SUPER ESPERTI IN REGIONE, FLOP NABORRE
Ecco chi sono gli esterni per la «sburocratizzazione» regionale: c’è anche il solito Fortunato. Bocciati di csx, come Purtusiello, e di cdx come il plenipotenziario voluto da Guarente all’Acta
Una Commissione esaminatrice flash quella che in poco più di 48 ore dalla nomina dei suoi componenti, ha valutato decine di curricula e di dichiarazioni al fine di stilare le graduatorie dei vincitori dell’Avviso pubblico regionale per la selezione di 20 esperti da impiegare nel progetto di attivazione dell’Osservatorio sulla semplificazione amministrativa. Burocrati esterni, lautamente pagati, per la «sburocratizzazione» a via Verrastro. In Regione, i maestri della «cultura della efficienza». Del resto o la Commissione, nominata il 27 dicembre, ci impiegava 48 ore o saltava tutto, ovvero la revoca, da parte dello Stato, delle risorse assegnate, data la necessità di stilare le graduatorie entro il 31 del mese scorso per l’obbligazione giuridicamente vincolante (Ogv). Meno male, verrebbe naturale aggiungere, che la Legge del giugno 2021 per gli interventi finanziati dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione aveva disposto il differimento del termine per l’assunzione delle Ogv dal 31 dicembre del 2021 al 31 dicembre 2022. Straordinaria velocità, chissà se esente da difetti. Ad ogni modo per l’elaborazione di proposte, volte a garantire l’osservanza delle migliori prassi amministrative ed a raccordare le pubbliche amministrazioni e i beneficiari coinvolti nei procedimenti, dalla Regione sul piatto un fiume di denaro, per ora sicuramente 1 milione e 730 mila euro. Per 5 ambiti, 20 esperti che lavoreranno in autonomia e senza alcun vincolo di subordinazione con la Regione Basilicata. Contratti con durata fino al 31 ottobre 2025, corrispondente a 34 mesi. Stipendi pesanti: la retribuzione per il profilo esperto senior-coordinamento è di 60mila euro lordi annui oltre Iva, quella per il profilo esperti senior area giuridico-amministrativa e economico-gestionale, di poco più di 38mila euro lordi annui oltre Iva e quella per il profilo esperto junior di 18 mila lordi annui oltre Iva. Tutte le retribuzioni citate, il dettaglio non è secondario, sono parametrate sull’impegno stimato complessivo pari a 10 giornate lavorative al mese. Venendo alle graduatorie, strategie e “gossip” a suon di soldi pubblici. Tra la Struttura di missione del Pnrr, ovvero dai 3 sottoposti a Caivano e al capo di Gabinetto del presidente Bardi, Michele Busciolano, e l’Osservatorio sulla semplificazione amministrativa, l’incrocio: il figlio dell’assessore comunale di Potenza, di marca centrodestra, Fernando Picerno, Fortunato, pronto a fare le valigie. È tra i tre esperti senior ambito giuridico amministrativo, gli altri due vincitori sono Gemma Andreone e Valentina Rossi. Il vincitore della categoria esperto senior, ambito economico-gestionale è, invece, Massimo Scarcia. A meno che l’omonimia inganna, c’è posto anche per i sindacalisti, come Eustachio Nicoletti della Cgil. Insieme a Francesco Mancusi, Serafina Larocca, Maria Giovanna Lecce e Rosamaria D’Amore è il vincitore del posto nella categoria esperto junior, supporto economico-gestionale. Poi ci sono i 10 esperti junior, supporto giuridico-amministrativo: Angela Tricomi, Antonella Latronico, Alfredo Liguori junior, Rocco Lo Biano, Michele Brancato, Luciana Velluzzi, Mariangela Annunziata, Valeria Nuzzolese, Giuseppina Venezia e Maria Grazia Mavillonio. L’esperto senior coordinatore, invece, Salvatore Capezzuto. Tra gli scartati, sempre se l’omonimia non inganna, più o meno noti. A partire da Stefano Bitetti, nominato nel 2020 dalla Giunta Bardi Commissario per le soppresse Comunità Montante Vulture, Camastra, Alto Sauro, Alto Sinni, Collina Materana e Valsarmento. Da citare poi, tra i non vincitori, anche l’avvocato Camillo Naborre, Amministratore unico dell’Acta SpA di Potenza. Tra i sindaci che ci hanno provato, Nicola Rocco Valluzzi di Castelmezzano e Nicola Massimo Morea di Irsina. Dal sottobosco politico, spicca il nominativo dell’esclusa Vittoria Purtusiello. Da pasdaran di Piero Lacorazza tentò anche la scalata alla segreteria del Partito democratico di Basilicata: come per quell’impresa, non gli è andata bene neanche per i 10 giorni al mese a via Verrastro, pagati con retribuzioni pesanti. Non vincitrice.