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LIBERTÀ DI STAMPA, LA RAI BASILICATA CENSURA

Il direttore Cosentino asseconda i suoi e toglie cronache dalla rassegna. La giornalista Sara Lorusso prova a fermarci con le carte bollate

E così alla fine è successo: siamo stati convocati davanti al conciliatore il 20 dicembre per rispondere del diritto di cronaca. Una querela e una richiesta di risarcimento danni può capitare ad un giornalista e a una testata, anzi è una cosa che normalmente succede a chi fa il nostro lavoro, è un incidente proprio del mestiere, ci si deve fare conto. Quello che appare assolutamente anomalo è che a chiedere i danni per il diritto di cronaca esercitato sia una giornalista, anzi una giornalista Rai.

IL BAVAGLIO DI SARA LORUSSO

A provare a mettere il bavaglio a Cronache Lucane è Sara Lorusso, giornalista Rai che ha citato in giudizio la nostra testata, il suo direttore Maria Fedota e il collega Ferdinando Moliterni. Oggetto dello scandalo sono le nostre inchieste aventi ad oggetto la società Effenove e le aggiudicazioni di affidamenti diretti da parte di APT e Università della Basilicata.

EFFENOVE FONDATA DA SARA LORUSSO

Sia chiaro, noi non invochiamo né l’immunità per la nostra attività né il diritto di offendere a mezzo stampa riportando il falso. Se fossimo accusati di aver riportato false notizie lo avremmo accettato e avremmo chiesto scusa consci che i giornalisti debbano raccontare la verità e che sia sempre necessario scusarsi dei propri errori. Sara Lorusso, però, non ci accusa di aver mentito, ci chiama in giudizio perché abbiamo riportato la notizia ritenendo che non esistesse nessun diritto di per Cronache di raccontare il fatto. Per capirci, noi abbiamo raccontato che la Effenove si è aggiudicata gli affidamenti diretti da APT e Università degli Studi di Basilicata e abbiamo detto che questa società vedeva tra i fondatori Sara Lorusso. Queste due notizie sono vere, tant’è che soltanto dopo le nostre inchieste la Effenove ha cancellato il volto della giornalista Rai dal proprio sito internet.

CHI DECIDE COSA DEBBA ESSERE PUBBLICATO?

La libertà di stampa e il diritto di cronaca sono valori irrinunciabili, essenza stessa della democrazia, riconosciuti dall’art.21 della Costituzione della Repubblica Italiana. Per noi è un diritto irrinunciabile e non derogabile, è l’essenza stessa della nostra azione quotidiana. Accettare che una giornalista Rai, ovvero della più importante azienda culturale e di informazione pubblica italiana, possa pensare di decidere cosa sia notizia e cosa non lo sia è per noi inimmaginabile. Tanto più in una famiglia che di giornalismo ci campa, visto che il marito e’ giornalista Ansa Francesco Loscalzo. Vogliamo credere che sia stato solo uno scatto d’ira, magari la delusione per la propria fotografia eliminata dalla home page della società da lei fondata. Siamo convinti, del resto, che essere un volto della Rai e pretendere il bavaglio per una testata siano due condizioni logicamente incompatibili. Essere giornalisti significa avere la stella polare della libertà di espressione e di stampa nelle proprie azioni. La citazione in giudizio di una testata rea di aver riportato notizie vere significa aver perso questa stella polare. Restiamo convinti, però, che sia sempre possibile ritrovare la rotta. Ce lo auguriamo, non per noi ma per la stessa libertà di espressione e di cronaca che dovrebbe guidare tutti noi. Quella che dovrebbe ritrovate anche il direttore della Rai Basilicata Gennaro Cosentino. Il quale ha pensato bene di assecondare la censura dalla rassegna stampa a Buongiorno Regione voluta proprio forse dalla Lorusso e da quanti negli anni sono stati oggetti delle attenzioni di Cronache, compresi parenti vari come il fratello di… piuttosto che della moglie di…Ma questo è un’altra storia di chi pure, senza paura di bavagli, ci occuperemo.

Di Massimo Dellapenna

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