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PNRR, LA BASILICATA PRONTA ALLA SVOLTA

Bardi: «risorse fondamentali». Polese e Braia: «non sono ammessi errori». Un miliardo e mezzo di € a disposizione, il Ministro Fitto: «La sfida richiede l’impegno di tutti»

I prossimi anni per la Basilicata saranno decisivi per la sua crescita e competitività: grazie agli investimenti e alle riforme rese possibili dal Pnrr – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – si aprono straordinarie opportunità per uno sviluppo sostenibile e inclusivo. Alla base del programma, una forte spinta verso l’innovazione digitale, vero motore di accelerazione per dare un nuovo impulso all’economia, alle imprese, alla Pubblica Amministrazione, al piano per la transizione ecologica e per promuovere una società più equa. Non solo. Si punta anche su innovazione verde e transizione ecologica. E poi ancora infrastrutture, istruzione e ricerca. E non può mancare una spinta sulla vera inclusione. Il programma di quella che sarà la Basilicata del futuro è stata spiegata in un incontro che si è svolto a Potenza nell’auditorium dell’Ospedale “San Carlo”. Oltre un miliardo e mezzo di risorse disponibili dal Pnrr per la Regione Basilicata: il punto sullo stato dell’arte è stato fatto nel corso di un tavolo di confronto al quale ha preso parte, con un intervento in videoconferenza, anche il ministro degli Affari europei e Pnrr, Raffaele Fitto, con l’intera giunta regionale e le parti sociali. «Questa cifra – è stato spiegato dal responsabile della struttura di missione del Pnrr, Giampiero Perri – vede coinvolti quattro interlocutori: la Regione per 309 miliardi di euro, gli enti sub regionali per 195 miliardi, i Comuni per 251, per un totale di 802 miliardi. Poi c’è una Regia esterna, per 679 miliardi, in cui convergono Ferrovie dello Stato, Anas e Commissario Governativo. A questa somma si aggiunge un fondo complementare da 45 miliardi di euro, previsto dal Governo per azioni che rafforzino il Pnrr. Poi c’è una Regia esterna, per 679 miliardi, in cui convergono Ferrovie dello Stato, Anas e Commissario Governativo». A questa somma si aggiunge un fondo complementare da 45 miliardi di euro, previsto dal Governo per azioni che rafforzino il Pnrr. «Un immersione di liquidità notevole -ha aggiunto Perri- che deve essere spesa in poco tempo, in tre anni. E che avranno notevoli ricadute sull’economia e sulla società. Bisogna essere in grado di raggiungere tutti gli obiettivi che il Piano impone». Il piano da un punto di vista strutturale si articola in 16 componenti raggruppate in 6 Missioni: Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per una mobilità sostenibile; Istruzione e ricerca; Inclusione e coesione. «Quella di oggi – ha aggiunto Bardi – è una giornata che mira ad offrire un’ampia informativa sugli investimenti finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’attuazione del Pnrr ci chiama tutti ad un impegno straordinario, la Regione in primis attraverso i diversi Assessorati e le relative Direzioni regionali, le società partecipate, i Comuni e gli altri enti individuati come soggetti attuatori del Piano nonché le imprese beneficiarie, a vario titolo, di questi investimenti pubblici – ha sottolineato il governatore lucano – In- vestimenti – ha aggiunto – che è bene ricordare derivano in parte da finanziamenti a fondo perduto e in altra parte da nuovo debito che lo Stato italiano contrae. Condizioni queste che richiamano ad ulteriore responsabilità». Bardi poi ha parlato di una «nuova fase, in cui in modo più stringente e cadenzato, ci si confronterà, segnando il 2023 l’anno di avvio della concreta attuazione», per dei lavori che, lo ricordiamo dovranno essere rendicontati entro il 2026. Non ha fatto mancare il suo contributo con un intervento in videoconferenza, anche il ministro degli Affari europei e Pnrr, Raffaele Fitto che nel suo intervento ha parlato della necessaria coesione tra Stato e Regioni per gestire le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza: «La sfida del Pnrr richiede l’impegno di tutti». L’obiettivo di centrare tutti i target previsti dal Piano, «verrà raggiunto», ha rimarcato il ministro ricordando che «il Pnrr è il punto centrale dell’azione di governo». Qualche timore sulle esperienza passate di fondi europei non gestiti nel migliore dei modi non si è certo negata. Come anche la difficoltà dei piccoli comuni di riuscire a gestire per tempo i progetti. Ma su questo ultimo punto, dopo aver sottolineato lo sforzo di quelle amministrazioni che pur essendo in carenza di personale sono riuscite a progettare, Perri ha garantito «che con molta determinazione si cercherà di lavorare in sinergia tra comuni e regione proprio per evitare che non si perda nessuna delle ricchezze acquisite». La sfida del Pnrr, come abbiamo detto più volte, è stata lanciata e comprende la necessità di creare occupazione buona e duratura e porre le condizioni perché agli investimenti che possono arrivare dall’Europa se ne aggiungano altri privati. Ora non resta che coglierla.

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