COMPLEANNO CNR: 100 ANNI DI RICERCA
Nel 2023 si festeggerà il primo secolo del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Lussuosi, lussureggianti
e lussuriosi festeggiamenti sono stati organizzati dall’Ente con l’aiuto di tutti i ricercatori coinvolti
Nel 2023 si festeggeranno i primi 100 anni del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Lussuosi, lussureggianti e lussuriosi festeggiamenti sono stati organizzati dall’Ente con l’aiuto dei ricercatori coinvolti e, da Novembre 2022 e per tutto il 2023 ci saranno eventi di ogni tipo e genere organizzati a Roma presso la sede centrale ma anche nelle sedi regionali. L’evento è in collaborazione con la RAI e il Ministero dell’Università e Ricerca.. Facendo due conti posso dire di aver trascorso la maggior parte della mia vita in questo Ente. Ho vinto il mio primo contratto di ricerca a Dicembre del 1988 ma ho preso servizio il 16 Maggio del 1990. In questo anno e mezzo di attesa mi recavo quasi giornalmente nella sede in costruzione dell’Area di Ricerca di Potenza, o meglio Tito Scalo, che la Regione Basilicata aveva messo a disposizione dell’Ente. E aiutavo anche nella costruzione materiale dell’edificio sperando che presto avrebbero finito i lavori e ci potevamo trasferire e cominciare questa nuova, incerta e adrenalinica avventura. E infatti l’Area di Ricerca del CNR di Tito Scalo, con 6 nuovi Istituti fu inaugurata il 28 Aprile del 1991 da Sua Santità Giovani Paolo II che, proprio in quei giorni, effettuava una visita pastorale in Basilicata. Fra i giovani borsisti e contrattisti del mio Istituto di allora sono rimasta solo io, gli altri hanno preso altre strade. Ricordo bene quel discorso del papa che copio e incollo qui perché mi pare quasi una profezia: È una piccola improvvisazione quest’incontro, ma mi è venuto in mente cosa ho sentito leggendo un po’ il contesto di questa visita. Qui nella Basilicata, la vita umana, il fenomeno umano risale a diecimila anni fa. Allora noi siamo sulla sponda ultima di questa lunga storia e soprattutto del periodo preistorico che non so se è la principale tematica della ricerca dei presenti qui, signore e signori ricercatori. Ho pensato che questi diecimila anni del fenomeno umano, della vita umana in questo ambiente è un tema, una possibilità immensa. Certamente oggi le ricerche vanno più verso il futuro, ma non si può progettare bene il futuro se non si scende alle radici. Oserei augurare a tutti di scendere anche a queste radici, nel senso diverso della natura, del fenomeno umano: nel senso delle tradizioni etiche, spirituali, religiose. Tutto appartiene all’identità dell’uomo europeo, soprattutto nell’uomo che vive in questa regione, ma sempre dell’uomo europeo. Ciò può servire anche a quest’uomo europeo per vedere un po’ il suo futuro perché, lo vediamo molte volte, con tutte le conquiste scientifiche, tecnologiche, appare un po’ disorientato. Vi auguro, carissimi signore e signori, di portare anche un aiuto per superare un certo disorientamento spirituale dell’uomo moderno e dell’uomo futuro. Grazie e tanti auguri. Nel 1988 avevo 26 anni, oggi ne ho 60! Tutta la mia formazione professionale è avvenuta nel CNR ma anche la mia spiritualità è cresciuta e si è trasformata all’interno di questo Ente che ha assorbito tutte le mie forze. Dal 1988 al 1997 e cioè per lunghi 9 anni sono stata una precaria in attesa di entrare in ruolo come ricercatore vincendo un concorso. Questo è avvenuto solo nel 1997 dopo molte tribolazioni e con la paura che questo momento non sarebbe mai arrivato. In- vece, dopo il 1997 la mia vita è stata più serena e anche la mia carriera lavorativa ha cominciato a correre: nel 2001 ero Dirigente di Ricerca, il massimo della carriera per un ricercatore del CNR. Sono entrata Nel CNR con il Presidente Luigi Rossi Bernardi e quando tutto era cartaceo e c’erano i fax considerati allora uno strumento magnifico e di grande tecnologia. Ma c’erano già i computer che ho imparato ad usare da autodidatta e, subito dopo, è arrivata Internet e gli indirizzi di posta elettronica. Non erano in tanti ad avere un indirizzo mail al di fuori del CNR e si spedivano poche comunicazioni con qualche allegato che non sempre arrivava a destinazione. Ma nel giro di pochi anni è cambiato tutto e velocemente ci siamo adeguati a tutto mentre il resto del mondo che ci circondava andava lentamente non comprendendo la grande rivoluzione che era in atto. Faccio parte di quella generazione che ha vis- suto il periodo della trasformazione accogliendola con curiosità e voglia di capire fin dove potevamo arrivare e cosa ci avrebbe riservato il futuro, quel futuro che viene dal passato come recita lo slogan scelto dal CNR per festeggiare i suoi primi 100 anni. Il primo presidente fu Enrico Fermi, nel 1923, e l’Ente aveva sede presso l’Accademia dei Lincei. L’idea di una istituzione che si occupasse di ricerca multidisciplinare fu proprio di Enrico Fermi che era un grandissimo visionario. Con il secondo presidente, Guglielmo Marconi, nel 1937, fu spostato in una sede costruita vicino l’Università di Roma La Sapienza, quella che noi non romani non chiamiamo Sede Centrale ma solo CNR o il Palazzo. In questi quasi 35 anni ho avuto l’onore di essere parte di molti progetti e situazioni che non capitano a tutti, di visitare luoghi inconsueti e conoscere colleghi scienziati di grande prestigio. Ho percorso tutto il cursus honorum all’interno dell’Ente e ho avuto molti incarichi importanti: fra tutti sono stata la prima donna lucana a diventare direttore di un istituto CNR. La prima volta che sono entrata nell’Aula Marconi (la sala conferenza delle grandi occasioni del Palazzo a Roma) mi sono emozionato a vedere il bellissimo ciclo di affreschi sulla storia delle invenzioni con una raffigurazione dei grandi inventori e scienziati. Ancora oggi quando entro in quella sala conferenze provo un’emozione perché ho piena coscienza di essere fortunata ad essere parte di quest’insieme di persone che hanno dedicato la propria vita e le proprie idee a migliorare il mondo e l’umanità con molte eccezioni nel bene e qualcuna nel male. Ho conosciuto di persona tutti i presidenti che ci sono stati dopo Luigi Rossi Bernardi, mi sono confrontata con costoro e ne ho tratto tanti vantaggi e imparato qualcosa di nuovo. Facendo una sottrazione 100 -35= 65, i primi 65 anni sono stati anni di costruzione dell’Ente. Io sono arrivata quando ad una prima fase costituente è seguita quella di trasformazione, ad esempio la fondazione di 123 nuovi istituti al Sud che ne era sprovvisto completamente, attraverso un accordo di programma tra il Miur e il Ministero per gli Interventi Straordinari nel Mezzogiorno nel 1985. Interessanti anche le parole dell’allora Presidente del CNR Luigi Rossi Bernardi sulla nascita dell’Area di Ricerca di Tito e dei sui Sei Istituti scritte in una brochure che fu pubblicata per l’inaugurazione e che io conservo come una reliquia: “Oggi Grazie alla fattiva collaborazione ed al notevole impegno del Consorzio per lo Sviluppo Industriale, con l’inaugurazione dell’Area di Ricerca di Potenza, il CNR può dare piena attuazione degli accorsi sottoscritti. Un impegno di queste dimensioni certamente porterà i frutti desiderati in un quadro di stretta e fattiva collaborazione con l’Università, le Amministrazioni locali e il mondo imprenditoriale. Il fatto che l’Area di Ricerca di Potenza sia la prima, tra le nuove Aree di ricerca del CNR nel Mezzogiorno, ad essere inaugurata, dimostra che, in Basilicata, tale collaborazione è stata pienamente raggiunta: ed è questa la maggiore garanzia di successo per lo sviluppo della Ricerca scientifica e tecnologica nella Regione”. Ritengo che dovrò rimanere ancora alcuni anni a lavorare in questo luogo, faccio parte anche io del futuro che viene dal passato sebbene qualcuno un paio di anni fa mi disse che io sapevo troppo di passato… – per poter pensare al futuro, aggiunsi nei miei pensieri. Non si riferiva alla mia età anagrafica poiché siamo quasi coetanei ma alla mia conoscenza sul passato dell’Ente e all’essere legata a persone che lo hanno reso grande. Mi ha molto offesa questa frase, la più brutta che mi è stata detta al CNR – mica può essere tutto rose e fiori – ma poi ho capito che chi crede di poter rottamare i saperi non conosce la vera strada del futuro, specie chi si occupa di Patrimonio Culturale, come me e come l’altra persona! E ho pensato all’attualità del discorso di Giovanni Paolo II, all’Europa e all’importanza di esserne parte proprio ora che c’è una guerra, alle radici ben profonde che ci vogliono per arrivare al futuro, al disorientamento dell’uomo moderno e tecnologico e all’augurio che noi ricercatori potessimo aiutare l’uomo del futuro attraverso l’attaccamento alle radici, alla spiritualità, alle tradizioni e all’appartenere a una comunità di studiosi. Grazie Giovanni Paolo II per aver anticipato, con grandissima autorevolezza e squisita capacità, lo slogan dei primi 100 anni di questo Ente “Il Futuro viene dal Passato”. Auguri per i primi 100 anni a tutti coloro che hanno lavorato e lavorano al CNR: a Tito Salo eravamo tre persone, ora siamo quasi 200…perché nelle radici solide vi sono i fermenti del futuro. W il CNR e coloro che credono nella scienza!
Di Antonella Pellettieri