DAL VULTURE DIREZIONE REGIONALI
Dal csx al cdx tra riposizionamenti, outsiders che scalpitano e storici che sperano nel grande salto. A Melfi e dintorni i partiti scaldano i motori, al via le strategie
Il 2023 traccerà, inevitabilmente, l’identikit dei candidati alle prossime regionali. In una piazza importante come Melfi, inevitabilmente si iniziano a scaldare i motori, anche se restano tutte da stabilire alleanze e schieramenti. In ogni caso sono diversi i possibili candidati, che iniziano a sgomitare per farsi largo, vincere la concorrenza, e acquisire il fatidico posto al sole. Iniziamo dall’unico melfitano attualmente presente nell’assise regionale, Gino Giorgetti. Riammesso in Consiglio dopo una lunga battaglia giuridica, ha preso nettamente le distanze dal movimento 5 stelle. Impossibile una riconciliazione. Rapporti ormai compromessi con il resto del Movimento, Leggieri e Carlucci in primis. È in cerca di collocazione. Potrebbe candidarsi a destra, considerando anche i buoni rapporti con Bardi e la maggioranza con cui in consiglio dialoga, ma spazio francamente c’è ne poco. Il suo elettorato è un elettorato diverso. Potrebbe approdare in Azione, ma qui deve fare i conti con il coordinatore cittadino, Pierluigi Desina, che da anni ormai aspira ad una visibilità, che la prossima tornata elettorale, potrebbe concedergli. Ed allora ci potrebbe essere anche un opzione clamorosa. Giorgetti nei socialisti. Al momento sembra fantapolitica, ma ne abbiamo viste di situazioni che sembrano impossibili, poi concretizzarsi e materializzarsi, come se nulla fosse. D’altronde Valvano, resta segretario del partito e questo ruolo, gli impedisce una candidatura. Deve fare la lista, o al massimo collocare candidati, all’intero di una coalizione. Coalizione in cui cerca spazio Pietrantuono, ormai approdato nei verdi, dopo la rottura con Valvano. I rapporti tra i due non sono certo idilliaci, e se spetterà a Valvano un ultima parola per stabilire chi eventualmente candidare a Melfi, nel contesto di una lista unica in cui vi siano anche Verdi e socialisti, allora statene certi che non si spenderà per l’ex amico. Diverso il discorso se i Verdi riuscissero a formare una propria lista. Pietrantuono sarebbe uno dei candidati principali. E il Pd? Al momento non si scorgono nomi particolarmente attraenti su cui puntare. Registriamo nel partito, le distanze assunte da Pietro Monico, che sembrava potesse essere un giovane in rampa di lancio, ma al momento una cortina fumosa, avvolge le manovre dei democratici, come consuetudine, alle prese con movimenti che lasciano trasparire tutto e nulla. Sull’altro fronte, sembra poter avanzare prepotentemente la candidatura del vice sindaco Vincenzo Castaldi, che un anno fa accettò di fare un passo indietro in qualità di candidato sindaco, proprio per poter avere chance concrete alle regionali. Potrebbe essere il candidato di Forza Italia ma anche della Lega. Bisogna capire anche cosa intende fare Nicola Pagliuca, che potrebbe anche puntare sull’avvocato Dino Di Ciommo, ex Italia dei Valori e già presidente del consiglio dell’ordine federiciano. Di Ciommo ha ambizioni e non nasconde la volontà di volerci provare, se supportato adeguatamente dal partito. Poi c’è Fratelli di Italia, che a Melfi non ha nemmeno espresso il consigliere, nonostante la valanga di voti presi dalla coalizione. Un partito che va ricostruito e che potrebbe trovarsi alle regionali, coalizzato intorno alla figura dell’avvocato Michele Cristiani, coordinatore cittadino, sempre che la querelle interna tra Rosa e Coviello, riesca a fare sintesi. Ed infine Italia Viva. Chi si sacrificherà nell’ambi- to di una lista tesa ad eleggere Polese, leader del partito? Melfi deve portare voti. Lo farà Panico?. Ma ci sarebbe già Castaldi candidato in giunta. Valutazione tutta da compiere. Nel frattempo ci attendono mesi tutti da vivere, tra smentite, dietrofront, giochini, discussioni, appelli e tutto quello che fa della politica un teatrino non sempre ammirevole.
EMILIO FIDANZIO