SANITÀ PRIVATA E POLITICA DA SEMPRE A BRACCETTO
L’intervento di Nicola Savino
A constatare quel che n’è seguito nella vita della Basilicata, si potrebbe dir male della Riforma Sanitaria, uno dei maggiori successi del Centrosinistra? Curò la salute di molte persone, ma forse non solo da noi scompaginò l’assetto politico… Come quando l’osso arriva nel canile degli affamati, spuntarono i campanili e nuove intraprese; le costruzioni si complicarono per affidamenti, costi e tempi; la scelta delle dirigenze sia amministrative che tecniche seguirono spesse dinamiche di clan per esigenze clientelarie per lo scambio di appoggi. Ecco nuovi candidati alla conquista di un proprio spazio! La Regione affrontava i problemi del suo primo impianto, ma a questi s’intrecciava la bomba sanitaria: autorizzazioni, accreditamenti, convenzioni, controlli e compensi. Prima se la sbrigavano (quasi riservatamente) le Casse Mutue, ora sarebbe dipeso tutto dalla Regione! Le strutture private furono immediatamente interessate ai Partiti che avrebbero scelto i politici e di tecnici dalle cui decisioni sarebbero poi dipese le loro fortune. Divenne opportuno accaparrarsi la benevolenza degli eletti con adeguati contributi alla loro elezione; e, per ogni investitore che puntasse sia ai ricoveri che a riabilitazione e diagnosi, divenne vitale acquisire peso in Politica. Per imbastire un circuito tra potere pubblico e proprietà privata, e dar intesa tra chi avrebbe erogato e chi incassato. Poiché di tutto questo erano inesperti sia gli elettori che non pochi Candidati, ebbero successo i campanilismi e i “grandi portatori di voti”. Sorgeva così l’Italia delle Regioni; che in Lombardia puntò ad attrarre i pazienti facoltosi e lasciò campo largo al grande capitalismo, dai costi solo in piccola parte integrabili dalle rette regionali (anche in migrazione dal Sud). Da noi, il sistema di ricovero e cura fu invece puntato sul pubblico; ed in un contestole cui dinamiche gli storici della nostra Unibas dovrebbero sentire la necessità di ricostruire! Ci fu infatti conflitto per strutture che – a carico dello Stato-si voleva in concorrenza con gli ospedali pubblici: non è perciò difficile comprendere quanto gli effetti sarebbero pesati sull’indipendenza politica del nuovo Ente! Provvide però la Legge regionale 12 del 1980, unanime ed ancora vigente – anche rispetto al ventilato investimento romano a Matera di cui si è letto in questi giorni-che adottò il criterio internazionale dei 6 letti pubblici ogni mille abitanti, che evirò il pericolo del circolo vizioso… Si trattò di una scelta molto ostacolata, che dilaniò i Partiti, forse coinvolse capitali extra regionali, addirittura si ritrovò correlato al «Moro ter», un processo all’illegalità sovversiva. La politica regionale ne risentì gravemente: in termini di scontri nei Partiti e nelle stesse piazze (assedio del Consiglio regionale ed altro del 25/2/1980). Anche se alcune ricostruzioni televisive hanno sostanzialmente taciuto circa la sua rilevanza politica anche futura, la successiva chiusura di antichi e prestigiosi Ospedali dimostrò che la sovrabbondanza di letti per ricoveri era già elevata nel settore pubblico; e più oltre, in occasione del Covid 19, che la scelta pubblicistica lucana dava migliori risultati rispetto alla stessa Lombardia (dove il costo delle convenzioni è spaventosamente elevato!). In questi giorni, sorta la questione delle prestazioni ambulatoriali ed affini, dinanzi al conflitto organizzato contro la Regione, viene naturale chiedersi se- nonostante un tale passato- si voglia ritornare a quel clima ed alle sue dinamiche. È pur vero che la Regione è divenuta impopolare anche per l’insufficienza nella diagnostica (limitata ai ricoverati … con liste d’attesa insostenibili ecc); ma può questo giustificare il modo allarmante in cui è stata impostata la “vertenza”? Si vogliono forse risvegliare vecchi fantasmi e vecchi metodi, con toni quasi aggressivi: con il martellare intimidatorio su tutta la stampa locale e sulla tv (persino pubblica!!)? Possibile ci si costringa a ricordare la rilevanza “partitica” della Sanità privata nella nostra Regione, che si sospendano i servizi pur in una fase così delicata, ancora una volta con scarsa informazione dell’opinione pubblica? Che infine le formazioni politiche debbano sembrare subalterne al sostegno elettorale? Se non si vuol far traboccare il vaso, da quel che resta dei Partiti, c’è da informare adeguatamente la Società lucana sulla Riforma Mariotti-Anselmi, ed evitare che ancora una volta i cittadini siano ridotti a «strumenti ciechi…»
Di Nicola Savino