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DIAVOLO D’AUTONOMIA

TACCO&SPILLO

Solo in Italia si è capaci di festeggiare il 75° anniversario della Costituzione mentre un ministro della Repubblica, con la disinvoltura del caso, fa bollire in pentola la salsa leghista dell’autonomia che pure sta dividendo la politica in apocalittici ed integrati e da cui sembra non avere più scampo il Mezzogiorno, peraltro già messo male. Ora lasciamo stare la sceneggiata autonomista che s’è consumata qualche settimana fa a Milano tra i governatori d’Italia e finita nella caciara selfista della fototessera istituzionale, a cui per misteriose ed imperscrutabili ragioni Vito Bardi s’è come sottratto, ma oltre il gossip rimane la questione vera di come si riduce sull’asse Nord-Sud il divario tra le aree del Paese. Non è un mistero infatti come la spesa pubblica procapite s’indirizzi già dalle parti ricche d’Italia e di come su sanità, scuola ed infrastrutture ci siano ancora moltitudini di cittadini con diritti e servizi dimezzati, alla faccia dell’uguaglianza democratica, di cui pure ci si sciacqua facilmente la bocca e che ha fatto invece diventare il regionalismo lucano, campano e pugliese al pari di una barzelletta da viceré e feudalesimo, senza nemmeno avere il costume del buon governo. Ha scritto Giambattista Vico:“Chi non può governarsi da sé si lasci governare dagli altri”.      

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