REDDITI FAMIGLIE: BENE LA BASILICATA
Il focus di Ciro Merlo
Milano guida la classifica provinciale del reddito disponibile delle famiglie procapite nel 2021: con 33.317 euro a testa i cittadini meneghini mostrano una disponibilità di portafoglio superiore del 68,6% a quella della media degli italiani. Mentre Enna è la provincia meno ricca d’Italia. Nel complesso rispetto al 2019, sono 18 le province che non hanno ancora recuperato i livelli di reddito procapite. Sono alcune delle evidenze che emergono da un’analisi del Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere sulle stime 2021 del reddito disponibile delle famiglie consumatrici che si compone dalla somma dei redditi da lavoro, da capitale/impresa, da prestazioni sociali e trasferimenti, al netto di imposte e contributi. «Questi dati dimostrano che le famiglie sono state meno colpite delle imprese dalla crisi pandemica anche grazie alle politiche di sostegno attivo messe in campo dai diversi governi, registrando un aumento a valori correnti dell’1,5% del reddito disponibile familiare a fronte di un calo dello 0,8% del Pro- dotto Interno Lordo (PIL) nel Paese tra il 2021 e il 2019». E’ quanto evidenzia il presidente di Unioncamere Andrea Prete, che aggiunge «preoccupa però la situazione del Mezzogiorno che vede ben 22 province con un reddito disponibile pro-capite nel 2021 inferiore di oltre il 25% alla media nazionale». La Basilicata però va in controtendenza. Le famiglie lucane hanno aumentati i loro guadagni da lavoro dell’1.7%. Il Reddito Medio Pro capite per la provincia di Matera è di 16.559, 09 mentre per la provincia di Potenza 14.747,82. Rispetto al 2019 i dati collocano la Basilicata ora in crescita rispetto al 2021, diventando terza migliore regione d’Italia.
CAPACITÀ DI SPESA: AL SUD IL REDDITO È DEL 25% IN MENO RISPETTO ALLA MEDIA DEGLI ITALIANI
Tutte le macro aree hanno superato i livelli di reddito disponibile pro capite antecedente alla crisi pandemica, ma con di- verse velocità. In particolare, il Nord-Est registra la crescita più bassa (+0,4% rispetto alla media nazionale dell’1,5%), il Centro Italia segna un +2,9% con una Italia nord-occidentale che rileva un incremento del +1,6% e il Mezzogiorno che aumenta dell’1,2%. Nonostante una variazione sostanzialmente allineata alla media italiana, nel 2021 il reddito disponibile pro capite meridionale è ancora di circa il 25% inferiore al dato medio italiano, pur facendo registrare un lieve miglioramento (0,3 punti) rispetto al livello del 2019. 18
PROVINCE STANNO PEGGIO DEL 2019
Sono in tutto 18 le province per le quali il recupero tra il 2019 e il 2021 in termini di reddito pro capite non si è compiuto. Se Prato e Rimini sono al di sotto del dato 2019 rispettivamente del 5,9% e del 4,7%, accompagnate però da crescita o stabilità della popolazione (come nel caso di Firenze), per altre province la riduzione riscontrata (superiore al 2%) si accompagna anche a una contrazione della popolazione, come nel caso di Venezia, Fermo, Aosta, l’Aquila, Teramo e Pescara, aspetto che denota un maggior deterioramento dell’indice.
IN SOFFERENZA LE PROVINCE PIÙ PICCOLE
A fronte di una dinamica di crescita del reddito disponibile dell’1,5%, le province di minor dimensione demografica (circa un quarto del totale, aventi meno di 231 mila abitanti) fanno registrare un incremento solo dello 0,9%, laddove il reddito pro capite di queste aree è già più basso dell’11,4% rispetto al valore medio italiano (17.499 euro contro 19.761 euro). Per contro, nelle province più grandi e nelle aree metropolitane la crescita del reddito disponibile è stata tra il 2019 e il 2021 dell’1,6% e il livello pro capite è superiore di 6,7 punti rispetto alla media Italia.
Di C. Merlo