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DAKAR SONO 77 I MORTI NELLE 43 EDIZIONI DISPUTATE TRA PILOTI TECNICI E SPETTATORI ED ADDETTI AI LAVORI COME THIERRY SABINE

Una volta era la Parigi-Dakar. Partiva dalla capitale francese, tra due ali di folla, gli champs elisèe gremiti di curiosi e appassionati di quelli che sarebbero diventati famosi ai più come rally raid. Una corsa durissima cosa che non ha mai scoraggiato le centinaia di concorrenti che ogni anno si iscrivono all’evento nel deserto

DAKAR 2023 

Dakar 2023, incidente in rally: morto spettatore di origine italiana

È stato investito da un concorrente della nona tappa

La nona tappa della Dakar è costata la vita a uno spettatore martedì in Arabia Saudita. Posto dietro una duna sulla speciale che collega Riyadh a Haradh, uno spettatore, di origine italiana, è stato investito da un concorrente. Curato da un’équipe medica, è deceduto per le ferite riportate durante il trasferimento in elicottero.

“Uno spettatore di origine italiana che si trovava dietro una duna è rimasto ferito sul tracciato del rally”

ha spiegato l’organizzatore, Aso, in un comunicato stampa riportato da l’Equipe. 

“Sgomberato in elicottero dall’assistenza medica, è purtroppo deceduto durante il trasferimento”

#ciaolivio #passionerally
#ègiustoinformare
Si chiamava #Livio_Fassinotti il turista italiano di 69 anni, morto martedì sera in un incidente alla Dakar Rally 2023 mentre scattava delle fotografie al passaggio della nona tappa del rally in corso in Arabia Saudita 🇸🇦

#Dakar è un torinese il turista morto nell’incidente
Si chiamava Livio Fassinotti, scattava delle fotografie al passaggio della tappa

Si chiamava Livio Fassinotti il turista italiano morto martedì sera in un incidente alla Parigi-Dakar 2023, mentre scattava delle fotografie al passaggio della nona tappa del rally in corso in Arabia Saudita.

Era nel tratto tra Riad e Harad, diventando così invisibile al passaggio dei mezzi. L’uomo, 69 anni, abitava a None (Torino), nel Pinerolese, sposato.

Aveva annunciato a dei conoscenti di questa zona della provincia di Torino l’intenzione di partire dopo Natale, seguendo la sua passione per i deserti.
“Vorrei esprimere le mie condoglianze alla sua famiglia e ai suoi amici. Sono terribilmente dispiaciuto per quanto accaduto. Mi perseguiterà per il resto della mia vita”. Sono le parole pronunciate in un video pubblicato sui social dal pilota ceco Ales Loprais che ha investito durante la nona tappa della Parigi-Dakar #LivioFassinotti #69anni di #None (#Torino)

Secondo una prima ricostruzione Loprais avrebbe colpito l’uomo che stava scattando una foto dietro una duna di sabbia.
Dopo l’incidente, come ha annunciato l’organizzazione della Parigi-Dakar, e da lui, Loprais si è ritirato.

“Devastato dallo sfortunato incidente – aggiungono sulle pagine social – il pilota ceco si è subito reso disponibile a supportare le autorità locali nelle loro indagini. Di conseguenza non ha potuto continuare la gara.
Gli organizzatori del rally si uniscono a lui nel porgere le loro condoglianze alla famiglia e agli amici dello spettatore”

“Una vita umana è stata sprecata e la colpa è mia perché stavo guidando”, ha aggiunto Loprais.
Nei commenti sotto il post i suoi fan invece lo scagionano, dando la colpa di quanto accaduto alla vittima.
#sapevatelo2023

Parigi-Dakar 2023, salgono a 77 i morti nel rally più famoso del mondo
STEPHANE PETERHANSEL

Un italiano investito da un concorrente su un camion mentre si trovava, come spettatore, dietro una duna.

Nonostante i soccorsi e l’intervento dell’elicottero per l’uomo non c’è stato nulla da fare.

Solo l’ultima vittima di una lunga lista

Una volta era la Parigi-Dakar

Partiva dalla capitale francese, tra due ali di folla, gli champs elisèe gremiti di curiosi e appassionati di quelli che sarebbero diventati famosi ai più come rally raid. Una corsa durissima cosa che non ha mai scoraggiato le centinaia di concorrenti che ogni anno si iscrivono all’evento nel deserto.

🔹Il bilancio della vittime in 43 edizioni

DAKAR SONO 77 I MORTI NELLE 43 EDIZIONI DISPUTATE TRA PILOTI TECNICI E SPETTATORI ED ADDETTI AI LAVORI COME THIERRY SABINE 

Ogni anno però il prezzo da pagare è alto in termini di vite umane.

Sono 77 i morti nelle 43 edizioni, inserendo nella conta, oltre a piloti e tecnici, anche spettatori e addetti ai lavori. Tra questi ultimi si inserisce anche il fondatore della Dakar, Thierry Sabine, precipitato nel 1986 con il suo elicottero a gara in corso mentre tra i primi troviamo il nostro Fabrizio Meoni, due volte vincitore della corsa e scomparso nel 2005 in un incidente tremendo con la sua moto che gli procurò la frattura di due vertebre cervicali e la morte istantanea.

Per quanto dura da accettare, chi corre la Dakar, mette in preventivo che qualcosa possa andare storto

Dalla foratura al problema tecnico, dalla caduta senza conseguenze al peggio, gli eroi della corsa nel deserto esaltano il proprio io affrontando pericoli e ostacoli e più la gara è dura maggiore è l’orgoglio di averla portata a termine.

E se qualcosa va storto, l’importante è poterlo raccontare una volta a casa.

Ma spesso non succede nemmeno questo.
La Dakar è roba per pochi, i piloti di moto, soprattutto lo sanno bene.
Sono loro che hanno dato il tributo maggiore quanto a morti e feriti.

Quello che è accaduto al nostro connazionale nel corso della nona tappa dell’edizione 2023, da Riad a Harad, invece, è difficile da accettare ed è ancora tutto da decifrare.

🔹La morte dello spettatore italiano

Perché si trovasse dietro a una duna proprio in traiettoria, se di traiettoria si può parlare in un deserto sconfinato, perché nessuno lo ha bloccato visto che l’organizzazione conta su un numero esorbitante di steward e per arrivare lì occorre necessariamente essere munito di un mezzo.

Trovare le risposte non ci ridarà indietro l’uomo ma potrà aiutare a migliorare la sicurezza di una gara che di sicuro ha, necessariamente, molto poco.

L’uomo è stato investito da un camion, pilotato dal ceco Ales Loprais, 42 enne veterano della Dakar, costantemente ai vertici della classifica, nipote d’arte, lo zio Karel è stato un mito delle corse estreme fino a quando il covid ha deciso che per lui era arrivato il tempo di smettere e se l’è portato via. Loprais, il navigatore e il meccanico che era in cabina con loro hanno tirato dritto, non si sono nemmeno accorti di avere travolto uno spettatore, sicuramente non immaginavano di trovare qualcuno in quel punto, proprio dove anche altri erano passati prima di loro.

Solo all’arrivo, quando ormai erano in procinto di dormire dopo una tappa massacrante, hanno raccontato loro quanto accaduto dietro la duna.

Nel video, girato da chi era, pericolosamente, in quel punto con il nostro connazionale, si vede l’uomo rialzarsi dopo essere stato investito, imprecare contro il pilota e il suo navigatore per poi cadere di nuovo sulla sabbia.

I soccorsi sono scattati immediatamente ma l’uomo è morto ancora prima di arrivare in ospedale.

Difficile non fare retorica, difficile non definirla una morte assurda, ammesso che ve ne sia una accettabile.

Troppo facile invece fare incetta di responsabilità.

Il pilota, l’organizzazione, il fato che gli ha suggerito di posizionarsi lì, spinto solo dalla voglia di vedere sfrecciare i suoi eroi.

Perché con sorte avversa oppure propizia vederli passare ad un palmo dagli occhi a velocità folle su auto, moto, camion, quad, buggy e qualunque altro mezzo si possa mettere assieme a due o quattro ruote dà la percezione di quanta passione, preparazione, determinazione occorrano per partecipare alla folle corsa magari convinti che il peggio non toccherà a loro né a chi segue la gara incitando tutti fregandosene di regole e colori, che il destino non si divertirà alle loro spalle, non questa volta.

Il motorsport ha le sue regole, non scritte ma ben chiare.

Il pericolo è elemento portante, la Dakar non fa eccezione.

Dakar | Morte spettatore: c’è il filmato che scagiona Loprais

Il leader della categoria camion, Ales Loprais, ha travolto un italiano di 69 anni che si era trovato sulla traiettoria del suo Praga nell’atterragio dopo il superamento di una duna. Le immagini onboard dimostrano che l’equipaggio in cabina non si è accorto di nulla. Il ferito, subito soccorso, è morto durante il trasporto in ospedale in elicottero.

Il pilota:

“Voglio esprimere le mie condoglianze alla famiglia, consapevole che questo incidente me lo porterò con me per il resto della mia vita…”.
Una tragedia. Terribile

Per un atteggiamento irresponsabile. Una vita letteralmente buttata via.

Uno spettatore di 69 anni, italiano, di cui per ora non sono state rese note le generalità, è stato travolto dal camion di Ales Loprais, il leader della classifica dei mezzi pesanti di questa 45esima Dakar con il Praga V4S.

L’uomo si trovava subito dietro una duna al km 6 della Tappa 9, lo stesso dove si era capottato rovinosamente Carlos Sainz in precedenza, è stato schiacciato dalla ruota anteriore sinistra del camion in fase di atterraggio dallo scollinamento del dosso, mentre cercava di spostarsi per mettersi in salvo. In cima alla duna c’erano altri spettatori che avevano ripreso lo stop della Toyota Hilux del team Overdrive guidata da Lionel Baud e parcheggiata a lato della pista prima della duna e stavano filamndo i passaggi degli altri concorrenti con i loro smartphone. E uno di questi ha documentato le macabre immagini del dramma.

Loprais e gli altri due membri dell’equipaggio non si sono resi minimamente conto di aver colpito l’italiano, perché la vittima inspiegabilmente si trovava proprio sulle tracce dove erano passati tutti i mezzi precedenti, in una zona pericolosa dove il pubblico non doveva stare

. Il Praga ha affrontato la duna seguendo i segni sulla sabbia e il roadbook e subito dopo l’apice ha svoltato verso destra.

Le immagini dalla camera onboard che pubblichiamo qui sopra nel video diffuso dallo stesso Loprais, mostrano senza ombra di dubbio che, vista l’altezza della cabina del camion, lo spettatore si è trovato proprio nel punto cieco di chi era alla guida del mezzo, per cui non è stato visto, ma anche volendo per Loprais era impossibile cambiare traiettoria perché purtroppo l’italiano si trovava esattamente sulla linea della ruota anteriore sinistra che stava atterrando dal salto.

Lo spettatore si è rialzato istintivamente e poi si è accasciato nella sabbia in gravi condizioni prima che scattassero immediati i soccorsi: è deceduto durante l’elitrasporto verso l’ospedale più vicino per un attacco cardiaco. Loprais, inconsapevole di quanto era accaduto sotto alle sue ruote, ha concluso la speciale, consolidando la prima posizione nei camion.

Poi, quella che sembrava una giornata positiva, si è trasformata in tragedia. All’improvviso Loprais, avvisato di quanto era accaduto, si è trovato nella drammatica situazione di sentirsi coinvolto nella morte di una persona, senza aver avuto alcuna percezione di quanto è successo.

Quando gli sono stati mostrati i video il pilota ceco è piombato in una sorta di buco nero.

“Siamo stati svegliati mentre eravamo già a riposare al bivacco – ha detto un attonito Ales – quando i commissari sportivi ci hanno detto cosa era successo. Una vita si è spenta per un incidente nel quale io ero alla guida. Le immagini dei filmati hanno dimostrato che non ci siamo resi conto di nulla. Ma niente cambia che si è spenta una vita. Voglio esprimere le mie condoglianze alla famiglia e agli amici, consapevole che questo incidente me lo porterò con me per il resto della mia vita…”.

Loprais è stato ammesso alla partenza della Tappa 10: con quale spirito potrà prendere il via dalla speciale di oggi prevista alle 11:05?

 

Tragedia alla Dakar 2023: è morto uno spettatore italiano

La nona tappa, la prima dopo il giorno di riposo, si è conclusa con una terribile notizia riguardante un appassionato tricolore

ecco cos’è successo

Giungono notizie terribili dall’Arabia Saudita, Paese che sta ospitando in questi giorni la Dakar 2023

Come riportato dalla ASO, che si occupa dell’organizzazione dell’evento, uno spettatore italiano è morto mentre si trovava dietro ad una duna quando è passato un veicolo, che non è riuscito ad evitarlo travolgendolo.

La stessa Amaury Sport Organization ha poi specificato che la vittima è venuta a mancare nonostante i tempestivi soccorsi del rally, mentre veniva portata in ospedale in elicottero.


È ora in corso un’indagine per determinare in maniera più chiara le circostanze dell’incidente, che si è ben presto trasformato in tragedia.

DAKAR, L’IMPRESA DI KLEIN: HA CORSO LA NONA TAPPA SENZA ROADBOOK

Il pilota statunitense ha perso molto terreno in classifica dopo la speciale odierna, ma essere riuscito ad arrivare al traguardo senza le indicazioni ha comunque dell’incredibile

È incredibile, ciò che è successo nella nona tappa della Dakar 2023. Dopo una caduta a pochi chilometri dal via, lo statunitense Mason Klein ha perso il roadbook montato sulla torretta anteriore della sua KTM, ha comunque proseguito la speciale seguendo le tracce degli avversari e, pur non avendo le indicazioni per i waypoint da raggiungere, è ugualmente arrivato fino al traguardo di tappa.

Pur avendo perso ben diciotto minuti nella classifica generale, quella del 21enne del team BAS Dakar Rally Team è stata comunque una grande impresa, che conferma il suo grande talento già mostrato in diverse occasioni sia in questa Dakar 2023, sia lo scorso anno (in cui ha vinto il mondiale Rally2).

Klein: “È stato frustrante, ho dovuto seguire gli altri”
“Ho perso il roadbook all’inizio della speciale, perciò sono andato piano perchè per trovare la strada ero costretto a seguire gli altri piloti non sapendo quale fosse il percorso”, ha spiegato Mason a fine tappa. 

“È stato frustrante e non ho idea di quanto sia stata complicata la navigazione, perchè mi sono basato soltanto su chi mi precedeva standogli il più vicino possibile”

Come se non bastasse, negli ultimi chilometri Klein si è anche scontrato con Ross Branch: “Non ricordo bene l’accaduto, ma penso di essermi scontrato con un altro pilota (Branch, appunto, ndr). Ora mi fa male una mano e ho anche perso la parte superiore del casco, ma per fortuna siamo riusciti a concludere anche questa giornata

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