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SGOMENTO AD ANDRIA DOPO IL TRAGICO SCHIANTO

La mamma di una vittima sui social: «Vola ad abbracciare tuo padre». Ansia per le condizioni di due giovanissimi in rianimazione

Giuseppe Matera aveva 22 anni ed era orfano di padre; Alessio Beneloucif ne aveva 29: lascia la moglie e due bimbi in tenera età. Sono le vittime dello schianto che ieri mattina all’alba, sulla Provinciale Andria – Trani, ha coinvolto tre automobili e ferito gravemente sei giovanissimi, due dei quali in rianimazione al Policlinico di Bari. Un settimo giovane è stato dimesso in mattinata. La mamma di Giuseppe ha affidato ai social la sua disperazione. In città non si parla d’altro, ma davanti alle telecamere cala il silenzio. La Procura della Repubblica di Trani ha aperto un fascicolo d’inchiesta per omicidio stradale e lesioni; nei prossimi giorni l’autopsia sui due deceduti. Comincia a prendere corpo l’ipotesi del sorpasso azzardato finito con un frontale e seguito da un tamponamento, ma anche dalla Polizia Stradale il riserbo è totale. Il tratto di strada dov’è accaduto l’incidente, a poco più di due chilometri dall’abitato di Andria, è lo stesso dove il 13 gennaio 1990 si schiantarono un’Alfa 164 e una Lancia Thema: furono 8 i morti, tutti di età compresa fra i 20 e i 22 anni, proprio come quasi tutte le vittime di questa nuova tragedia. Dopo il ponte dell’autostrada, il tracciato presenta un dosso che impone prudenza a causa della scarsa visibilità. I lavori di allargamento della strada, conclusi appena 5 anni fa, hanno interessato solamente i 5 chilometri centrali fra Andria e Trani: insufficienti i fondi per allargare anche i tratti che conducono alle porte delle due città. E intanto la morte resta in agguato e nessuno paga, a parte le vittime e le loro famiglie.

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