WOMEN TRANSFER, PIPPONZI COME PARTE CIVILE
La Consigliera regionale di Parità soddisfatta: «Rappresenta il 1° caso in Basilicata»
La Corte d’Assise di Potenza, presieduta dal dottor Rosario Baglioni, ha ammesso la costituzione di parte civile dell’Ufficio della Consigliera regionale di parità, patrocinato dell’avvocato Luca Lorenzo, nel procedimento a carico di una organizzazione dedita alla tratta di persone e all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Soddisfazione è stata espressa dalla Consigliera regionale di Parità, Ivana Pipponzi, deputata istituzionalmente al contrasto delle discriminazioni di genere sul lavoro, e dal[1]l’avvocato Lorenzo poiché «l’ammissione alla costituzione di parte civile per i delitti commessi in danno di una pluralità di lavoratrici per condotte discriminatorie rappresenta il primo caso in Basilicata, a dimostrazione della sempre crescente sensibilità e tutela verso la questione di genere». Gli sviluppi dell’originario filone investigativo a carico di 4 persone di nazionalità moldava, 3 donne e 1 uomo hanno col tempo fatto emergere anche il coinvolgimento di altri soggetti italiani. Due diverse ma analoghe indagini, una delle quali coordinata dalla Dda lucana e l’altra dalla Procura moldava di Chisinau hanno consentito di acquisire elementi indiziari ritenuti gravi dagli inquirenti italiani e moldavi, in ordine alla esistenza di medesimo sodalizio criminoso che operava, per l’appunto, fra l’Italia e la Moldavia. Secondo gli inquirenti, dopo essere state reclutate attraverso profili Facebook, le lavoratrici, tutte donne moldave, entrate nel territorio italiano con visto turistico, erano costrette a lasciare il passaporto nelle mani dell’organizzazione e a lavorare come badanti, in nero e in condizioni di sfruttamento, versando come tangente una quota del salario maturato.