GIANCARLA 76 ANNI OPERATA DA LUIGI FONTANA TRAMITE TRAPIANTO CON PROTESI ENDOTELIALE IN MATERIALE POLIMERICO RECUPERA 6/10 AD UN OCCHIO
“Miracolo della scienza” al Sant’Orsola di Bologna dove Giancarla, 76 anni, affetta da una grave patologia alla vista è riuscità a recuperare sei decimi in un occhio grazie a un intervento di mezz’ora, mai eseguito prima in Italia, centesimo caso al mondo
LO STAFF
#perfortunanonmioccupodipolitica ma una cosa è certa :
c’è sempre tanta #buonasanità in ITALIA 🇮🇹
#ègiustoinformare
Una donna recupera la vista dopo un intervento eseguito per la prima volta in Italia 🇮🇹 a #Bologna
Queste sono le notizie che fanno poco notizia perché non riguardano disgrazie, ma sono quelle più importanti e belle.
🔹COMPLIMENTI CONGRATULAZIONI A TUTTI I PROFESSIONISTI
🔹AUGURI ALLA SIGNORA GIANCARLA LUNGA VITA DI LUCE
“Miracolo della scienza”
al Sant’Orsola di Bologna dove una donna di 76 anni affetta da una grave patologia alla vista è riuscità a recuperare sei decimi in unocchio grazie a un intervento di mezz’ora, mai eseguito prima in Italia, centesimo caso al mondo.
Cieca da cinque anni, recupera vista da un occhio dopo l’intervento al Sant’Orsola:
è il primo in Italia
un intervento di mezz’ora, mai eseguito prima in Italia, centesimo caso al mondo.
Ha recuperato la vista a un occhio dopo cinque anni di cecità grazie a un’operazione chirurgica.
“Miracolo della scienza” al Sant’Orsola di Bologna dove Giancarla, 76 anni, affetta da una grave patologia alla vista è riuscità a recuperare sei decimi in un occhio grazie a un intervento di mezz’ora, mai eseguito prima in Italia, centesimo caso al mondo.
Si è trattato non di un trapianto di cornea da donatore, ma dell’istallazione di una sorta di “piccola lente a contatto“, una protesi endoteliale in materiale polimerico, simile alla plastica fatta aderire alla parete interna della cornea.
Una tecnica inventata in Israele dal professor Ofer Dafna il cui padre ha studiato e si è laureato in Medicina proprio all’Università di Bologna
L’operazione è stata eseguita ad agosto da Luigi Fontana, direttore dell’Oftalmologia dell’Irccs Policlinico Sant’Orsola
Falliti due trapianti, l’intervento nuovo è meno invasivo
La donna, che soffre di uno scompenso endoteliale per cui aveva perso la vista 5 anni fa, negli ultimi anni era stata già sottoposta a due trapianti con cellule da donatore, falliti entrambi.
Spiega FONTANA :
«L’endotelio corneale è una membrana che svolge un compito fondamentale per il mantenimento della trasparenza della cornea e quindi per vedere correttamente per questo nei pazienti affetti da deficit del suo funzionamento, il trapianto da donatore fino a oggi era l’unico intervento in grado di ristabilire la funzione visiva. Con un intervento che sfrutta una protesi in materiale polimerico il valore aggiunto sta nella minore percentuale di rigetto e nella poca invasività»
«Una speranza per chi non può fare il trapianto»
Il trapianto di cornea è l’intervento più diffuso, in Italia ne vengono eseguiti oltre cinquemila all’anno. Le tecniche si sono evolute nel tempo: dall’impianto di una cornea intera da donatore alla più recente tecnica lamellare con la sostituzione solo degli strati malati di cornea. Tuttavia, ci sono condizioni in cui il trapianto da donatore è impossibile o ha breve durata, per rigetto o presenza di altre patologie oculari.
I risultati del primo intervento al Sant’Orsola e dei successivi confermano le potenzialità dell’utilizzo di un materiale artificiale per trattare alcune forme di opacizzazione della cornea. «Siamo di fronte a un risultato di straordinaria importanza – commenta Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute – non solo per la sanità dell’Emilia-Romagna, ma per l’intera comunità scientifica» italiana e internazionale.
Una cornea artificiale ha salvato dalla ciecità 20 pazienti
Che, sempre lo scorso agosto, aveva celebrato l’impianto di una nuova cornea artificiale realizzata in collagene ricavato da pelle di maiale, consentendo a 20 pazienti con cheratocono, una malattia degenerativa della cornea, di ottenere un importante miglioramento della funzionalità visiva.
Quattordici di loro, legalmente ciechi prima di sottoporsi all’intervento chirurgico, hanno recuperato la vista, ritrovandosi in tre casi con una visione perfetta di 10/10.
La cornea artificiale era stata sviluppata da ricercatori svedesi della Linkoping University e dell’azienda LinkoCare Life Sciences i cui risultati sono stati illustrati su Nature Biotechnology.
Sant’Orsola Bologna, 76enne recupera la vista con una cornea artificiale: è il primo intervento in Italia
La donna era cieca da 5 anni a causa di una grave patologia
BOLOGNA – Era cieca da cinque anni, a causa di una grave patologia. Una donna di 76 anni ha recuperato sei decimi in un occhio con un intervento di mezzora, mai eseguito prima in Italia (il centesimo caso al mondo), condotto da Luigi Fontana, direttore dell’Oftalmologia del Sant’Orsola di Bologna.
Si è trattato di un trapianto, con protesi endoteliale in materiale polimerico, simile alla plastica; dunque non un trapianto di cornea da donatore, ma il ricorso a una sorta di piccola lente a contatto fatta aderire alla parete interna della cornea.
Dal primo intervento sulla 76enne al Sant’Orsola ne sono stati eseguiti complessivamente quattro dello stesso tipo. La donna, che soffre di uno scompenso endoteliale, negli ultimi anni era stata già sottoposta a due trapianti con cellule da donatore, falliti entrambi.
“L’endotelio corneale è una membrana che svolge un compito fondamentale per il mantenimento della trasparenza della cornea e quindi per vedere correttamente – spiega Fontana – per questo nei pazienti affetti da deficit del suo funzionamento, il trapianto da donatore fino a oggi era l’unico intervento in grado di ristabilire la funzione visiva. Con un intervento che sfrutta una protesi in materiale polimerico il valore aggiunto sta nella minore percentuale di rigetto e nella poca invasività”.
Il trapianto di cornea, infatti, è ancora l’intervento più diffuso, in Italia ne vengono eseguiti oltre cinquemila all’anno. Le tecniche si sono evolute nel tempo: dall’impianto di una cornea intera da donatore alla più recente tecnica lamellare con la sostituzione solo degli strati malati di cornea. Tuttavia, ci sono condizioni in cui il trapianto da donatore è impossibile o ha breve durata, per rigetto o presenza di altre patologie oculari. I risultati del primo intervento al Sant’Orsola e dei successivi confermano le potenzialità dell’utilizzo di un materiale artificiale per trattare alcune forme di opacizzazione della cornea.
commenta Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute :
“Siamo di fronte a un risultato di straordinaria importanza non solo per la sanità dell’Emilia-Romagna, ma per l’intera comunità scientifica”
Bologna, donna recupera la vista da un occhio con una cornea artificiale
Una donna di 76 anni affetta da una grave patologia alla vista che l’aveva condotta alla cecità da 5 anni, è riuscita a recuperare sei decimi in un occhio grazie a un intervento di mezz’ora, mai eseguito prima in Italia, centesimo caso al mondo. Ad operarla Luigi Fontana, direttore dell’Oftalmologia dell’Irccs Policlinico Sant’Orsola, che ad agosto ha eseguito sulla paziente un trapianto, con protesi endoteliale in materiale polimerico, simile alla plastica. Non un trapianto di cornea da donatore, quindi, ma l’utilizzo di una sorta di piccola lente a contatto fatta aderire alla parete interna della cornea. (fonte: Ufficio Stampa Sant’Orsola)
Cieca da cinque anni, recupera la vista grazie a una cornea sintetica
Al Policlinico Sant’Orsola di Bologna eseguito trapianto di endotelio sintetico della cornea: è il primo in Italia, 100esimo al mondo
BOLOGNA – Dopo cinque anni di cecità pressoché totale, a 76 anni la signora Giancarla è tornata a vedere grazie al primo trapianto in Italia di cornea sintetica. L’intervento, il 100esimo di questo tipo al mondo, è stato realizzato a fine agosto all’Irccs-Policlinico Sant’Orsola di Bologna dal professor Luigi Fontana. Nello specifico, la signora è passata da zero a sei decimi grazie all’inserimento nell’occhio di una sorta di mini-lente a contatto, fatta di materiale plastico, che va a sostituire l’endotelio, ossia la membrana che garantisce la trasparenza della cornea.
DISTINGUEVA SOLO LUCI E OMBRE
Per chi, come la 76enne di Bologna, è affetta da questo tipo di patologia, cioè lo scompenso endoteliale che rende opaca la cornea, la visione è estremamente ridotta: si distinguono solo luci e ombre, ma non le forme.
Finora l’unico intervento possibile era il trapianto di cornea da donatore, ma in alcuni casi neanche quello basta.
Dopo poco tempo, il problema può ripresentarsi. Non a caso il 14% dei pazienti in lista d’attesa al Sant’Orsola per il trapianto di cornea ha già subito almeno un intervento di questo tipo in passato.
TECNOLOGIA ISRAELIANA
Per i casi così complessi, dunque, si è sperimentata questa nuova tecnologia, inventata dall’israeliano Ofar Dafna insieme alla sua start up. E il destino vuole che il padre dell’inventore di questa protesi abbia studiato e si sia laureato in medicina proprio a Bologna. Ed è tornato sotto le Due torri, dopo 50 anni, proprio per vedere da vicino i risultati dell’intervento portato a termine al Sant’Orsola.
Di questa nuova frontiera dell’oculistica si è parlato questa mattina al Policlinico, dove Fontana ha presentato alla stampa il trapianto eseguito.
Bologna, il video del trapianto di cornea sintetica del Sant’Orsola
Il primo intervento in Italia – Ufficio stampa Sant’Orsola
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L’INTERVENTO
La protesi è un sottile strato di materiale polimerico spesso 50 micron e di 6,5 millimetri di diametro, più piccola di una lente a contatto, che evita al liquido dell’occhio di penetrare nella cornea e renderla opaca. L’intervento è durato circa mezz’ora, in microchirurgia e con anestesia locale. Grazie a questa tecnica, inoltre, il paziente può essere dimesso già il giorno stesso dell’operazione. Negli ultimi 10 mesi al Sant’Orsola sono stati eseguiti circa 200 trapianti di cornea in casi complessi. Quattro pazienti in tutto sono già stati operati con questa tecnica innovativa e altri due lo saranno nei prossimi mesi.
“RISULTATI INCORAGGIANTI”
“I risultati sono incoraggianti- afferma Fontana- non siamo ancora al punto di pensare che l’endotelio artificiale possa sostituire del tutto il trapianto di tessuto da donatore, ma gli studi in corso dimostrano la sicurezza e l’efficacia di questo tipo di impianti in pazienti con particolari e complesse patologie corneali”
Questa protesi, inoltre, potrebbe essere “un grande aiuto” anche per i Paesi più poveri o in via di sviluppo, dove il tasso di cecità per queste malattie è più elevato anche a causa della difficoltà di avere tessuti da donatore per eseguire i trapianti di cornea.
IL PLAUSO DELLE ISTITUZIONI
“Fontana è un fuoriclasse– lo incensa Chiara Gibertoni, direttrice generale del Sant’Orsola- è un ricercatore di altissimo valore a livello internazionale. La nostra ambizione è creare start-up qui nel nostro Irccs per questo tipo di innovazioni”. Fontana, sottolinea a sua volta il rettore dell’Alma Mater di Bologna, Giovanni Molari, “non è da tanto nella nostra Università e questo dimostra quanto l’Ateneo sia aperto alla ricerca dei migliori talenti”
Plauso anche dall’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini.
“Quando si parla di eccellenza- afferma- il Sant’Orsola e l’Emilia-Romagna ci sono sempre. Nonostante questi tre anni abbiamo continuato a investire sulla ricerca. Oggi siamo impegnati a difendere la sanità pubblica con le unghie e con i denti, a reggere sul piano della sostenibilità e a investire”.
TECNOLOGIA
Donna recupera vista da un occhio con cornea “artificiale”
Dopo 5 anni di cecità, l’intervento al Sant’Orsola di Bologna
Una donna di 76 anni affetta da una grave patologia alla vista che l’aveva condotta alla cecità da 5 anni, è riuscità a recuperare sei decimi in un occhio grazie a un intervento di mezz’ora, mai eseguito prima in Italia, centesimo caso al mondo.
Ad operarla Luigi Fontana, direttore dell’Oftalmologia dell’Irccs Policlinico Sant’Orsola, che ad agosto ha eseguito sulla paziente un trapianto, con protesi endoteliale in materiale polimerico, simile alla plastica.
Non un trapianto di cornea da donatore, quindi, ma l’utilizzo di una sorta di piccola lente a contatto fatta aderire alla parete interna della cornea.