ufficio per il processo attraverso la definizione della relativa disciplina organica e il completamento del piano di assunzione degli addetti assegnati ai vari distretti e alla Corte di Cassazione”
Il guardasigilli ha spiegato che la giustizia civile
“oltre a costituire un fattore essenziale di tutela dei diritti e delle persone, soprattutto quelle più deboli, ha un rilevantissimo impatto sull’economia”
Insomma “una giustizia efficiente garantisce la protezione dei diritti di proprietà e dei crediti, e favorisce dunque l’accumulazione di capitale, il finanziamento delle imprese, l’efficiente allocazione delle risorse, la competitività e il potenziale di crescita di un territorio.
L’eccessiva durata dei processi civili in Italia agisce ancora come un freno per la nostra economia.
Cruciale è dunque la riduzione dei tempi di definizione, perchè a ogni 10% in meno di durata dei processi corrisponde un aumento della dimensione delle imprese.
L’amministrazione della giustizia profonderà, dunque, il suo massimo impegno nell’attuazione degli obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”
Giustizia, Nordio in Senato: “Intercettazioni usate per delegittimare, interverremo. L’obbligatorietà dell’azione penale è un intollerabile arbitrio”
Il Guardasigilli annuncia la “netta” separazione delle carriere perché è “insensato che il pm appartenga allo stesso ordine del giudice“
“Noi siamo garantisti” premette il Guardasigilli Carlo Nordio al Senato, in commissione Giustizia, mentre annuncia per la prima volta il suo programma.
Che si delinea subito draconiano verso i suoi ex colleghi, i magistrati italiani.
Perché “non ha senso che i pm appartengano allo stesso ordine dei giudici, in quanto svolgono un ruolo diverso”
Quindi riforma costituzionale per separare le carriere.
Proprio come voleva fare Berlusconi 15 anni fa.
Intercettazioni, il ministro Nordio:
“Profonda revisione e rigoroso controllo su ogni diffusione”
In tema di “onore e libertà della comunicazione del cittadino” l’uso delle intercettazioni in Italia è “di gran lunga superiore alla media europea e alla media dei Paesi anglosassoni con costi elevati” ed esiti che “spesso non concludono nulla”
Lo ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio nel corso delle comunicazioni sulle linee programmatiche del suo dicastero alla commissione Giustizia del Senato.
“Non si è mai vista una condanna inflitta sulla sola base delle intercettazioni che sono ormai diventate strumento di prova”, ha continuato Nordio.
Uno “strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica”, una violazione “blasfema dell’articolo 15 della Costituzione”, ha insistito.
“Ne proporremo la profonda revisione e vigileremo in modo molto rigoroso su ogni diffusione che sia arbitraria e impropria”, ha infine annunciato il guardasigilli.
Le criticità della giustizia penale “derivano da tre contraddizioni insanabili. Il Codice è del 1930 e nella sua relazione di accompagnamento si rileva più la significativa espressione dell’ideologia fascista” ha detto ancora.
Il Codice Rocco è stato “parzialmente modificato solo nei suoi reati più odiosi” mentre il Codice di procedura penale “relativamente recente, è stato paradossalmente oggetto di reiterati interventi che ne hanno soppresso principi contrari alla Carta”, ha spiegato per poi sintetizzare che la “contraddizione va dunque risolta” tramite una riforma del Codice penale adeguandolo ai principi costituzionali e una completa dell’attuazione del Codice Vassali” anche con una “revisione della Costituzione”
In particolare occorre intervenire sulla “presunzione d’innocenza che continua ad essere vulnerata in molti modi” come con “l’uso delle intercettazioni e l’adozione della custodia cautelare come strumento di pressione investigativa”, ha spiegato Nordio.
La carcerazione preventiva
“è il paradosso più lacerante”
la custodia cautelare “confligge con la presunzione d’innocenza” e piuttosto che al giudice singolo, “ragionevole sarebbe spostare la competenza del gip ad una Corte d’appello con competenza distrettuale”
ha chiarito il guardasigilli.
Il ministro Nordio dice “no” alle intercettazioni selvagge
La riforma del Codice penale per adeguarlo al dettato costituzionale, e una completa attuazione del Codice Vassalli, con una “riforma garantista e liberale” da realizzare anche con una “revisione della Costituzione”
Sono gli impegni annunciati dal ministro Carlo Nordio in Commissione Giustizia al Senato.
Nordio ha indicato i fronti su cui intervenire: la presunzione di innocenza che “continua a essere vulnerata in molti modi”, l’ “uso eccessivo e strumentale delle intercettazioni”, l’azione penale che è “diventata arbitraria e capricciosa”, la custodia cautelare usata come strumento di pressione investigativa”
Nordio pronto a cambiare le norme sulle intercettazioni:
“Vigileremo sulla diffusione impropria”
Il guardasigilli ascoltato in commissione Giustizia al Senato ha riferito sulle “infinite criticità” del sistema giudiziario che sono “un freno per l’economia” con una perdita di due punti di Pil
Una “profonda revisione” della disciplina delle intercettazioni.
Ad annunciarla è stato il Guardasigilli Carlo Nordio durante la sua audizione in Commissione Giustizia del Senato.
IL GUARDASIGILLI CARLO NORDIO IN COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL SENATO ANNUNCIA PROFONDA REVISIONE DELLE “INTERCETTAZIONI”
“Vigileremo in modo molto rigoroso sulla loro diffusione arbitraria e impropria”, ha aggiunto.
Il numero di intercettazioni in Italia “è di gran lunga superiore alla media europea, con un costo molto elevato di centinaia di milioni di euro”, ha rilevato il ministro, sottolineando inoltre che “non si è mai vista una condanna sulla sola base di intercettazioni”
E in quanto alle misure per evitare la diffusione delle intercettazioni il ministro è stato chiaro:
“Ogni qualvolta usciranno violazioni del segreto istruttorio in tema di intercettazioni l’ispezione sarà immediata e rigorosa”
Nel corso dell’audizione Nordio ha anticipato che alcune delle riforme in materia di giustizia
“richiederanno una revisione costituzionale”
Il ministro, in particolare, ha parlato di “riforma garantista e liberale” da realizzare “in parte con leggi ordinarie e in parte con revisione costituzionale”
“La nostra giustizia soffre di infinite criticità che sono un freno per l’economia e disincentivano gli investimenti, comportando una perdita di Pil di quasi il 2%”
ha detto il guardasigilli, in audizione in Commissione Giustizia al Senato.
In particolare, per quanto riguarda la giustizia penale, il Guardasigilli ha rilevato attuali “contraddizioni insanabili” che “vanno risolte”, adeguando il codice penale “ai principi costituzionali” e con la “completa attuazione” del codice Vassalli sulla procedura penale.
Tra i temi toccati da Nordio, in particolare, la “presunzione di innocenza” che “continua ad essere vulnerata”, un’azione penale “arbitraria e talvolta capricciosa” e la custodia cautelare “come strumento di pressione”
Nordio ha citato poi il caso dell’abuso d’ufficio.
Su questo reato “le statistiche sono a dir poco allarmanti”, secondo il ministro della Giustizia che ha sottolineato come “su 5.400 procedimenti nel 2021, 9 si sono conclusi con condanne davanti al gip e 18 in dibattimento”
Inoltre, tali procedimenti “hanno un costo medio insostenibile” e “occorre acquisire materiale cartaceo e pareri che confondono i magistrati e si riducono in assoluzioni, non luoghi a proedere o archiviazioni”
ha aggiunto il ministro.
Infine parole nette sulla separazione della carriere:
“Non ha senso l’appartenenza dei PM allo stesso ordine dei giudici: svolgono un ruolo completamente diverso”
#sapevatelo2022