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I GATTOPARDI DEL PD

TACCO&SPILLO

A dire la verità non sappiamo se ad applaudire Stefano Bonaccini a Matera ci fosse il predestinato candidato governatore per il centrosinistra o almeno quello che è rimasto dopo che l’opera massima e distruttrice di Enrico Letta gli ha fatto conoscere le ceneri della sconfitta cimiteriale, ma di certo c’era lei Giuseppina detta Pina a sorridere proprio a tutti per aver acchiappato l’ennesimo colpo di fortuna del ticket congressuale vincente e soprattutto per sentirsi la novità del momento dopo le molte stagioni politiche trascorse in un pantheon vario e raccapricciante che ha unito De Mita, Veltroni, Franceschini, persino Bersani e Renzi di cui è stata ultrà fino alla beatificazione delle Europee del 2014. Ora però l’occasione dell’incoronazione della Picierno può valere anche come metafora sciamanica per sbirciare nel futuro prossimo che ci aspetta dal PD e che non promette nulla di buono. Innanzitutto per la sua pessima iconografia da nomenclatura, rimasta sempre la stessa, compreso il ritorno fantozziano di Speranza, poi per la sua erotica di potere e caviale di cui s’è nutrito fino alla bulimia dell’immoralità ed infine per la sua incapacità ad interpretare le crisi di società e mondo. Scrive Giuseppe Tomasi di Lampedusa:“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”. 

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