GRANDE ATTESA PER IL “CALENDARIO RUOTESE”
Il 2023 porge un “giusto e doveroso riconoscimento alle attività commerciali” dal passato alle più recenti
Il calendario Ruotese 2023, è ormai un appuntamento che si ripete da oltre 23 anni, curato dall’associazione “Recupero Tradizioni Ruotesi”. Ogni anno si incentra su un tema diverso, il 2023 è stato dedicato alle attività commerciali del passato e si è dato un piccolo omaggio a quelle presenti attualmente a Ruoti. Si è voluto soprattutto mettere in evidenza che in passato il commercio era concentrato nel nostro centro storico, che quindi veniva molto vissuto dalla gente grazie alle numerose attività presenti. Purtroppo questo oggi non si verifica più poiché si contano pochissimi esercizi commerciali nel centro storico mentre la maggior sono concentrati lungo la Via Appia, che attraversa la parte nuova del paese.
Una volta si sentiva la gente cantare. Cantava Il Falegname, il Barbiere, il Panettiere, il Barista, il Macellaio.La putéɣe(la bottega), la chįanghe(il macellaio), lu furne(il forno), la lattariįe,(la latteria) la candine (la cantina), lu furgiare (il forgiaro), lu fŭalegname (il falegname) lu scŭarpare (scarparo, lu mastre ( il mastro), lu varevįére (il barbiere). erano tutte parole che risuonavano tra i vicoletti, i crocevia e le piazzette di Ruoti, più di mezzo secolo fa. Queste erano le botteghe dove andavano a fare la spesa i nostri nonni, che arricchivano di artigianato, di gastronomia e di cultura il nostro paese. Sfogliando il calendario 2023 si potranno scoprire le numerose attività come erano collocate nei diversi angoli del paese e che ancora vivono nel ricordo di molti. Appartenevano a varie categorie merceologiche, oltre alle abituali, alcune, forse, sono sconosciute alle nuove generazioni, per le quali risulta impensabile immaginare che una donna, per cuocere il pane, partisse dalla propria casa, con in testa una tavola sormontata da panelle di pane, e si recasse al forno comune per fare la propria infornata al turno stabilito.
Oltre a negozi e laboratori dedicati a prodotti gastronomici e ad alimenti, sbucavano botteghe di artigiani, i quali si accingevano a produrre e a vendere oggetti di ferro, di legno e di altri materiali. Non mancavano sartorie dove i maestri, con le loro mani laboriose, confezionavano abiti per uomini e donne di tutto il paese, alcuni dei quali, soprattutto quelli femminili, sono ancora custoditi dalle famiglie. Le botteghe radicate sul territorio sono state l’anima del paese, non erano solo luoghi dove la gente si recava per acquistare i prodotti necessari, ma erano anche luoghi d’incontro, di condivisione e di scambio di saperi e conoscenze. C’erano anche i venditori ambulanti che giravano per il paese “urlando”, come si faceva, per attirare l’attenzione in modo da poter vendere la loro merce.
Allietavano rumorosamente le stradine di Ruoti e distribuivano, con i loro negozietti mobili, frutta, verdura, pesce, uova, formaggi e salumi. Dato che l’attività principale di Ruoti è stata, da sempre, l’agricoltura, alcuni di questi prodotti erano frutto di lavorazione di materie prime originate dal lavoro dei contadini ruotesi. Come ad esempio il latte che ha dato vita ad eccellenti prodotti caseari e a formaggi tipici che conferirono a Ruoti una grande fama. Invece il fiore all’occhiello della produzione agricola era l’uva, coltivata in storici vigneti di famiglia, dai quali sono nati diversi e pregiati vini come l’Asprino di Ruoti, che acquistò un grande successo tanto da finire su prestigiosi banchetti, e di cui oggi se ne sta recuperando e valorizzando la produzione. Era proprio il vino il prodotto più venduto, la maggior parte veniva consumato nelle “candine “, luoghi accoglienti dove si beveva, si mangiava e si facevano due chiacchiere in compagnia. Il calendario 2023 è volto a dare un giusto e doveroso riconoscimento a tutte le attività commerciali di Ruoti, da quelle del passato, purtroppo ormai chiuse, a quelle più recenti, che sono il fulcro economico del paese e soprattutto a quelle che non si sono mai fermate e hanno mantenuto viva la propria attività da decenni.
Con le immagini, che troverete in queste pagine, dei luoghi, delle persone e delle famiglie dietro i banchi dei negozi, si intende far rivivere, con un salto simbolico nel passato, quel sano spirito commerciale che fece la fortuna di molti. Uno spirito che ci auguriamo possa infondersi ancora nelle nuove generazioni, con l’auspicio che diano avvio a nuove attività nella propria terra, e in particolare nel centro storico, dove sorgevano la maggior parte degli esercizi commerciali del passato, in modo che si possa ritornare a rivivere il clima che lo ha caratterizzato alcuni decenni fa.
C’ERA UNA VOLTA ………
LA PUTÉƔE RE ŽE GERARDE PALĮATURE
“Il negozio di generi alimentari di mio padre, apre nell’anno 1958, nella Piazza di San Vito. Ha accompagnato diverse generazioni di clientela. Come tutti i negozi dell’epoca vendeva molti prodotti tra i più disparati. La così detta “Putéɣe “aveva il suo punto forte nella vendita della pasta che veniva distribuita sfusa.
L’approvvigionamento avveniva dal pastificio “SAIM” di Triggiano in provincia di Bari ed era l’unico negozio della provincia di Potenza a vendere questo marchio. Era molto apprezzata dalla clientela. Il trasporto avveniva tramite il camion del compianto “ Že RÒCCHe NDAMBeCÓN”, che insieme a mio padre andavano a intraprendere un viaggio piuttosto difficile considerando le strade del periodo. Un ‘altra specialità che veniva oltremodo apprezzata era il baccalà, che nel periodo natalizio aveva il suo maggior riscontro.
Il negozio, alla vigilia di Natale e di Capodanno, si trasformava in una pescheria. I clienti si prenotavano da giorni prima per non perdere l’anguilla e il famoso
capitone per poter degnamente trascorrere le feste natalizie. Era una usanza della nostra comunità.
Un’altra curiosità degna di nota è che nei primi anni settanta il negozio cominciò a vendere il così detto pane “accattate “, come si diceva all’epoca, una novità nel nostro paese, visto che quasi tutte le famiglie producevano il pane in proprio. Il pane arrivava dal panificio Mancusi di Avigliano, il trasporto avveniva per il tramite della corriera “Liscio”, guidata dal popolare e compianto Signor “PÈPPe ” di
Avigliano, che la comunità ruotese conosceva bene. La corriera arrivava a Ruoti alle ore 15:30 in punto, ad aspettare c’erano moltissime donne, tutte puntuali in attesa, per non rischiare di rimanere senza pane in casa.
È stata una grande e bella avventura per mio padre, che ha lavorato insieme alla collaborazione, non subalterna ma parte integrante, dell’attività di mia Madre:
Vincenza Raimondi. I miei genitori hanno fatto la propria parte in modo degna, onorevole e generosa per la crescita della nostra comunità in un periodo
oltremodo difficile per tutti.
La “Putéɣe “ha chiuso l’attività nell’anno 1988″.
Ricordi di Rocco Scavone.