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ADDIO GIANLUCA VIALLI

1’ DI SILENZIO SU TUTTI I CAMPI
al week-end #ciaogianluca

L’ULTIMA PARTITA 

#ciaogianluca Sit tibi terra levis


#ègiustoinformare

Gianluca Vialli è morto: altro grave lutto per il mondo del calcio

L’ex attaccante e capo delegazione degli azzurri aveva #58anni e lottava da cinque anni con un tumore al pancreas
#sapevatelo2023

“Ridere spesso, aiutare gli altri.
Questo è il segreto della felicità”
Gianluca Vialli

È morto Gianluca Vialli: l’ex calciatore, campione e simbolo di Sampdoria, Juventus, Chelsea e della Nazionale italiana, aveva 58 anni.
Da tempo era in cura per un tumore al pancreas.

Il 14 dicembre scorso aveva annunciato il ritiro dalla Nazionale, in cui ricopriva l’incarico di capo della delegazione. 

«Circondato dalla sua famiglia è spirato la notte scorsa dopo cinque anni di malattia affrontata con coraggio e dignità»

ha scritto la sua famiglia in una nota.

«Ringraziamo i tanti che l’hanno sostenuto negli anni con il loro affetto. Il suo ricordo e il suo esempio vivranno per sempre nei nostri cuori»

A Reggio Emilia, il 15 novembre 2020, durante la terza ondata della pandemia, l’Italia si gioca la Nations con la Polonia e deve fare gol. Il c.t. Mancini è a casa, positivo al Covid. Vialli è accanto alla panchina.

Un pallone esce, lui non lo calcia ma lo prende in mano e lo bacia.

Quel gesto del vecchio marine, in un attimo mostra agli azzurri un approdo sicuro e arriva dritto al cuore: perché dentro quel bacio c’è la passione per la maglia azzurra, l’affetto per la palla, vecchia amica di sempre, la voglia di stupire e di lottare in un momento complicato, dentro e soprattutto fuori dal campo.

Ci sono tanti modi per ricordare il capitano coraggioso Gianluca Vialli, ma questa immagine scalda l’anima e nel suo piccolo racchiude un po’ tutto: la fede cieca nel pallone e nella vita, la lotta alla malattia, il suo istinto di capobranco e la sua sensibilità, l’energia che fino agli ultimi giorni è sembrata inesauribile e la nostalgia per quello che sapeva di poter perdere, di lì a poco.

Una bufera di emozioni, che Luca ha imparato a governare negli ultimi anni in pubblico da capodelegazione azzurro.

Debuttò nel novembre 2019, già nel pieno della lotta al tumore. Il suo ruolo era quello di saper trovare le parole giuste per accogliere i nuovi arrivati e motivare il gruppo: «Molti di voi sono come me, appassionati di mantra — raccontava ai giocatori — e allora vi dico che un viaggio di mille chilometri inizia con un singolo passo».

Chissà quante volte se l’è ripetuto nel suo cammino con la malattia. Senza retorica, ma con la profondità di chi ha imparato ad apprezzare il viaggio, sempre con il vento in faccia.

Il ragazzo ricco di Cremona, negli anni 80 coi suoi riccioli e i suoi enormi polpacci al vento, aveva la fisicità esuberante di quegli anni spensierati, era lo Stradivialli dipinto da Brera.

Tra 1987 e il 1990, tra i gol alla Svezia che ci riportarono all’Europeo e l’esplosione di Schillaci nelle Notti Magiche, si confermò la vera locomotiva calcistica, una forza della natura. Poi lo scudetto del 91, il culmine della Sampd’oro con Mancini gemello del gol; la finale di Coppa Campioni persa con il Barcellona nel 1992, l’addio al presidente Mantovani.

Quindi la seconda vita, juventina: i capelli rasati, il rapporto non facile con Baggio, il passaggio da Trap a Lippi, i muscoli del capitano che alzano al cielo di Roma la Champions con la Juve nel 1996.

Infine gli anni da pioniere al Chelsea, giocatore e tecnico: Londra era diventata la sua città, lì si era costruito una bellissima famiglia. Vialli giocatore era ingombrante, scomodo. Nell’armadietto alla Juve aveva la foto del c.t. Sacchi «nemico» del momento.

A pensarci, fa sorridere e piangere al tempo stesso, per l’addio di Luca di poche settimane fa all’Italia: «Al termine di una lunga e difficoltosa trattativa con il mio meraviglioso team di oncologi ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri. L’obiettivo è utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia in modo da essere in grado, al più presto, di affrontare nuove avventure e condividerle con voi».

Il suo fisico asciutto era diventato ancora una volta un simbolo, ma di resistenza. Gianluca all’Europeo vinto era il solito trascinatore, cantava Battisti a squarcia gola («Chissà che sarà di noi»), scherzava, incassava dubbi e confidenze, dava consigli. E speranza: «Le persone vedono in me un uomo forte, ma anche fragile. Penso che qualcuno possa riconoscersi in me, coi miei difetti, le tante paure. Con il tumore non sto facendo una battaglia, perché lui è molto più forte di me. È un compagno di viaggio indesiderato, devo andare avanti a testa bassa, senza mollare mai, sperando che si stanchi e mi lasci vivere ancora tanti anni».

Non è andata così. Ma ogni volta che qualcuno darà un bacio a un pallone, penseremo a Luca.

Capitano per sempre
ALCUNI COMMENTI A CALDO 

#ciaogianluca
#ègiustoinformare
“Li hai fatti contenti Gianluca.
Da tempo non aspettavano altro che nutrirsi di questa notizia.
Era già tutto pronto.
Solo che poi loro tornano nella quotidiana banalità di alcune esistenze, a te restano le lacrime di chi ti ha amato davvero .
Meritavi molto più rispetto, specie nella partita più importante.
Fai l’ultima prodezza, sfonda la rete dell’ipocrisia, fallo per tutti quelli che muoiono nel silenzio.”
#Vialli ❤️🇮🇹💪
{di Francesco Romagnano}
#sapevatelo2023

MICHELE MAGNO
Un campione di coraggio e di intelligenza.
Ex centravanti capace di vincere e fare gol ovunque, ex allenatore-giocatore di successo, apprezzato opinionista televisivo, anima non ingombrante della nazionale campione d’Europa: con lui scompare il simbolo di un’Italia calcistica bella, vincente e da esportazione. Il ritratto di un fuoriclasse nato borghese e mai diventato snob.

ANTONIO MAZZEO : 

È morto Gianluca Vialli.
Un gentiluomo del calcio. Una bella persona che se ne è andata troppo presto.

Voglio ricordarlo con questa foto che ha fatto la storia.

Ci mancherai Gianluca.

MAURO DEL BUE

Ciao Gianluca. Dopo Sinisa è toccato a te. Chissà perché due giocatori e uomini dotati di particolare empatia. Entrambi sampdoriani. Valli me lo ricordo giovane attaccante della Cremonese che segnò un gol alla mia Reggiana. Si parlava di lui come di un predestinato. Poi gli anni magici con la Sampdoria, lo scudetto vinto nel 1991 e la finale di Champions col Barcellona persa con quel tiraccio di Kooman ai supplementari. E gli anni alla Juve, lo scudetto del 1995 e la Champions vinta all’Olimpico contro l’Aiax del 1996. E gli anni in azzurro. Da Italia 90 ai campionati del mondo del 1994. E infine gli anni al Chelsea anche come allenatore. Ci sono personaggi indimenticabili nello sport come Marco Pantani, Paolo Rossi e Ayrton Senna. Ci sono personaggi che sapevano parlarti al cuore Gianluca Vialli era uno di questi.

«Sono convinto che i nostri figli seguano il nostro esempio più che le nostre parole. Ho meno tempo di essere da esempio, adesso che so che non morirò di vecchiaia. Ogni mio comportamento mi porta a ragionare così. In questo senso cerco di essere un esempio positivo: cerco di insegnare loro che la felicità dipende dalla prospettiva con cui guardi la vita, che non ti devi dare delle arie, ascoltare di più e parlare di meno. Ridere spesso, aiutare gli altri. Questo è il segreto della felicità»
Gianluca Vialli

 

Ciao Gianluca 🖤

ROSA DE BARTOLOMEO : 

Un pensiero a mister Roberto Mancini penso sia dovuto.

Nel giro di pochi giorni ha perso due “fratelli” come Sinisa e Luca. In pochissimi giorni ha perso due persone importanti nella sua vita privata e professionale.


Il rapporto con Vialli resterà per sempre speciale in questo mondo del calcio incentrato più sul business piuttosto che sui sentimenti.
Il loro feeling in campo e fuori è stato un qualcosa di speciale.

Dai gol con la Samp a quell’abbraccio a Wembley di un anno fa.

 Un percorso lungo 40 anni tra gol, vittorie, trofei e amore puro tra due uomini di spessore.

Io, oltre a mandare un pensiero alla famiglia Vialli, ci tengo a mandare un pensiero anche a Roberto Mancini, un pò più solo da oggi

Giocheranno con Scirea Pablito e Pelè guidati da Bearzot ed anche li Pertini ci sarà come tifoso ❤️

IN AGGIORNAMENTO 

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