AUTONOMIA DIFFERENZIATA, DA EUROPA VERDE «FORTE OPPOSIZIONE»
Il partito regionale insieme con il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale della Basilicata lanciano una proposta di legge per «non mettere a rischio l’unità dell’Italia»
Sebbene l’autonomia differenziata è presente in Costituzione, le “forme e condizioni particolari di autonomia” non possono tradursi in un federalismo a richiesta che stravolgerebbe l’assetto dei rapporti Stato Regioni. È questo in sintesi quanto proposto durante la conferenza stampa indetta nella mattinata di ieri da Europa Verde insieme con il Coordinamento Nazionale per la Democrazia Costituzionale Basilicata dal tema: “Autonomia differenziata: forte opposizione”. «Stiamo portando avanti questa battaglia contro l’autonomia differenziata da anni – spiega Margherita Torrio del Coordinamento Nazionale per la Democrazia Costituzionale Basilicata – adesso, sosteniamo un’iniziativa volta alla modifica degli art. 116 e 117 della Costituzione Italiana, nel dettaglio su elementi che potrebbero rivelarsi particolarmente pericolosi e determinerebbero senz’altro la rottura dell’unità della nostro Paese». Una proposta che si è resa necessaria a seguito delle richieste delle regioni di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna considerate «negative e pericolose», spiega Torrio, perché se approvate potrebbero «ridisegnare radicalmente l’assetto dei poteri della Repubblica e influire pesantemente sui diritti di cittadinanza degli Italiani». Nel dettaglio, le regioni chiedono competenze estesissime: praticamente tutte quelle teoricamente concedibili. In materie fondamentali come l’istruzione, la sanità, le infrastrutture, l’energia, l’ambiente e molte altre. In sostanza, si allude alla regionalizzazione della scuola pubblica italiana e della cancellazione – con l’attribuzione di competenze esclusive alle regioni – del Servizio Sanitario Nazionale. In secondo luogo, Lombardia e Veneto da sempre chiedono di ottenere molte più risorse di quante lo Stato oggi spenda per le stesse funzioni nei loro territori. Questo avverrebbe ignorando le prescrizioni del- la legge 42/2009, disegnando un modello finanziario ad hoc, di favore; soprattutto non definendo i livelli essenziali delle prestazioni, cioè i diritti di cittadinanza di ogni italiano. «Gli interventi – prosegue Torrio del Coordinamento Nazionale per la Democrazia Costituzionale Basilicata -sono finalizzati a portare competenze importanti di base allo Stato, privileggiando ovviamente la legislazione statale su quella regionale, limitando anzi – enfatizza – impedendo la forma pattizia di contrattazione tra Regione singola e Stato». Su tali premesse, necessario – dunque – secondo Europa Verde – è il sostegno alla proposta di modifica della Costituzione e a quella di mozione al Consiglio Regionale della Basilicata per ristabilire la preminenza del principio di unità della Repubblica sancito dall’art.5 della nostra Costituzione. «Sosteniamo la necessità di tenere alta l’attenzione contro una proposta di autonomia che in realtà sarebbe a tutti gli effetti una vera a proprio secessione – afferma il delegato di Europa Verde Francesco Pietrantuono – che sposterebbe 20 deleghe su singole regioni, con accordi uno a uno, e che richiederebbe – in primis – un coordinamento con le regioni del Sud e – a seguire – la presa di consapevolezza di una concezione culturale che intende l’autonomia differenziate come una realtà che drena risorse importanti al Sud verso il Nord». «Spingiamo a votare e firmare quindi – conclude Pietrantuono – la proposta di Legge che preveda una ridefinizione più coerente con la Costituzione con questa “autonomia”, di non fare 20 regioni che diventano 20 Stati e che minerebbero in tal modo l’unità nazionale ma, in realtà, ridefinire un ruolo prioritario dello Stato». Il disegno di Legge costituzionale presentato da Europa Verde insieme con il Coordinamento Nazionale perla Democrazia Costituzionale Basilicata non prevede una riscrittura radicale del Titolo V, così come riformato nel 2001. Ma auspica all’equilibrio dei poteri fra Stato, regioni, Enti Locali e i meccanismi di finanziamento di questi ultimi, una materia assai articolata e complessa, che richiede una riflessione attenta e un ampio e approfondito dibattito, tanto sui principi ispiratori quanto sull’effettivo funzionamento del Paese.